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    Pozzi sacri: ipotesi ricostruttive

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    Già dal 1974 mi ero posto il problema della ricostruzione grafica, o restituzione che dir si voglia, dei pozzi sacri (o "templi a pozzo") della Sardegna nuragica; ma solo nel 1980 avevo tradotto graficamente la mia ipotesi in un disegno - che per gran parte qui riconfermo nella sua relativa validità - concernente la struttura generale originaria di questa categoria di monumenti. Tutto ciò riguardava anche le fonti sacre, che, per essere l'acqua sorgiva più facilmente accessibile rispetto a quella che viene da falda freatica, e perciò necessitando - quand'anche essa ci sia - di una scala molto breve, risultano essere, per dir così, dei pozzi sacri in miniatura. Nella mia ricostruzione grafica, sia passata che presente, del pozzo sacro di Santa Vittoria di Serri-NU mi sono limitato agli elementi principali dell'architettura, trascurando persino, volutamente, sia il recinto o temenos ellittico che racchiude l'edificio - data la sua modesta rilevanza architettonica e perché deve trattarsi di un'aggiunta successiva, piuttosto recente - sia il problema della sistemazione originaria di altri elementi non direttamente riferibili all'edificio: quali i betili-torre, o modellini in pietra di nuraghi, e i bronzetti; e infine le due statue di toro in calcare (conservate in due distinti frammenti). Comunque questi due tori potevano stare, uno per lato davanti alle due ante, sulla fronte del pozzo, all'incirca come i leoni alati assiri del palazzo di Nimrud o quelli stilofori delle chiese romaniche

    Invito alla Mostra

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    Presentazione della Mostra "L'arte delle domus de janas" che, tramite le fotografie di Ingeborg Mangold, offre al pubblico e agli specialisti la possibilità di ammirare la ricchezza di motivi e forme artistiche originali che contrassegnano questa cultura sotterranea della Sardegna

    L'Età nuragica

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    La civiltà nuragica è documentata in provincia di Sassari già dalle fasi ritenute più antiche, come potrebbe essere per il caso di diversi (ma pur sempre rari) nuraghi del tipo detto "a corridoio", sia aventi esternamente forma del tutto irregolare (Fenosu di Bonorva) sia aventi forma vagamente ellittica (Sa Caddina di Thiesi) o circolare (Putzolu di Olbia, Peppe Gallu di Uri e Sant'Alvera di Ozieri) sia infine aventi forma vagamente o decisamente rettangolare (Tanca Manna e Budas di Tempio, Fronte Mola di Thiesi e Sauccos di Ploaghe). Da un semplice sguardo ad una carta di distribuzione di tutti i monumenti isolani dell'Età nuragica (1500-500 circa a.C.), un posto ed una rilevanza particolare spettano alla provincia di Sassari, che occupa il 31,2% del territorio isolano, con 1.700 nuraghi su un totale di circa 7.000 che riguarda tutte e quattro le province sarde (cioè circa il 24% del totale)

    Il Museo della Scienza e della Tecnica

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    Il Museo della Scienza e della Tecnica dell’Università di Sassari nasce con l’intento di ricostruire una parte della storia dell’Ateneo e del suo progresso scientifico e tecnologico percepibile attraverso gli oggetti conservati in varie strutture universitarie (laboratori, istituti, dipartimenti), isolatamente o raccolti in collezioni. Si tratta di un ingente patrimonio di materiali ed attrezzature scientifiche di interesse storico, comprese le apparecchiature obsolete, che altrimenti sarebbe andato disperso e del quale è disponibile un’esposizione virtuale visitabile sul sito web dell’Università

    La Provincia di Sassari: i secoli e la storia

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    Le vicende che si sono svolte su quello che oggi è il territorio della provincia di Sassari sono antiche, se non addirittura antichissime. Questo volume ne ripercorre la storia a partire dalle prime culture prenuragiche sino al secondo dopoguerra, con elementi di originalità che corrono lungo i secoli, dai primi dolmens alle condizioni della vita economica e sociale di oggi
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