51 research outputs found

    ETHICS AND AGING: FOCUS ON LIVING WILL FOR PATIENTS WITH DEMENTIA

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    Today dementia certainly represents a public health priority with a huge global impact on wordwide population. However, clinical and social issues related to demen-tia have long been marginalized. The actual high prevalence of dementias requires also to face issues from a bioethical perspective, regarding how to deal with demented patient\u2019s disposition. There are currently no specific guide-lines on the national territory regarding whether to draw up a living will by a patient with dementia, neither about the informa-tive role of physicians during the progres-sive story of the disease

    Sex-Differences in the Pattern of Comorbidities, Functional Independence, and Mortality in Elderly Inpatients: Evidence from the RePoSI Register

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    Background: The RePoSi study has provided data on comorbidities, polypharmacy, and sex dimorphism in hospitalised elderly patients. Methods: We retrospectively analysed data collected from the 2010, 2012, 2014, and 2016 data sets of the RePoSi register. The aim of this study was to explore the sex-differences and to validate the multivariate model in the entire dataset with an expanded follow-up at 1 year. Results: Among 4714 patients, 51% were women and 49% were men. The disease distribution showed that diabetes, coronary artery disease, chronic obstructive pulmonary disease, chronic kidney disease, and malignancy were more frequent in men but that hypertension, anaemia, osteoarthritis, depression, and diverticulitis disease were more common in women. Severity and comorbidity indexes according to the Cumulative Illness Rating Scale (CIRS-s and CIRS-c) were higher in men, while cognitive impairment, mood disorders, and disability in daily life measured by the Barthel Index (BI) were worse in women. In the multivariate analysis, BI, CIRS, and malignancy significantly increased the risk of death in men at the 1-year follow-up, while age was independently associated with mortality in women. Conclusions: Our study highlighted the relevance and the validity of our previous predictive model in the identification of sex dimorphism in hospitalised elderly patients underscoring the need of sex-personalised health-care

    CASE REPORT: UN CASO DI DEMENZA A CORPI DI LEWY

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    La demenza a corpi di Lewy (Dementia with Lewy Bodies, DLB) rappresenta la seconda più comune causa di demenza su base degenerativa nella popolazione anziana dopo la demenza di Alzheimer. La prevalenza della DLB oscilla tra lo 0 e il 30,5% nei pazienti affetti da demenza. La DLB è caratterizzata dall’accumulo all’interno delle cellule neuronali e gliali di aggregati insolubili di alfa-sinucleina denominati corpi di Lewy. L’età di esordio clinico della DLB oscilla dai 50 agli 85 anni, con un media di 68 anni. Nella DLB la compromissione della sfera cognitiva si caratterizza tipicamente per la presenza di episodi di disorientamento e confusione mentale in un contesto di progressivo deficit cognitivo. I pazienti affetti da DLB mostrano tipicamente una compromissione simultanea delle funzioni attentive, esecutive e della abilità visuospaziali con relativa conservazione delle capacità mnesiche

    IL TESTAMENTO BIOLOGICO NEL PAZIENTE AFFETTO DA DEMENZA: CONSIDERAZIONI BIOETICHE E SUGGERIMENTI NELLA PRATICA CLINICA

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    La demenza rappresenta oggi una delle principali priorità del sistema sanitario, in termini sia clinici che assistenziali, con un importante impatto sulla popola-zione mondiale. Un recente report redatto dalla comunità scientifica ha evidenziato come circa 46 milioni di soggetti hanno ricevuto diagnosi di demenza nel corso del 2015. Il trend intrapreso suggerisce che questa cifra possa aumentare progressivamente in futuro: è stimato che circa 130 milioni di persone saranno affette da demenza nei prossimi quarant’anni. Nonostante la cruda sincerità di tali numeri, il progresso delle conoscenze cliniche nel campo delle demenze non sempre ha progredito di pari passo con il miglioramento dei molteplici aspetti sanitari e assistenziali che riguardano un paziente affetto da demenza. Generalmente si rischia di intendere il declino cognitivo come una normale conseguenza dell’invecchiamento, pertanto inesorabile. È importante sottolineare come il paziente con demenza, rispetto a pazienti affetti da patologia di diversa natura, abbiano meno possibilità di esprimere autonomamente le proprie volontà a causa della nefasta progressione della malattia che lo rende gradualmente meno consapevo-le del proprio quadro clinico e delle proprie necessità terapeutiche ed assistenziali. La delicata connotazione bioetica delle demenze è attualmente oggetto di dibatti-to, essendo sensibile a svariate interpretazioni di natura medico-legale

    Mortality rate and risk factors for gastrointestinal bleeding in elderly patients

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    BACKGROUND: Gastrointestinal bleeding (GIB) is burdened by high mortality rate that increases with aging. Elderly patients may be exposed to multiple risk factors for GIB. We aimed at defining the impact of GIB in elderly patients. METHODS: Since 2008, samples of elderly patients (age ≥ 65 years) with multimorbidity admitted to 101 internal medicine wards across Italy have been prospectively enrolled and followed-up (REPOSI registry). Diagnoses of GIB, length of stay (LOS), mortality rate, and possible risk factors, including drugs, index of comorbidity (Cumulative Illness Rating Scale [CIRS]), polypharmacy, and chronic diseases were assessed. Adjusted multivariate logistic regression models were computed. RESULTS: 3872 patients were included (mean age 79 ± 7.5 years, F:M ratio 1.1:1). GIB was reported in 120 patients (mean age 79.6 ± 7.3 years, F:M 0.9:1), with a crude prevalence of 3.1%. Upper GIB occurred in 72 patients (mean age 79.3 ± 7.6 years, F:M 0.8:1), lower GIB in 51 patients (mean age 79.4 ± 7.1 years, F:M 0.9:1), and both upper/lower GIB in 3 patients. Hemorrhagic gastritis/duodenitis and colonic diverticular disease were the most common causes. The LOS of patients with GIB was 11.7 ± 8.1 days, with a 3.3% in-hospital and a 9.4% 3-month mortality rates. Liver cirrhosis (OR 5.64; CI 2.51-12.65), non-ASA antiplatelet agents (OR 2.70; CI 1.23-5.90), and CIRS index of comorbidity >3 (OR 2.41; CI 1.16-4.98) were associated with GIB (p < 0.05). CONCLUSIONS: A high index of comorbidity is associated with high odds of GIB in elderly patients. The use of non-ASA antiplatelet agents should be discussed in patients with multimorbidity

    SENTIRE BENE PER ALLENARE LA MENTE

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    L\u2019ipoacusia negli anziani rappresenta un fattore in grado di contribuire alla compromissione delle facolt\ue0 cognitive. I deficit delle funzioni sensitive, diminuendo la riserva funzionale di ogni individuo, rendono il soggetto anziano ancora pi\uf9 esposto all\u2019insorgenza e alla progressione del decadimento cognitivo; \ue8 stato dimostrato come le persone affette da sordit\ue0 di grado lieve, mode-rato e grave abbiano rispettivamente una possibilit\ue0 di 2, 3 e 5 volte maggiore di sviluppare un deterioramento delle funzioni cognitive rispetto a soggetti normoudenti. Nell\u2019ambito del nostro ambulatorio C.D.C.D., ex U.V.A. n\ub06, durante quest\u2019anno accademico 2015-2016 abbiamo avuto l\u2019occasione di essere i referenti del pro-getto \u201cSENTIRE BENE PER ALLENARE LA MENTE\u201d in collaborazione con l\u2019ambulatorio di Otorinolaringoiatria e Audiologia dell\u2019Istituto di Medicina del Lavoro. Il pro-getto prevede la fornitura e l\u2019applicazione di apparecchi acustici, tramite SSN, ad un campione di soggetti adulti ipoacusici ai quali \ue8 stato diagnosticato un declino cognitivo lieve-moderato

    UN INTERVENTO INTEGRATO TRA TERAPIA FARMACOLOGICA E NON FARMACOLOGICA IN UN CASO DI COREA DI HUNTINGTON: PRIMI RISULTATI

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    Il lavoro che presentiamo riguarda un intervento integrato effettuato attraverso terapia farmacologica e non farmacologica (musicoterapia) realizzato all\u2019interno del centro U.V.A. N\ub06 dell\u2019A.O.U.P. del Policlino \u201cP. Giaccone\u201d di Palermo con una paziente affetta da Corea di Huntington, di 59 anni, seguita precedentemente dall\u2019ambulatorio di neurologia della stessa azienda. La paziente si \ue8 ripresenta nel nostro centro uva nel novembre del 2015 a causa di un peggioramento delle turbe dell\u2019equilibrio, della coordinazione motoria, dei movimenti coreici, dei deficit di memoria e del tono dell\u2019umore in senso depressivo, facile irritabilit\ue0 e labilit\ue0 emotiva; in terapia con trifluoperazina dicloridrato, alprazolam, sodio valproato e tetrabenazina
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