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    Assessment, control, and prevention of microbiological and chemical hazards in seasonal swimming pools of the Versilia district (Tuscany, central Italy).

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    Abstract Although in Europe the quality of swimming pools (SPs) is dictated by regulations, microbiological and chemical hazards are described in the literature. Environmental bacteria or toxic disinfection by-product (DBP) compounds may indeed be recovered in waters even after disinfection. We evaluated the water quality from 26 outdoor seasonal SPs of the Versilia district, according to requirements of Regional Decree 54R/2015. In spring 2017, supply and reinstatement waters were collected after shock hyperchlorination (10 mg/L) while in summertime, a second sampling of waters before entering the pools, as well as in the pools, was performed after SPs were open to the public. In all samples, microbiological and chemical parameters were determined as defined by Directive 98/83/EC and the Italian Health Ministry. Microbiological data were within suggested limits. The first chemical analyses showed that in 35% of the feeding-pool seawater samples, the halogenated organic compounds were higher than the maximum permissible concentrations (30 μg/L). Pool waters were then dechlorinated and re-treated with hydrogen peroxide (10 mg/L) to ensure the abatement of DBPs (from 164 ± 107 to 0.9 ± 0.8 μg/L; p = 0.002). Results highlighted the need of self-controlled procedures for the SPs waters to prevent waterborne diseases and suggested hydrogen peroxide as the most appropriate disinfection method

    CONOSCENZE, ATTITUDINI E PRATICHE SULLA TUBERCOLOSI TRA GLI STUDENTI ITALIANI: RISULTATI PRELIMINARI

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    La tubercolosi (tbc) rappresenta un problema di Sanità Pubblica riemergente a livello globale, come indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a partire dal 1993. In Italia, il tasso di notifica di TB negli ultimi anni è risultato inferiore a 10 casi per 100.000 abitanti, soglia entro la quale un Paese è definito dall'OMS "a bassa incidenza". Tra i soggetti più a rischio di contrarre l'infezione figurano gli operatori sanitari e gli studenti dei Corsi di Laurea dell'area medica. La corretta conoscenza della malattia rappresenta il presupposto per le attività di prevenzione e controllo. La presente indagine ha lo scopo di valutare le conoscenze sulla tbc degli studenti dei Corsi di Laurea dell'area sanitaria in Italia. Metodi L'indagine è stata svolta in 14 Università Italiane attraverso un questionario predisposto dal GISIO (Gruppo Italiano Studio Igiene Ospedaliera) e somministrato al termine delle lezioni dei corsi di Igiene e Medicina Preventiva. Il questionario raccoglieva diversi item: corso di laurea, eziologia della tbc, prognosi, trattamento e prevenzione dell'infezione. Risultati Sono stati reclutati 1.855 studenti (66,5% di sesso femminile), di cui 520 iscritti al corso di laurea in Medicina e Chirurgia e 1.335 ai corsi di laurea delle professioni sanitarie. Il 95% degli intervistati conosce l'eziologia della tbc, ed il 77% afferma l'esistenza di potenziali forme di malattia extra-polmonari; il 67% riporta che la tbc non trattata ha una letalità superiore al 50%, mentre il 76% evidenzia la necessità di una assunzione prolungata di antibiotici, con probabilità di sviluppare una farmaco-resistenza (79%). Il 28% sottolinea come la maggior parte delle infezioni decorrono in maniera asintomatica. L'87% degli intervistati conosce l'esistenza di un vaccino anti-tbc, mentre il 69% ritiene che non sia completamente efficace ed il 42% che sia costituito dal bacillo di Calmette-Guerin. L'88% degli studenti identifica la prova tubercolinica quale test di screening dell'infezione latente, il restante 12% la indica come test di laboratorio, vaccino o terapia. Conclusioni: Anche se la maggior parte degli studenti conosce la tbc, una parte (rilevante per alcuni quesiti) evidenzia importanti carenze conoscitive, ad esempio quelle concernenti la frequenza di forme latenti o la composizione del vaccino. I dati ottenuti indicano un basso livello di attenzione nei confronti della malattia, probabilmente legato ad una scarsa percezione del rischio. Risulta necessario, pertanto, potenziare le strategie formative nei Corsi di Laurea, con particolare attenzione alla prevenzione del rischio biologico in ambito assistenziale
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