17 research outputs found

    L’onere dell’onore

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    Is the homicide motivated by honour still present in Italy nowadays? The authors try to give an answer to this question analising some murders commited in Italy during the last years. The answer is that it is still present but is changing in his more important aspects. The reason is because of the migration phenomenons that are redifing the cultural and social parameters, introducing new values system. For example, betrayal moved from a couple dimension to a moral and religious ones. The authors focus on two crimes linked together by the same motif; Hina Salem, a young Pakistani girl, who was killed by her father because she used to work, smoke and hangout with friends; Brunetta Morabito, an Italian girl, gunshot wounded by her brother since she was pregnant but not married yet.Scopo del presente contributo è svolgere alcune riflessioni criminologiche in relazione al concetto di delitto d’onore alla luce dei cambiamenti culturali e dei fenomeni immigratori che hanno caratterizzato il nostro paese negli ultimi decenni. La nostra analisi trae spunto da alcuni delitti efferati che, a parere dei loro stessi autori, avevano quale movente motivazioni di natura etico morale nonché religiosa. Si tratta dell’omicidio di Hina Saleem, giovane ragazza pachistana, uccisa dal padre in quanto “colpevole” di aver abbandonato i criteri comportamentali imposti dalla loro religione; Brunetta Morabito, gravemente ferita per mano del fratello, rea di essere in attesa di un bambino da un uomo senza esserne la moglie; infine V.T., uxoricida, per mera gelosia. Quale è la genesi di tali delitti? La letteratura criminologica può essere un valido contributo nella comprensione di tali crimini? Risposte che diventano necessarie non solo e non tanto per una mera ricerca accademica, ma soprattutto in un’ottica trattamentale che è tipica della criminologia applicat

    Perverted idealism: evil in the name of God

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    The Authors illustrate the concept of perverted idealism, by which is to be understood the belief that certain wicked actions are appropriate when committed in the name of an ideal deemed right: one’s own God and/or divinity, the safeguarding of one’s freedom, of one’s people, of one’s own life and that of those who have not been born yet. It differs well from the neutralization techniques of Sykes, Matza and Bandura, because perverted idealism better details and clarifies how criminal actions carried out in the name of an ideal are not only justified as possible, but considered a duty to be carried out. In the light of it, therefore, the various movements that commit murders and terrorist acts “in the name of God“ are analyzed, in particular the so-called “Christian terrorism“ groups, pro-life formations. Anders Breivik's Manifesto, entitled 2083 A European Declaration of Independence, is then discussed, of significant criminological interest as it is full of food for thought in terms of perverted idealism. Precisely in this 1,500-page document, in fact, Breivik clarifies how the terrorist acts and the deaths caused by them of which he was the author, were horrific, but necessary.Le Autrici illustrano il concetto di idealismo pervertito, con il quale è da intendersi il convincimento che talune azioni malvage siano opportune laddove commesse in nome di un ideale ritenuto giusto: il proprio Dio e/o divinità, la salvaguardia della propria libertà, del proprio popolo, della vita propria e di quella di chi non è ancora nato. Esso ben si differenzia dalle tecniche di neutralizzazione di Sykes, Matza e Bandura, perché l’idealismo pervertito meglio dettaglia e chiarisce come azioni criminose compiute in nome di un ideale non vengano solo giustificate come possibili, ma ritenute doverose. Alla luce dell’ideale pervertito sono pertanto analizzati i diversi movimenti che commettono omicidi e atti terroristici “in nome di Dio”, in particolare i gruppi del cosiddetto “terrorismo cristiano”, forma-zioni pro-life. È poi discusso il Manifesto di Anders Breivik, intitolato 2083 A European Declaration of Indipendence, di rilevante interesse criminologico poiché ricco di spunti di riflessione in termini di idealismo pervertito. Proprio in questo documento di 1.500 pagine, infatti, Breivik chiarisce come gli atti terroristici e le morti da essi provocati, di cui è stato autore, fossero orribili, ma necessari

    GLI SMEMORATI DELLA CURVA NORD. SENTIMENT ANALYSIS DI UN EPISODIO ANTISEMITA IN AMBITO CALCISTICO

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    L’Italia, negli ultimi anni, è stata purtroppo testimone di una preoccupante crescita di episodi di richiamo antisemita. Ruolopeculiare in tutto ciò ha avuto il web: una piattaforma dai confini illimitati che, a causa delle problematiche che lo caratterizzano, connesse all’attribuzione d’identità degli utenti e nella gestione della privacy, ha purtroppo agevolato la condivisione di pensieri, post, video e commenti razzisti, portando come risultato ad un aumento esponenziale, negli ultimi anni, dei siti di matrice apertamente antisemita. Gli Autori, in questo contributo, propongono un approfondimento su questo complesso tema, includendo i risultati di una ricerca svolta attraverso una specifica tecnica di analisi chiamata sentiment analysis, utilizzata al fine di analizzare la reazione sociale, condivisa sulle diverse piattaforme online, ad uno specifico episodio antisemita avvenuto durante una partita di calcio.&nbsp

    Is obedience still a virtue? An Italian research during COVID-19 pandemic

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    The authors examine some criminological theories that explain adherence to the rules, and in particular those that have been used to account for whether or not the rules imposed or proposed to contain the contagion from COVID-19 are considered. Then, they show the results of their own research, carried out by interviewing a sample of 1,004 Italians using an online questionnaire. The aim of this research: understand who complied with the anti COVID-19 measures and, if so, for what reasons. If the given answer was no, the authors asked the respondents the reasons why them didn’t. After showing the results, the authors discussed them comparing theme with other similarresearches made abroad, underlying also the emerged limits. In conclusion, the authors propose their own thoughts on the subject

    Dilemmi etici ed empatia ai tempi del Covid-19

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    Con la recente diffusione del virus Covid-19 molte domande sono disponibili, sia da un punto di vista sanitario ed economico, sia da un punto di vista umano. La rapida diffusione del virus e il tasso di contagio hanno costretto gli operatori sanitari a compiere scelte etiche e morali. Abbiamo cercato di vedere quali scelte farebbe un campione rappresentativo della popolazione italiana, inclusi gli operatori sanitari , se confrontato con un dilemma etico riguardo a questa crisi e quali conseguenze emotive potrebbero derivarne. Dai risultati oltre l'80% del campione ha scelto per scelte utilitaristiche e impersonali, mosso quindi dalla razionalità per risolvere il problema. Nonostante l'apparente distacco nella scelta, queste decisioni hanno comunque avuto un impatto emotivo, indicando che anche le scelte più razionali non sono esenti dall'empatia.Con la recente diffusione del virus Covid-19 molte domande sono sorte, sia di carattere sanitario ed economico, sia da unpunto di vista più umano. La rapida diffusione del virus e l’alto tasso di contagio ha costretto gli operatori sanitari a dovercompiere delle scelte etiche e morali. Ci si è dunque domandati quali scelte un campione rappresentativo della popolazioneitaliana, tra cui anche operatori sanitari, avrebbe compiuto se messo di fronte a dilemmi etici riguardanti questa crisi e qualiconseguenze emotive ne sarebbero scaturite. Dai risultati emerge come più dell’80% del campione abbia optato per scelteutilitaristiche e impersonali, quindi mossi da razionalità per la risoluzione del problema. Nonostante l’apparente distacconella scelta, tali decisioni hanno comunque avuto un impatto emotivo, indice del fatto che anche le scelte più razionali nonsono esenti da empatia

    Il perito e lo straniero

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    Il contributo ha lo scopo di analizzare i problemi e le prassi dell’accertamento dell’imputabilità su soggetti stranieri.Non solo gli “strumenti” di cui si avvale l’accertamento in ambito psicopatologico-forense (colloquio e test) dipendono dal linguaggio e dalla cultura, ma il concetto stesso di capacità di intendere e di volere è in gran parte culturalmente connotato e lo è persino la psicopatologia, tanto che il DSM 5 riserva una parte specifica all’inquadramento culturale nella diagnosi.All’interno di un campione di 51 perizie sull’imputabilità effettuate su stranieri tra il 1975 ed il 2015, gli autori valutano se e in che misura i professionisti si siano preoccupati di tenere conto del fattore culturale nella valutazione peritale, anche per quanto concerne l’utilizzo di tecniche psicodiagnostiche.Dall’analisi effettuata, emergono alcune difficoltà e talora una sostanziale carenza di attenzione per la cultura di appartenenza del periziando, solo raramente valutata e soppesata

    Lo psicopatico dietro la scrivania

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    Corporate Psychopaths are described by several authors as egocentric people, with no capacity for empathy, unscrupulous,manipulative, Machiavellian, incapable of remorse, narcissistic, dishonest and deceitful. In certain companies abroad, sometop managers, during their careers, have shown features ascribable to Psychopathy. Their high offices and peculiar personalitiescan lead to both economic and company’s public image damages.The aim of this study was to deepen this topic startingfrom theory, but without leaving out the empirical data. This is the reason why a lot of foreign studies have been analysedand the PPI-R test has been administered to some Italian top managers the PPI-R test, in order to identify possible psychopathsin the companies. Regarding our sample, the scores have exceeded in most cases the values of the average of population,but any of them met the criteria for prototypical Psychopath Personality.Gli psicopatici aziendali sono descritti da diversi Autori come persone egocentriche, prive di capacità empatiche, spregiudicate,manipolatorie, machiavelliche, incapaci di rimorso, narcisistiche, disoneste e menzognere. In alcuni Paesi è stato riscontratoche taluni di coloro che rivestono cariche importanti all’interno di aziende evidenziano tali caratteristiche, sono appuntodefinibili come psicopatici, e la loro presenza può portare a ingenti danni economici, ed anche d’immagine alle aziendestesse. Oltre ad approfondire il tema dal punto di vista teorico, questo studio ha voluto vagliare i risultati delle ricerchestraniere somministrano il test Psychopathic Personality Inventory-Revised (PPI-R) ad alcuni manager italiani, per individuarel’eventuale presenza di psicopatici all’interno delle aziende. I punteggi ottenuti hanno superato nella maggior parte dei casii valori della media della popolazione, senza però che nessuno dei soggetti del campione abbia soddisfatto i criteri per laprototipica personalità psicopatica

    Minorenni vittime di omicidio a Milano (Italia): 1993-2017

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    This study aims to examine the phenomenon of homicide with victims under 18 years-old in a wide and multiethnic metropolitanarea in the north of Italy. We’re dealing with a type of crime that generates a widespread alarm and a common concern.The data analysis, approached with a multidisciplinary strategy, presented in this paper is based on forensic reports of the Instituteof Legal Medicine of the University of Milan, to provide a detailed framework of the homicides of minors that took place inthe territorial jurisdiction of Milan and Monza Prosecutor’s Office between 1993 and 2017. Quantitative and qualitative analysiswere conducted regarding victims’ socio-demographic characteristics (gender, age, nationality), weapons used, places and modalityof body discovery, murderers, motives of the killing and type of relationship between offenders and victims. Purpose of thispaper is to compare the present set of data with the ones provided by the international literature, as well as make some criminologicalobservations on this matter with a view to preventing the phenomenon. To this end, some representative case studieshave been added, their characteristics and also the relationships between offender and victim have been discussed.Questo studio esamina il fenomeno dell'omicidio con vittime di età inferiore ai 18 anni in una vasta e multietnica area metropolitanadel nord Italia, un tipo di crimine che genera allarme e preoccupazione. L'analisi dei dati, affrontata con una metodologia multidisciplinare,è basata sui verbali autoptici dell'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Milano, al fine di fornire un quadro dettagliatodegli omicidi con vittima minorenne che si sono verificati nella giurisdizione territoriale della Procura di Milano e Monzatra il 1993 e il 2017. Sono state condotte analisi quantitative e qualitative sulle vittime, quali le caratteristiche socio-demografiche(genere, età, nazionalità), le armi utilizzate, i luoghi e le modalità di rinvenimento del corpo, le caratteristiche dell’omicida, i motividell'uccisione e il tipo di relazione tra criminale e vittima. Scopo di questo studio è confrontare l'attuale insieme di dati con quelliforniti dalla letteratura internazionale, nonché porre alcune considerazioni di carattere preventivo. A tal fine, sono stati presentatianche alcuni casi studio rappresentativi, discutendone le caratteristiche peculiari e le relazioni tra l'autore del reato e la vittima

    Nuovi combattenti: caratteristiche personologiche e identitarie dei terroristi islamici

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    Il fenomeno del terrorismo islamico si delinea come una vera e propria guerra, pur con una fisionomia diversa da quelladelle guerre convenzionali. Gli episodi di Bruxelles e Parigi, solo per citarne alcuni, rappresentano la prova tangibile dell’esistenzadi un conflitto combattuto con armi e strategie differenti da quelle che abbiamo conosciuto fino al secolo scorso,compreso il fenomeno degli attacchi suicidi. Le cause dell’adesione a questa forma di violenza sono certamente molteplici,certo non solo psicologiche, ma ci sono anche cause che si rifanno alla psicologia individuale. Solo così si spiega come mainon tutti gli Islamici, nelle medesime condizioni sociali, culturali e politiche lo abbraccino, con comportamenti violentiovvero anche in veste di fiancheggiatori o simpatizzanti, e solo così si spiega la sua capacità attrattiva nei confronti di persone–i c.d. foreign fighters- che talora neppure provengono da paesi di cultura islamica. Le teorizzazioni in chiave di caratteristichepersonologiche e di identità datano dagli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, con il concetto di personalità autoritariadi Adorno, e si sono successivamente sviluppate analizzando le motivazioni di vulnerabilità di tipo psicologico, ilmind-set, il processo di radicalizzazione, le eventuali cause psicopatologiche

    Da Lombroso alla biocriminologia nazista, e speriamo a nient'altro

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    Un atto criminale può essere commesso da uno o più persone. Più raramente si è di fronte ad un intero popolo che delinque, praticando stermini basati su una presunta superiorità etnica. Ciò che è accaduto durante il nazismo ha lasciato un'impronta indelebile nelle menti di coloro che l'hanno vissuto, e non solo. Quali sono stati i meccanismi in grado di favorire tali agiti? La risposta non può che essere di tipo multicausale, ma forse è lecito chiedersi se anche gli esponenti della criminologia (dell'epoca o antecedenti) abbiamo risentito di questo clima di odio razziale, se ne siano rimasti influenzati o abbiano in qualche modo contribuito a consolidarlo. Questo sforzo conoscitivo nasce non solo da una riflessione di tipo storico, ma anche dalla preoccupazione dovuta al ritorno di movimenti etnocentrici che davvero ci si augurava essere scomparsi
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