50 research outputs found

    Ventricular cell fate can be specified until the onset of myocardial differentiation

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    The mechanisms that govern specification of various cell types that constitute vertebrate heart are not fully understood. Whilst most studies of heart development have utilised the mouse embryo, we have used an alternative model, embryos of the frog Xenopus laevis, which permits direct experimental manipulation of a non-essential heart. We show that in this model pluripotent animal cap explants injected with cardiogenic factor GATA4 mRNA express pan-myocardial as well as ventricular and proepicardial markers. We found that cardiac cell fate diversification, as assessed by ventricular and proepicardial markers, critically depends on tissue integrity, as it is disrupted by dissociation but can be fully restored by inhibition of the BMP pathway and partially by Dkk-1. Ventricular and proepicardial cell fates can also be restored in reaggregated GATA4-expressing cells upon transplantation into a host embryo. The competence of the host embryo to induce ventricular and proepicardial markers gradually decreases with the age of the transplant and is lost by the onset of myocardial differentiation at the late tailbud stage (st. 28). The influence of the host on the transplant was not limited to diversification of cardiac cell fates, but also included induction of growth and rhythmic beating, resulting in generation of a secondary heart-like structure. Our results additionally show that efficient generation of secondary heart requires normal axial patterning of the host embryo. Furthermore, secondary hearts can be induced in a wide range of locations within the host, arguing that the host embryo provides a permissive environment for development of cardiac patterning, growth and physiological maturation. Our results have implications for a major goal of cardiac regenerative medicine, differentiation of ventricular myocardium

    Investigating the mechanisms of cardiac patterning and morphogenesis using a heart formation assay

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    Vertebrate heart development involves a precise sequence of morphogenetic events from which a complex structure is formed from a linear heart tube. To study the heart development in mammals is difficult because most alterations of heart structure are lethal. Therefore we use alternative model, Xenopus laevis embryos. The aim of this project is try to establish a new experimental model to help understanding the mechanism that regulates cardiac cell diversification and heart morphogenesis. In order to achieve these goals we use two assays. The cardiogenesis assay involves the use of animal cap explants excised from the animal pole of blastula embryos. It has been previously established that it is possible to induce differentiation of cardiac tissue in the same explants via the injection of GATA-4 mRNA. Here it is shown that GATA-4 reliably induces the expression of ventricular and proepicardial markers, providing an assay to study the mechanisms of cardiac cell fate diversification. However, despite these, cardiomyocytes generated in animal pole explants they do not undergo significant morphogenesis and physiological maturation. In order to study these later aspects of heart development we required a different assay in which was possible to generate a structure similar to the heart. Using GATA-4 injected AC explants transplanted into host embryos we obtained secondary beating hearts in which regionally restricted cardiac gene expression was observed in addition to growth and a limited degree of morphogenesis. We demonstrated that the host plays an essential role as it provides a wide range of permissive regions which allow the development of the SH. Moreover, we also showed that the competence to generate a secondary heart is lost in reaggregates transplanted at stage 28. The host cells however do not contribute to the SH indicating that the role of the host is providing signals which allow the development of the SH. In the future we aim to investigate the signalling pathways which mediate the host-SH interaction and the mechanism by which they allow the development of the secondary structure

    Storia naturale della pouch ileo-anale

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    Lo scopo dello studio è di descrivere la “Storia naturale della pouch”, partendo dalla nostra esperienza, esaminando i risultati funzionali e le complicanze per ogni anno di follow-up. Si tratta di uno studio retrospettivo in cui sono state revisionate le cartelle cliniche di ricovero ed ambulatoriali di 89 pazienti sottoposti a proctocolectomia totale con pouch ileo-anale dal 1984 al 1997, con, quindi, almeno 20 anni di follow-up. I pazienti sono stati operati presso la divisione di Chirurgia Generale dell’Università di Roma “Sapienza” diretta prima dal Prof. Giorgio Ribotta e poi dalla Prof.ssa Chiara Montesani. Dal gruppo iniziale sono stati esclusi 6 pazienti perché persi durante il follow-up. Pertanto, sono oggetto dello studio 83 pazienti (45 maschi, 38 femmine) di età media di 37 anni (range 12-71), tutti sottoposti ad intervento per diagnosi pre-operatoria di rettocolite ulcerosa. Per tutti i pazienti attraverso l’analisi delle cartelle cliniche e dei dati raccolti durante gli accessi ambulatoriali, i controlli endoscopici o le interviste telefoniche sono stati rilevati i seguenti dati: • diagnosi pre - intervento ed istopatologica sul pezzo operatorio; • complicanze immediate postoperatorie: deiscenze anastomotiche e/o sepsi pelvica; • complicanze tardive: fistole pouch correlate, stenosi IPAA, pouchite ; • failure dell’intervento, ovvero la necessità di asportazione della pouch con il confezionamento di una ileostomia definitiva sec. Brooke o defunzionalizzazione realizzata con il confezionamento di una ileostomia, da considerare “definitiva”. Abbiamo rilevato i risultati funzionali considerando: numero di evacuazioni nelle 24 ore; necessità di evacuazione notturna; continenza completa a feci solide, liquide e gas; incontinenza minore (leakage) con perdita di modesta quantità di muco e feci liquide o gas; difficoltà di svuotamento della pouch con evacuazione frazionata. Questo allo scopo di analizzare: • il rischio di fallimento della pouch ed eventuali correlazioni con le modificazioni della diagnosi istologica nel corso del tempo ovvero per complicanze immediate e a distanza pouch-relate; • l’analisi dei risultati funzionali e la loro evoluzione nel corso del tempo oltre che una eventuale correlazione con le complicanze immediate o tardive. I dati così raccolti per ogni follow-up sono stati inseriti in un database ed è stato quindi possibile, con un’elaborazione statistica, la valutazione del loro andamento nel tempo e la correlazione con i vari parametri esaminati. Il fallimento dell’intervento, inteso come defunzionalizzazione e/o asportazione della pouch, è stato riscontrato in 8 pazienti su 83 (9.6%). La failure della pouch è risultata correlata con : - cambio di diagnosi (Crohn) (p<0.01); - complicanze post operatorie (deiscenza anastomotica e/o sepsi pelvica) (p<0.05). Stratificando il dato per il cambio di diagnosi istopatologica post-operatoria risulta una differenza statisticamente significativa (p<0.001) tra i due gruppi. Dei 5 pazienti nei quali è cambiata la diagnosi nel post operatorio, 3 sono andati incontro a fallimento della pouch. Durante il follow up, 31 pazienti su 83 (37.3%) hanno avuto almeno un episodio di stenosi dell’anastomosi pouch-anale. A 10 anni dal primo episodio, il 5.23% (IC 95% 2.14 – 12.8) dei pazienti non ha avuto recidive. Durante il follow up, 42 pazienti su 83 (50.6%) hanno avuto almeno un episodio di pouchite sporadica. Un episodio di pouchite è stato rilevato: a 5 anni dall’intervento nel 28.5% (IC 95% 62.0 - 82.4) dei pazienti; a 10 anni dall’intervento nel 37.4% (IC 95% 52.4 - 74.8) dei pazienti; a 20 anni dall’intervento nel 59.0% (IC 95% 30.5-55.1) dei pazienti. Durante il follow up, 10 pazienti su 83 (12.0%) hanno avuto una fistola tardiva pouch correlata: a 5 anni dall’intervento il 10.6% (IC 95% 17.3 – 3.3) dei pazienti; a 10 anni dall’intervento il 15.1% (IC 95% 23.0 – 6.4) dei pazienti; a 20 anni dall’intervento il 18.6% (IC 95% 27.3 – 8.8) dei pazienti. L’insorgenza di fistole è risultata correlata con: - cambio di diagnosi (Crohn) (p<0.01); - complicanze post operatorie (deiscenza anastomotica e/o sepsi) (p<0.05). L’andamento del numero medio di evacuazioni giornaliere non mostra trend temporali statisticamente significativi. La media delle evacuazioni giornaliere in corso di follow-up è di 4.75 nei primi 5 anni (IC 95% 4.4 – 5.1); 4.95 a 10 anni (IC 95% 4.6 – 5.3); 4.7 a 20 anni (IC 95% 4.4 – 5). La media delle evacuazioni notturne è di 0.94 nei primi 5 anni (IC 95% 0.1 – 1.8); 0.9 a 10 anni (IC 95% 0.2 – 1.6); 0.73 (IC 95% 0.2 – 1.3) a 20 anni. Durante il follow up, 35 pazienti su 83 (42.2%) hanno una incontinenza minore (leakage). Hanno presentato episodi di leakage: a 5 anni dall’intervento il 32.9% (IC 95% 42.6 – 21.6) dei pazienti; a 10 anni dall’intervento il 39.5% (IC 95% 49.7 – 27.1) dei pazienti; a 20 anni dall’intervento il 42.7% (IC 95% 53.2 - 30.0) dei pazienti. Il leakage è risultato correlato con la difficoltà di svuotamento della pouch (p<0.01). Durante il periodo di follow up, 34 pazienti su 83 (41.0%) hanno presentato difficoltà di svuotamento della pouch. A 5 anni dall’intervento il 68.1% (IC 95% 76.4 – 56.6) dei pazienti ha avuto difficoltà di svuotamento; a 10 anni dall’intervento il 76.7% (IC 95% 84.2 – 65.7) dei pazienti; a 20 anni dall’intervento il 85.2% (IC 95% 91.6 – 74.2) dei pazienti. La pouch ileo anale si è dimostrata un’ottima opzione chirurgica anche nei pazienti con più di 20 anni di follow up. Nel 90% dei casi la pouch rimane funzionante con risultati buoni e mantenuti nel tempo. La pouchite, sebbene frequente, si è dimostrata causa di failure dell’intervento solo in una piccola percentuale di pazienti. La maggior parte delle failure sono dovute ad una diagnosi successiva di morbo di Crohn od alle complicanze immediate post operatorie quali la deiscenza anastomotica e/o le sepsi pelviche

    Management of Congenital Diaphragmatic Hernia (CDH): role of molecular genetics

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    Congenital diaphragmatic hernia (CDH) is a relatively common major life-threatening birth defect that results in significant mortality and morbidity depending primarily on lung hypoplasia, persistent pulmonary hypertension, and cardiac dysfunction. Despite its clinical relevance, CDH multifactorial etiology is still not completely understood. We reviewed current knowledge on normal diaphragm development and summarized genetic mutations and related pathways as well as cellular mechanisms involved in CDH. Our literature analysis showed that the discovery of harmful de novo variants in the fetus could constitute an important tool for the medical team during pregnancy, counselling, and childbirth. A better insight into the mechanisms regulating diaphragm development and genetic causes leading to CDH appeared essential to the development of new therapeutic strategies and evidence-based genetic counselling to parents. Integrated sequencing, development, and bioinformatics strategies could direct future functional studies on CDH; could be applied to cohorts and consortia for CDH and other birth defects; and could pave the way for potential therapies by providing molecular targets for drug discovery

    Closure of cutaneous incision after thyroid surgery: A comparison between metal clips and cutaneous octyl-2-cyanoacrylate adhesive. A prospective randomized clinical trial

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    Octyl-2-cyanoacrylate (Dermabond, Ethicon Inc.) has been introduced in clinical practice as an ideal system of closure of wounds, but no studies have confirmed the advantages of wound closure performed with Dermabond compared to skin staples (Proximate, Ethicon Inc.) in thyroid surgery. The objective of this study is to evaluate the short- and long-term results of wound closure in thyroid surgery performed with Dermabond (DERM) versus Proximate (PROX). Seventy patients after thyroidectomy were randomly assigned into the two groups (DERM vs PROX). The postoperative and the long-term outcomes were clinically evaluated by physicians, and the Stony Brook scar evaluation scale has also been used. The patients' satisfaction with the early postoperative management and with the cosmetic outcomes has been assessed by a numerical scale ranging from 0 to 10. Results were compared using appropriate statistical tests. Thirty-two patients used DERM, while 38 patients used PROX. Immediate results showed difficult application in two cases DERM (6.2%) and hyperemia in one case DERM (3.1%). Early results showed edema in eight cases DERM (25%) vs two cases PROX (5.2%; p<0.05); patients' satisfaction: optimum judgement in 100% DERM vs 15.7% PROX (p< 0.001); patients' self aesthetic evaluation: PROX higher percentage of excellent results vs DERM (p<0.005). After one month, results showed edema in nine cases DERM (28.8%) vs two cases PROX (5.2%; p<0.01), while after 6 months, DERM had lesser symptoms than PROX (p< 0.01). Octyl-2-cyanoacrylate has proven to be effective and reliable in the skin closure of cervical incision similar to suture with staples and yields similar final cosmetic outcomes. Because Dermabond offers the advantage of better management in the early postoperative phase, the patients' satisfaction is clearly better. Š Springer-Verlag 2010

    Investigating the mechanisms of cardiac patterning and morphogenesis using a heart formation assay

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    Using Xenopus laevis embryos, the aim of this project is to establish a new experimental model to help understand the mechanism that regulates cardiac cell diversification and heart morphogenesis. In order to achieve these goals we use two assays. The cardiogenesis assay involves the use of animal cap explants excised from the animal pole of blastua embryos. Here it is shown that GATA-4 reliably induces the expression of ventricular and proepicardial markers, providing an assay to study the mechanisms of cardiac cell fate diversification. However, cardiomyocytes generated in animal pole explants do not undergo significant morphogenesis and physiological maturation. In order to study these later aspects of heart development we required a different assay to generate a structure similar to the heart. Using GATA-4 injected AC explants transplanted into host embryos we obtained secondary beating hearts in which regionally restricted cardiac gene expression was observed in addition to growth and a limited degree of morphogenesis. We demonstrated that the host plays an essential role as it provides a wide range of permissive regions which allow the development of the SH. Moreover, we also showed that the competence to generate a secondary heart is lost in reaggregates transplanted at stage 28. The host cells however do not contribute to the SH indicating that the role of the host is providing signals which allow the development of the SH.EThOS - Electronic Theses Online ServiceGBUnited Kingdo

    SolidarietĂ  nei territori dell'esclusione : le sue espressioni violente ed i modelli positivi. Tre casi a confronto : Via Padova, Tor Bella Monaca, Clichy Sous Bois

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    Gli episodi di rivolta avvenuti negli ultimi anni ad opera delle popolazioni periferiche di diverse metropoli e, in molteplici casi, la copresenza di questi avvenimenti con organizzazioni di cittadinanza attiva locale hanno attirato l’interesse del ricercatore, che ha scelto di rivolgere un’attenzione mirata alla valenza che il forte attaccamento al territorio di residenza assume per gli abitanti di questi contesti urbani. Sostenuta dall’analisi di molteplici studi precedentemente svolti sulle periferie metropolitane di varie parti del mondo, l’ipotesi che si è cercata di dimostrare è che proprio nel territorio, anche per ragioni di carente attenzione e interesse politico e sociale, gli abitanti hanno riposto la certezza di un’ ‘appartenenza’ e del ‘possesso’ comune di un bene e che, in ragione di queste considerazioni, esso potrebbe rappresentare un denominatore comune degli eventi di rivolta e di autopromozione sociale manifestatisi. Attraverso un’attenta ricerca sul campo di tre periferie-simbolo di Roma, Parigi e Milano, sono state evidenziate le strette connessioni tra abitanti e territorio e i processi sociali attraverso cui tale legame si è creato, studiando questo fenomeno in relazione ad altre fonti di senso e di riconoscimento sociale, comuni e non comuni ai casi analizzati

    Modelli MS-GARCH e break strutturali: sviluppi teorici ed evidenze empiriche

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    L'osservazione e l'analisi delle serie storiche finanziarie in presenza di fenomeni di instabilità dei mercati evidenzia una volatililità che i modelli GARCH non riescono a cogliere. L'uso di modelli Markov Switching GARCH, come dimostrano i risultati dell'analisi delle serie storiche relative a diversi tassi di cambio riportati nella seconda parte di questa monografia, riesce a cogliere meglio le dinamiche della varianza nel tempo proprio per la presenza di almeno due regimi di volatilità. Assunzioni su densità condizionate differenti per i regimi di alta e bassa volatilità nei modelli M S − GARCH vengono fatte per tener conto di fenomeni tipici come fat tails e presenza di valori anomali nelle serie osservate. Infine la presenza di structural change nelle serie considerate è evidenziata dallo studio dei processi empirici di fluttuazione e l'evidenza empirica dimostra come i modelli M S − GARCH specificano i processi finanziari osservati meglio dei modelli GARCH soprattutto in presenza di break strutturali
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