16 research outputs found

    Pedagogia della famiglia

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    The chapters in this volume, written by experts from several universities, explore the various dimensions of family life and captures the educational aspects. The main issues addressed are the following: topical aspects (family-work balance, divorce, migration ...), the dynamics of family life cycle (parenting, marital bond, the role of grandparents ...), the critical issues (conflicts, disease , death ...) and, finally, the link with the social network (kindergarten, school, community ...

    Le neoplasie professionali nel 2000: casistica clinica

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    Obiettivi: Verificare la frequenza con la quale le neoplasie professionali sono identificate nell’attuale pratica ospedaliera e acquisire informazioni, utilizzabili in ambito preventivo, sulle loro caratteristiche eziologiche e anatomo-cliniche. Pazienti e metodi: Sono stati individuati i tumori segnalati dal nostro Istituto all’INAIL come professionali da gennaio 2001 a marzo 2014. Dalla documentazione clinica dei singoli casi sono stati quindi ricavati i dati relativi a: sede d’insorgenza, tipo istologico, agenti causali, settori lavorativi e mansioni a rischio, durata dell’esposizione, periodo di latenza, abitudine al fumo, eventuali patologie concomitanti. Risultati: Nel periodo considerato, sono stati diagnosticati 46 tumori occupazionali in 44 soggetti (42 maschi e 2 femmine; età mediana: 68 anni), in prevalenza (> 60%) fumatori o ex-fumatori. Tale numero è inferiore a quanto prevedibile in base ad alcune stime epidemiologiche. La casistica comprende 28 casi di mesotelioma maligno (pleura: n = 20; peritoneo: n = 5; tonaca vaginale del testicolo: n = 1; istotipo predominante: epiteliale), 11 di carcinoma polmonare (4 adenocarcinomi, 5 carcinomi a cellule squamose, 2 microcitomi), 5 di urotelioma vescicale, 3 malattie mieloproliferative (2 policitemie vere, 1 leucemia mieloide cronica), 1 adenocarcinoma dei seni paranasali. L’amianto (mesoteliomi, tumori polmonari) è risultato implicato in 32 casi. Gli altri agenti eziologici sono: silice cristallina (polmone), idrocarburi policiclici aromatici (polmone, vescica), benzene e radiazioni ionizzanti (emopatie), polveri di legno (seni paranasali). Edili (6 casi), elettricisti (5 casi), operai in cementifici (5 pazienti), metalmeccanici (5 pazienti) e verniciatori (3 casi) sono stati i lavoratori più colpiti. I tumori sono insorti in seguito ad esposizioni prolungate (mediana: 20 anni) e dopo lunga latenza dall’inizio dell’esposizione (mediana: 45 anni). L'età alla diagnosi e la latenza risultano significativamente maggiori (p < 0,01; test di Kruskal-Wallis) per le neoplasie asbesto-correlate, associate a placche pleuriche in 5 casi. Due pazienti con mesotelioma pleurico erano contemporaneamente affetti da carcinoma renale, associazione assai raramente riportata in letteratura. Conclusioni: Le neoplasie professionali tendono ad essere sottostimate nella pratica clinica. Un’accurata anamnesi lavorativa è fondamentale per la loro diagnosi eziologica. Il fumo è un importante fattore concausale. Mesotelio, polmone e vescica urinaria sono bersagli preferenziali per l’oncogenesi occupazionale. Produzione e impiego di materiali per l’edilizia e industria metalmeccanica (comprese le operazioni di verniciatura) sono le attività produttive a rischio maggiore, per le quali maggiormente si impongono migliori misure preventive. In particolare, sono necessari programmi di sorveglianza sanitaria per i soggetti con pregressa esposizione ad amianto. L’associazione amianto-carcinoma renale, sulla quale esiste evidenza epidemiologica, merita di essere ulteriormente indagata

    Stratégies de conciliation entre famille et travail

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    La participation des femmes au marché du travail est un problème structurel du système économique et d’emploi italien. Les différentes stratégies mises en place montrent non seulement qu’il s’agit d’une question complexe mais aussi qu’il faut aller au-delà d’interprétations simplifiée

    Il protocollo “CardioLavoro” per il reinserimento lavorativo del cardiopatico: follow-up a 10 anni

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    Introduzione Presso il nostro Istituto è attivo dal 2005 un protocollo denominato “CardioLavoro”, in cui sono arruolati soggetti operati per rivascolarizzazione miocardica (angioplastica o by-pass) o valvulopatia: definito il profilo funzionale, il medico del lavoro analizza l’attività lavorativa precedente l’evento cardiopatologico, formulando indicazioni circa tempi e modalità della ripresa lavorativa, consigliando eventuali limitazioni alla mansione. I pazienti sono rivalutati periodicamente, fornendo loro eventuali nuove indicazioni. Obiettivi Verificare lo stato di salute e la situazione lavorativa dei pazienti nei 5-10 anni successivi il loro inserimento nel protocollo. Metodi Per 125 soggetti, arruolati tra il 2005 e il 2011 (2), sono stati raccolti i dati clinici (estrapolati dall’archivio informatico ospedaliero) e informazioni riguardanti l’aderenza alle prescrizioni e la ripresa lavorativa (tramite intervista). Inoltre, è stato loro chiesto di esprimere un giudizio soggettivo (con punteggio da 0 a 10) sul proprio stato di salute cardiologica, sul reinserimento lavorativo e sull’utilità delle prescrizioni riguardanti la mansione. Risultati Hanno risposto all’intervista 101 soggetti, in prevalenza (n = 94) maschi (4 pazienti risultavano deceduti). L’aderenza alle prescrizioni e ai controlli periodici è stata quasi totale (solo 4 soggetti hanno riferito difficoltà nel seguire la terapia farmacologica o gli esercizi fisici). Al controllo cardiologico più recente, la frazione d’eiezione (FE) del ventricolo sinistro era ≥ 49% in 78 pazienti, 36÷48% in 39 e ≤ 35% in 7, risultando migliorata in 27, peggiorata in 8, stazionaria per i rimanenti. Pure migliorata la tolleranza alla sforzo: mediamente, da 7,4 a 8,2 METs, dalla dimissione dopo riabilitazione all’ultimo follow-up. 20 pazienti hanno sofferto ricadute cardiache (in 17 casi con necessità di assentarsi dal lavoro): 12 ischemiche, 4 aritmiche, 4 altro. 76 (su 101) soggetti sono risultati occupati (9 con cambio di mansione), 17 pensionati, 8 disoccupati. Al questionario di autovalutazione, 100 soggetti si sono espressi sul loro attuale stato di salute cardiologico (con un punteggio medio di 8,3), 91 hanno risposto riguardo il reinserimento lavorativo (punteggio medio: 8,7), 74 sull’utilità delle limitazioni (punteggio medio: 9). Conclusione Dati rilevanti sono: l’elevata sopravvivenza, il mantenimento di soddisfacenti condizioni cliniche (buona FE, tolleranza allo sforzo, poche assenze per malattia), l’aderenza alle prescrizioni, l’alto tasso di ripresa lavorativa, l’elevato grado di soddisfazione soggettiva. L’esperienza conferma che un’appropriata riabilitazione e l’approccio interattivo tra medico del lavoro e cardiologo facilitano la ripresa lavorativa dopo evento cardiaco acuto, adattando le mansioni alle residue capacità fisiche

    Salute e lavoro dopo procedure invasive cardiache, riabilitazione e valutazione occupazionale: studio prospettico pluriennale

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    BACKGROUND: Our previous experience with the "CardioWork" protocol (activated in 2005) demonstrated the usefulness of the interaction between occupational physician and cardiologist to facilitate work resumption after invasive heart procedures and subsequent rehabilitation, adapting the work tasks of the patients to the changed physical capabilities. OBJECTIVES: We surveyed the health conditions and employment status of the subjects previously studied, years after their completion of the protocol in order to verify its effectiveness over a long period of time. METHODS: We contacted 125 patients included in the protocol from 2005 to 2011: 4 were deceased; 101 (94 males and 7 females; mean age: 49.2 years) participated in the study. We collected clinical data (from the hospital computer archive), as well as information on prescriptions compliance and occupation (by interview). Respondents were also asked to give a subjective judgment on their health, their re-employment, and the usefulness of the indications regarding job fitness. RESULTS: In addition to the high survival rate, the survey showed maintenance of satisfactory clinical conditions (good left ventricular function, exercise tolerance, rare cardiological relapses, few sick-leave days), adherence to prescriptions, high employment rate, high level of subjective satisfaction. CONCLUSIONS: The study confirms the importance of appropriate rehabilitation after acute cardiac event, and the need for an interdisciplinary approach involving the occupational physician. By following this strategy, patients not only can return to work early, satisfactorily and with minimal risks, but they also tend to keep their work and to reach retirement age in good health

    Quale concicliazione fra tempi lavorativi e impegni educativi?Giovani famiglie, lavoro e riflessione pedagogica

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    The book presents the results of a research conducted by Ce.S.Pe.F. with parents of children that frequent the nurseries of Brescia. Through a questionnaire and some focus groups the issue of reconciliation between work and family time has been analyzed from the pedagogical point of view

    Stress lavoro-correlato e mobbing: diagnosi multidisciplinare e casistica clinica

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    Il D.lgs. 81/2008, all’art. 28, sancisce che la valutazione dei rischi (indispensabile premessa a eventuali interventi preventivi) deve comprendere «anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato». Nel contempo, l’attenzione di medici e non-medici è stata richiamata da un fenomeno emergente: il “mobbing”, termine con il quale si fa riferimento a molestie psicologiche, quasi sempre intenzionali, ripetute e prolungate (almeno 6 mesi) nei confronti di un lavoratore, dovute ad azioni ostili condotte solitamente dal superiore o da un piccolo gruppo di colleghi, esercitate attraverso comportamenti aggressivi, persecutori e lesivi della dignità personale e professionale, in grado di provocare danni alla salute psicofisica e ingenti perdite economiche in termini di produttività e assenze dal lavoro. Presso il nostro Istituto è attivo da molti anni un percorso diagnostico multidisciplinare per i disturbi riconducibili a stress lavoro-correlato e, in particolare, a mobbing. Obiettivo dello studio:valutare frequenza, differenze di genere e qualifica lavorativa dei disturbi psichiatrici correlabili a stress lavoro-correlato nella pratica clinica. Dal 2003 fino al 2016 sono stati valutati 834 pazienti (483 donne e 351 uomini; età media ± DS: 45,1 ± 9,1 anni) che riferivano problemi di salute da loro attributi a vessazioni subite in ambito lavorativo o ad altre forme di stress occupazionale. Essi sono stati indagati con strumenti di psicodiagnosi (MMPI-2, SCID ed intervista strutturata per DSM), anamnesi integrata e visite di specialisti psichiatri e medici del lavoro. Degli 834 pazienti che compongono la casistica, 9 (1,1%) non hanno terminato il percorso diagnostico (drop out), 276 pazienti (33,1%) non risultavano affetti da patologie psichiatriche, 124 (14,8%) presentavano disturbi psichiatrici (depressione, ansia, psicosi) non correlabili al lavoro, 350 (42%) ansia correlata al lavoro. In 72 casi (8,6%) si è posta diagnosi di disturbo dell’adattamento (DA) e in 3 (0.4%) di disturbo post-traumatico da stress (DPTS), correlabili a mobbing o costrittività organizzative, per un totale di 75 segnalazioni di malattia professionale alle Autorità competenti. Di queste, il 61,3% riguardava donne, il 38,7% uomini; il 13,3% aveva qualifica di dirigente, il 14,7% di quadro, il 30,7% di impiegato, il 34,7% di operaio, il 6.6% altra qualifica. Al termine del percorso diagnostico, una sindrome psichiatrica lavoro-correlata (AD o PTSD) è stata identificata in meno del 10% dei casi. Questo conferma la necessità di un rigoroso e prudente percorso interdisciplinare, volto a selezionare i casi per i quali avviare procedure medico-legali. Le donne e i lavoratori del terziario (white collars) sono più frequentemente coinvolti. Lo studio richiama inoltre la necessità di adeguate misure preventive

    Management of a Case of Peritonitis Due to Neisseria gonorrhoeae Infection Following Pelvic Inflammatory Disease (PID)

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    Pelvic inflammatory disease (PID), a serious infection in sexually active women, is one of the reasons for which females seek care in emergency departments and therefore represents an important public health problem. PID is the result of an endocervical infection with different microorganisms, which then ascend to the endometrium and fallopian tubes. Symptoms of PID may be mild and aspecific, making its diagnosis difficult. However, this clinical condition requires effective antibiotic treatment to reduce incidence of complications and late sequelae. We describe here a case of peritonitis as a complication of pelvic inflammatory disease (PID) due to Neisseria gonorrhoeae infection in a 49-year-old woman who presented at the Emergency Department with acute abdominal pain

    Eosinophilia – associated basal plasmacytosis: an early and sensitive histologic feature of inflammatory bowel disease

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    Basal plasmacytosis is an early-onset and highly predictive feature of inflammatory bowel disease (IBD), but may have several restrictions in routine histology. Considering evidences about cooperation between eosinophils and plasma cells in IBD pathogenesis, we investigated immunostain of these two cells as a marker of disease. 343 samplings from 83 patients (52 IBD, 31 non-IBD colitis) were evaluated. The sections were stained with monoclonal antibodies against plasma cells (CD138 and MUM1), and eosinophils (CD193). Eosinophilia-associated basal plasmacytosis (EBP) was related with the histologic diagnosis of IBD (90.3% IBD and 35.4% non-IBD colitides, p < 0.005, sensitivity 90.4%). A strong relation was detected between the occurrence of EBP and (i) the achieving of a complete endoscopic mapping; (ii) the presence of other characteristic lesions of IBD in single segmental sampling, although EBP was evident in more than 40% of samples without other IBD-related lesions. EBP is a sensitive histologic feature of IBD, especially at the first endoscopic sampling, even in the absence of the other characteristic histologic lesions, and may help in formulating a more precise diagnosis in this setting

    Histopathology of non-IBD colitis practical recommendations from pathologists of IG-IBD Group

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    Pathologists are often called upon to diagnose colitides that differ from the two main forms of inflammatory bowel disease (IBD). These non-IBD colitides include infectious colitis, microscopic colitis, ischemic colitis, eosinophilic colitis, autoimmune enterocolitis, segmental colitis associated with diverticulosis, drug-induced colitis, radiation colitis and diversion colitis. The diagnosis of these different disease entities relies on the histopathological examination of endoscopic biopsies of the gastrointestinal tract. This paper reviews the main histomorphological characteristics of the various Non-IBD colitides. (c) 2021 Published by Elsevier Ltd on behalf of Editrice Gastroenterologica Italiana S.r.l
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