20 research outputs found

    Effect of different pre-slaughter procedures on behavioural and blood parameters in pigs.

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    The effect of different pre-slaughter procedures on behavioural and blood parameters were evaluated on 120 pigs reared in one farm and delivered in groups of 40 subjects to three slaughterouses. Due to the different attitude of the personnel involved, differences in handling were evident at loading and at unloading where the difficulties to srive the pigs incresed the behaviuoral events. Blood analysis parameter showed that different resting time did not reduce the physical stress exoerienced by the pigs, which seems related "per se" to loading, transport and unloading and not to the different handling applied in each slaughter plant

    Effect of feeding maltodextrins and dextrose on rearing and slaughtering performance of immunocastrated male pigs.

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    This study aimed to verify previous research findings showing that feeding maltodextrins (M) and dextrose (D) leads to a reduction of voluntary feed intake in the Italian heavy pig. This may be interesting for immunocastrated pigs fed ad libitum (ad lib.), whose feed intake skyrockets after the 2nd vaccination, causing too fatty carcasses at slaughtering. Thirty-six male pigs (Italian Duroc x Italian Large White crossbred) received a double immunocastrating injection at 90 and 162 days of age. At 120 days, weighing 51.84+4.38 kg, the subjects were evenly housed in 9 boxes, fed ad lib. till the 2nd injection and then given, until slaughtering (197 days of age; 144.51±9.70 kg), one of the experimental diets: control diet, ad lib. (CL); control diet, restricted at 7.5% l.w.0.75 (CR); with MD (3.5 + 3.5%; adjusted for energy and protein), ad lib. (MD). The CR diet was introduced as the alternative choice to avoid too fatty carcasses. Compared to the restricted ones, pigs fed ad lib. (with or without MD) showed statistically higher (P<.01) ADG (1325 and 1325 vs 905 g/d), ADFI (4630 and 4637 vs 2760 g/d), feed:gain ratio (3.53 and 3.52 vs 3.11), and heavier carcasses (125.1 and 124.4 vs 113.2 kg; P<.01) with lower lean meat content (52.21 and 52.09 vs 55.83 %; P<.01). The results point out how immunocastrated pigs fed ad lib. showed similar rearing and slaughtering performance regardless of the inclusion of M and D in the diet

    Preliminary investigation of the use of digital image analysis for raw ham evaluation

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    In order to find objective parameters for the evaluation of pig thighs to be used for PDO processing, digital images of the external surface of 384 left thighs were acquired, to be used for multivariate image analysis. The following parameters were also measured on the same samples: weight, length, circumference, thickness of fat and thigh, globosity index and colour of skin. Moreover, a subjective evaluation of veining and red skin defects was also made by an expert assessor. Multivariate analysis of the digital images showed a separation of the analysed samples in two clusters, whose differences were then investigated on the basis of the other traits. Various differences between the two clusters where found, mainly for the size-related parameters

    Meno mastiti, stesso latte, maggiore reddito

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    E’ stata svolta un’analisi sulla produttività di un allevamento bovino da latte nella conversione da metodo tradizionale a biologico.Dall’analisi dei dati ottenuti in riferimento al confronto fra la gestione convenzionale dei primi tre anni e la gestione biologica dei quattro successivi, sono emersi alcuni aspetti salienti che riguardano la produttività, la riproduttività e lo stato sanitario degli animali.Per quanto concerne la produttività non sono state riscontrate differenze significative fra i due sistemi di allevamento, in relazione sia alla quantità di latte prodotto che al contenuto in esso di proteine e grassi.I parametri riproduttivi hanno rilevato una diminuzione dell’età al parto delle primipare, nell’allevamento biologico rispetto a quello convenzionale.Per quanto riguarda lo stato di salute negli animali oggetto della presente indagine è da sottolineare che negli anni relativi alla gestione biologica sono stati registrati, rispetto agli anni della gestione convenzionale, una minore incidenza di mastite clinica ed un incremento delle cellule somatiche (N/ml) che non ha superato, tuttavia, i limiti consentiti.La conversione dell’allevamento convenzionale a biologico ha prodotto, come risulta dall’analisi economica eseguita, un incremento del reddito aziendale, indipendentemente dai contributi regionali versati all’azienda annualmente per il cambio gestionale.Considerando l’elevata incidenza dei costi relativi ai prodotti alimentari di natura biologica acquistati all’esterno, si può ritenere che la convenienza economica sia strettamente correlata all’autosufficienza alimentare dell’azienda

    Gli stressor ambientali condizionano il benessere

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    Con riferimento agli \u201cstressor ambientali\u201d, ossia a quelle componenti palesemente irritanti di cui sarebbe preferibile, bench\ue9 comunque impossibile, la totale assenza (polveri, odori, rumori), l\u2019elaborazione delle osservazioni dirette e della documentazione specifica, sia pure non sempre copiosa, consente di trarre conferme e nuove indicazioni circa la conseguente riduzione del benessere nelle diverse fasi di allevamento del suino: esse vanno dalla riduzione delle performance (elemento comune e sempre primo segnale di ridotto benessere) all\u2019alterazione dello stato sanitario (con particolare evidenza per le polveri e per la componente \u201cammoniaca\u201d degli odori) ai disturbi comportamentali e fisiologici (con particolare evidenza per i rumori). In tutti i casi, esiste spazio e si possono individuare prospettive per operare, attraverso il continuo miglioramento degli aspetti strutturali e di management, una riduzione dell\u2019impatto dei citati fattori sull\u2019animale e sull\u2019ambiente: tecniche di distribuzione degli alimenti a limitata produzione di polveri insieme a impianti di ventilazione adeguati e sempre meno rumorosi, drenaggio delle urine, trattamenti mirati (della lettiera, dell\u2019aria, delle deiezioni), strategie alimentari ad hoc, preparazione e scelta oculata del personale (per favorire la conoscenza degli effetti dannosi dei rumori forti, costanti o improvvisi che siano), diffusione di musica dolce e a basso volume, in sonorizzazione degli ambienti di sosta negli stabilimenti di macellazione. Da sottolineare, infine, l\u2019opportunit\ue0 di mantenere l\u2019illuminazione, in termini sia di intensit\ue0 che di durata, a livelli elevati

    Pisello proteico e fava alternativa alla soia nella dieta della bovina

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    Vengono presentati i risultati di tre sperimentazioni condotte per verificare l'effetto di fonti proteiche alternative alla soia (pisello proteico e fava) nella razione di bovine da latte in comprensorio Parmigiano-Reggiano

    Indagine sul benessere animale in allevamenti suini delle province di Modena e di Reggio Emilia

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    Ai titolari di 74 allevamenti suini, 55 della provincia di Reggio Emilia e 19 della provincia di Modena, è stato inviato un questionario volto a rilevare le caratteristiche generali dell’azienda (numero di suini, indirizzo produttivo e sua organizzazione, assistenza tecnica e veterinaria) e i parametri ambientali e manageriali specifici per ciascuna categoria produttiva (tipo di illuminazione, ventilazione, sistema di alimentazione, pavimento, arricchimento ambientale). Nella seconda fase dell’indagine sono state visitate 17 unità produttive facenti capo alle aziende resesi disponibili al sopralluogo, al fine di ottenere informazioni dirette sui principali criteri strutturali o design criteria (temperatura, umidità relativa, pulizia delle strutture, odori, polverosità, illuminazione, sistema di alimentazione e di approvvigionamento idrico, arricchimento ambientale, presenza di roditori e/o insetti, partecipazione del personale a corsi sul benessere animale) e sui principali criteri animali o animal criteria (salute, pulizia, lesioni, comportamenti anomali, body condition score, uniformità) ritenuti indicativi del livello di benessere dei suini. A fronte di un livello generalmente e spesso molto soddisfacente in termini di animal criteria, emergono soprattutto carenze legate alla mancata frequenza a corsi specifici da parte del personale e ad insufficienze relative all’arricchimento ambientale e al grado di illuminazione./ A questionnaire dealing with the general aspects of the farm (number of pigs, type of production and organization, technical and veterinary assistance) and the specific environmental and managerial parameters for each animal category (type of illumination, ventilation, feeding system, floor, environmental enrichment) was sent to the owners of 55 piggeries located in the province of Reggio Emilia and to 19 farmers of the province of Modena. In a second phase of the survey 17 farming units were directly inspected in order to get information on the main design criteria (temperature, relative humidity, cleanliness of the facilities, presence of bad smells and dusty, illumination level, feeding and drinking system, environmental enrichment, presence of rodents and flies, vocational training of stockmen) and animal criteria (health, cleanliness, lesions, abnormal behaviours, body condition score and uniformity) which are believed to be indicative of the welfare level of the pigs. Facing a generally satisfactory level in terms of animal criteria, the main deficiencies detected were tied to a lack of vocational training of stockmen and to insufficient enrichment and illumination levels of the environment

    Pisello proteico e fava nell'alimentazione di bovine di razza Reggiana: effetti sulla produzione e sulle caratteristiche del latte

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    Effects of pea and faba beans in the diet of Reggiana cows on milk yield and composition. - The use of pea and faba beans, self produced and not-GM feeds, as substitutes for soybean meal was tested in the diets of Reggiana breed cows, whose milk is transformed into Parmigiano-Reggiano cheese. A concentrate feed composed by 15% flaked pea and 10% flaked faba beans (“PF”; 15.7% crude protein) was compared with a control one providing 11% soybean meal (“C”; 15.6% crude protein), during two subsequent feeding trials lasted 12 weeks each. The first trial involved two groups of 19 cows each, the second one involved two groups of 14 cows each; forages were hay only (alfalfa and mixed lawn) in the 1st trial and hay+green herbage in the 2nd. Milk yield was recorded daily from all cows, and no difference in milk production between the two feeding groups was observed. Milk composition (protein, fat, casein and urea) was periodically analysed on individual samples, as well as milk-dynamometer tracing: no effect of the diet could be detected. The results allow to state that pea and faba beans can be included at maximum levels permitted by Parmigiano-Reggiano production rules, such allowing a complete substitution of soybean meal, without detrimental effects on milk production and quality

    Faba bean in dairy cow diet: effect on milk production and quality

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    Two consecutive trials were carried out to test flaked faba beans as a partial substitute for soybean meal (SBM) in the diet of Reggiana breed dairy cows. In both trials a &ldquo;Control&rdquo; concentrate (12% dehulled SBM) was compared to a &ldquo;Faba&rdquo; concentrate (7.5% dehulled SBM; 10% flaked faba beans). Forages fed to animals included hay (mixed grass and alfalfa) plus green mixed grass in trial 1, hay only in trial 2. Concentrate intake, faecal scores, milk yield and quality were similar between feeding groups. The milk urea content was lower in the &ldquo;Faba&rdquo; group (&ldquo;Control&rdquo; vs. &ldquo;Faba&rdquo;: 34.6 vs. 32.9mg/dl in trial 1, P<0.1; 27.4 vs. 23.4mg/dl in trial 2, P<0.01). The plasma urea was different only in trial 2 (&ldquo;Control&rdquo; vs. &ldquo;Faba&rdquo;: 3.9 vs. 3.0mmol/l, P<0.01). The inclusion of faba beans within the allowed limit of the Parmigiano-Reggiano Consortium for diet formulation could represent a feasible opportunity for a partial substitution of SBM

    Pisello proteico nell'alimentazione di bovine di razza Reggiana: effetti sulla produzione e sulle caratteristiche del latte.

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    E’ stato valutato l’effetto della sostituzione parziale della farina di estrazione di soia con pisello proteico in mangimi per bovine di razza Reggiana, il cui latte viene trasformato in formaggio Parmigiano-Reggiano. Un mangime concentrato contenente il 15% di pisello proteico fioccato e il 5% di farina di estrazione di soia è stato posto a confronto con un mangime all’8,3% di f.e. soia nel corso di due prove di alimentazione successive, a integrazione di una base foraggiera costituita da solo fieno (prima prova, durata quattro settimane, condotta con 30 bovine per gruppo di alimentazione) o fieno più erba (seconda prova, durata sette settimane, 22 bovine per gruppo). Non sono state rilevate differenze nella produzione di latte, rilevata giornalmente su tutte le bovine in prova. L’analisi periodica di campioni di latte individuali consente di affermare come l’impiego di pisello proteico non abbia influito sulla composizione del latte: l’unica differenza è un aumento dell’urea alla fine della seconda prova (43,5 vs 35,9 mg/dl) che non ha però modificato la qualità del tracciato lattodinamografico. Dai risultati ottenuti si può quindi affermare che il pisello proteico è ingrediente degno di interesse per l’utilizzo, anche al livello massimo consentito dal disciplinare di produzione del Parmigiano-Reggiano, nell’alimentazione di bovine che producono un latte riconosciuto di alto pregio per la caseificazione
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