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    Accesso ai corsi di laurea in medicina: messa a punto di un questionario conoscitivo relativo a equilibrio personale e relazionale, attitudini, motivazioni e valori in contesti educativi (EMAV-E)

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    La grande domanda di accesso ai corsi di medicina richiede di individuare nei candidati le caratteristiche che ne possano fare un “buon medico”. A tal fine abbiamo sviluppato un questionario (EMAV-E) conoscitivo su alcune caratteristiche dei candidati, come base di partenza per l’incontro con l’esperto selezionatore. Le macro-aree indagate dal questionario sono state: equilibrio personale e relazionale (equilibrio e autoregolazione), attitudini accademiche e professionali (intelligenza emotiva, metacognizione, motivazioni), valori personali e professionali, e desiderabilità sociale dell’individuo, usata come controllo. Le macro aree erano divise in 20 aree di interesse entro le quali sono stati individuati 238 item ritenuti rappresentativi. Per la validazione del questionario, sono stati reclutati 653 studenti iscritti al primo anno di corsi di laurea di area medica. Dal questionario iniziale sono state ricavate tre versioni brevi di 80 items. Per saggiarne l’effettiva confrontabilità sono state risomministrate a 160 studenti diversi dal campione iniziale. I tre questionari avendo parametri statistici paragonabili, possono essere considerati forme parallele dello stesso questionario. La procedura ha consentito di sviluppare uno strumento per l’individuazione di punti di forza e di debolezza, secondo le macro aree prese in considerazione, degli studenti che ambiscono a intraprendere la formazione universitaria presso i corsi di laurea in medicina o delle professioni sanitarie

    Validazione sociale: uno strumento per la verifica dell'efficacia degli interventi psicologici

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    L’interesse per la verifica dell’efficacia dell’intervento stimola il dibattito in psicologia da più di un decennio, trovando ampi punti di contatto con il movimento per la promozione di una clinica basata sulle evidenze scientifiche (Bensing, 2000). L’esigenza di dimostrare l’utilità clinica delle terapie è sempre più sentita poiché non avrebbe senso, o potrebbe rivelarsi addirittura dannoso, coinvolgere in un percorso clinico, abilitativo/riabilitativo un individuo con un disturbo psicologico o una disabilità, se non fosse possibile dimostrare gli effetti tangibili del suo migliorato adattamento. In molti casi si procede con verifiche di efficacia coinvolgendo nella valutazione direttamente la persona interessata. Tale verifica diviene più complicata quando non è possibile chiedere direttamente al beneficiario di valutare lui stesso l’entità del “cambiamento positivo” post intervento. Quando la verifica non può essere fatta coinvolgendo direttamente il beneficiario dell’intervento, perché intervengono difficoltà comunicative e disabilità intellettiva, o semplicemente perché si vogliono differenziare le fonti che dimostrano l’efficacia del processo riabilitativo, si può fare ricorso a strategie alternative. La più importante è senza dubbio la validazione sociale: un metodo di verifica dell’efficacia dell’intervento basato sulle valutazioni indipendenti fornite da osservatori coinvolti con il beneficiario in relazioni umane di diverso tipo: a) familiari (p.e. i genitori di un bambino con diagnosi di autismo), b) educativo-formative (p.e. gli insegnanti di quel bambino, l’istruttore della palestra), c) riabilitative e assistenziali (p.e. i terapisti della riabilitazione). In questo senso le relazioni umane sviluppate dal beneficiario dell’intervento con altre persone significative diventano uno strumento psicometrico essenziale per appurare l’efficacia abilitativa o riabilitativa di un intervento

    Promoting adaptive behaviors by two girls with Rett syndrome through a microswitch-based program

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    We assessed a microswitch-based program to improve self-determination to access to preferred stimuli and to foster locomotor behavior by two girls with Rett syndrome and multiple disabilities. To enhance the first behavior (access to preferred stimuli) a wobble microswitch (sensitive touch sensor) was used while for the second behavior (step responses) optic sensors were applied. A second aim of the study was to monitor indices of happiness as consequence of the use of assistive technology. Finally, a third objective of the study was the reduction of hand washing and body rocking related stereotypies. The study was carried out according to a multiple probe design across behaviors for both participants, where the two behaviors were first learned independently, then combined together. Results showed an increasing of performance and of indices of happiness and a decreasing of stereotyped behaviors for both participants during intervention phases. Practical, psychological and clinical implications of the findings are discussed

    Progetto TESEO. Valutazione e prevenzione dei disturbi dell'orientamento spaziale connessi con l'invecchiamento

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    Il presente volume si schiude a saperi del settore pedagogico, psicologico, sociologico, filosofico, storico-geografico e linguistico-letterario e sanitario che rappresentano i tre grandi filoni dell’attuale Facoltà di Scienze della formazione: scienze dell’educazione e della formazione, scienze della comunicazione, scienze e tecniche psicologiche e, con un respiro più tipicamente interdisciplinare, il corso di laurea a ciclo unico sulla formazione primaria

    Assistance in Maintaining a Positive Self-image in People with Dementia

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    Dementia is a disrupting disease, most of all for those suffering from it. In essence, the disease increasingly dismantles the patient as an autonomously acting and thinking person. People with dementia continue being aware of their deterioration to varying degrees during the course of their disease. Feelings of loss of control, uncertainty, fear and grief are experienced, permanently threatening their well-being. In these difficult circumstances, maintaining a positive self-image can contribute to an optimal quality of life. Up until now little research has been done on the effectiveness of interventions that could contribute to maintaining a positive self-image. The authors will systematically discuss a number of possible inter-ventions by means of real-life case histories. They will make recommendations for further research.La demenza è una malattia devastante, in primo luogo per coloro che ne soffrono. In breve, questa malattia destruttura chi ne soffre dall’essere una persona che agisce e pensa autonomamente. Chi è colpito da demenza conserva la consapevolezza del proprio stato di compromissione lungo i diversi stadi della malattia, sperimentando sensazioni di perdita di controllo, incertezza, paura e tristezza, che mettono costantemente a rischio il benessere del paziente. In queste difficili condizioni mantenere un’immagine positiva di sé può contribuire a una più elevata qualità della vita. Fino a oggi poche indagini sono state condotte sull’efficacia degli interventi utili a mantenere un’immagine positiva di sé. Gli autori discuteran-no sistematicamente alcuni possibili interventi sulla base di casi realmente trattati e offriranno suggerimenti per ulteriori ricerche

    Besides navigation accuracy: Gender differences in strategy selection and level of spatial confidence

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    A virtual version of the reorientation task was employed to test new behavioral measures of navigation strategies and spatial confidence within a gender-fair assessment approach. The results demonstrated that, from a behavioral point of view, women had lower level of spatial confidence than men regardless of level of accuracy. Moreover, the way men and women selected spatial strategies depended on the arrangement of spatial cues within the environment. In other terms women relied on landmarks under specific conditions compatible with an adaptive combination/associative model of spatial orientation. Finally, the present study emphasized the importance to assess gender differences taking into account specific affective variables and information selection processing, beyond accuracy

    Predittori del Dropout nella Terapia Cognitivo- Comportamentale dei giocatori d’azzardo. Una revisione della letteratura

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    Aim: this review aims to identify the variables predicting dropout in the treatment of Pathological Gambling (GAP). Materials and Methods: the review identified and collected from the main international databases, 14 studies from 2007 to 2013 involving gamblers undergoing cognitive-behavioral treatment. Results: the mean rate of treatment dropout was found at 36.5%. Variables considered in the various studies as predicting dropout were: sociodemographic and psychological characteristics related to gambling and treatment. The most significant variables in predicting dropout were found to be the psychological variables (i.e. impulsivity, sensitivity to punishment, lack in executive functions). Conclusion: this review emphasizes the role of individual differences on therapeutic outcome and suggests to adopt a clear definition of predictors in order to improve therapeutic interventions aimed at reducing the risk of dropou
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