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    Small nucleolar RNAs determine resistance to doxorubicin in human osteosarcoma

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    Doxorubicin (Dox) is one of the most important first-line drugs used in osteosarcoma therapy. Multiple and not fully clarified mechanisms, however, determine resistance to Dox. With the aim of identifying new markers associated with Dox-resistance, we found a global up-regulation of small nucleolar RNAs (snoRNAs) in human Dox-resistant osteosarcoma cells. We investigated if and how snoRNAs are linked to resistance. After RT-PCR validation of snoRNAs up-regulated in osteosarcoma cells with different degrees of resistance to Dox, we overexpressed them in Dox-sensitive cells. We then evaluated Dox cytotoxicity and changes in genes relevant for osteosarcoma pathogenesis by PCR arrays. SNORD3A, SNORA13 and SNORA28 reduced Dox-cytotoxicity when over-expressed in Dox-sensitive cells. In these cells, GADD45A and MYC were up-regulated, TOP2A was down-regulated. The same profile was detected in cells with acquired resistance to Dox. GADD45A/MYC-silencing and TOP2A-over-expression counteracted the resistance to Dox induced by snoRNAs. We reported for the first time that snoRNAs induce resistance to Dox in human osteosarcoma, by modulating the expression of genes involved in DNA damaging sensing, DNA repair, ribosome biogenesis, and proliferation. Targeting snoRNAs or down-stream genes may open new treatment perspectives in chemoresistant osteosarcomas

    Folate-targeted liposomal nitrooxy-doxorubicin: an effective tool against P-glycoprotein-positive and folate receptor-positive tumors

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    Drug efflux transporters, in particular P-glycoprotein (Pgp), limit the success of chemotherapy. We previously found that synthetic doxorubicin conjugated with nitric oxide (NO)-releasing group overcomes resistance by inducing a NO-mediated inhibition of Pgp. Here we produced the first liposomal formulations of this nitrooxy-doxorubicin decorated with folic acid (FA), termed LNDF, in order to improve their active targeting against Pgp-expressing tumors. Folate was inserted onto liposomes surface using two different methods and the formulations were compared with respect to their technological features and in vitro behavior. By analyzing human and murine breast cancer cells with different expression of FA receptor (FAR) and Pgp, we demonstrated that LNDF are internalized in a FAR-dependent manner and achieve maximal anti-tumor efficacy against FAR-positive/Pgp-positive cells. Upon uptake of LNDF, nitrooxy-doxorubicin was delivered within nucleus, where it induced cell cycle arrest and DNA damages, and mitochondria, where it impaired the mitochondrial energy metabolism and triggered mitochondria-dependent apoptosis. LNDF reduced the growth of FAR-positive/Pgp-positive tumors and prevented tumor formation in mice, whereas doxorubicin and Caelyx®failed. LNDF cardiotoxicity was comparable to Caelyx®. The sensitivity to LNDF was maintained in tumors exposed to repeated cycles of the drug and in cells derived from the exposed tumors, excluding the onset of secondary resistance. By combining an innovative multitarget cargo drug, conceived to achieve high efficacy against Pgp-expressing cells, and appropriate strategies of liposome formulation and decoration, we produced a therapeutic tool that may represent a significant advancement in the treatment of FAR-positive/Pgp-positive tumors

    Piano di risanamento ambientale e di riequilibrio dell'area metropolitana di Napoli. Parte II - Valutazione delle attitudini del territorio.

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    Valutazioni delle attitudini del territorio Nell’area metropolitana di Napoli, tra le più congestionate d’Italia, dove si addensano tutte le più acute disfunzioni e contraddizioni prodotte da uno sviluppo incontrollato, dove alla eccezionale ricchezza di paesaggi si accompagnano la gravissima congestione dei centri urbani e della mobilità, e processi di degrado che toccano tutti gli aspetti del mondo fisico, dei settori produttivi e della vita sociale, la salvaguardia dell’ambiente in primo luogo problema di risanamento e riequilibrio del territorio, e la ricerca sul tema implica inevitabilmente momenti di analisi ed approcci interdisciplinari. Sistemi geomorfologici di eccezionale valore percettivo e paesaggistico spesso con caratteri di unicità otto il profilo geolitologico e pedologico, densi di straordinarie testimonianze di una lunga storia di insediamenti umani con altissimo livello artistico: risorse archeologiche e monumentali, giardini storici, ecc, si svolgono in un insieme territoriale che lascia intravedere l’antica armonia con un rigoglioso paesaggio agrario di cui si riesce a cogliere la funzione di riequilibrio ambientale oltre che di eccezionale produttività. La ricerca interdisciplinare ha consentito di accertare, per un progetto di riequilibrio territoriale dell’area metropolitana basato su criteri di compatibilità ambientale, i presupposti fisici che consentono di dare validità alla pianificazione ancorando scelte ed indirizzi alle reali attitudini e potenzialità dei suoli. La ricerca è stata sviluppata, pertanto, parallelamente sull’ambiente pedologico e sul progetto di riequilibrio del territorio. Sono state individuate e delimitate in cartografia grandi unità di territorio con profonde analogie di caratteri pedologici, di esse sono stati individuati i tipi di suolo più rappresentati, e sono state definite le loro “capacità d’uso” in base a criteri di Land Evaluation. Questi risultati ancorano alle reali attitudini dell’ambiente fisico il progetto di riequilibrio del territorio articolato secondo precise direttrici di sviluppo degli insediamenti compatibili con la salvaguardia di tre grandi cinture verdi: I: Parchi del Vesuvio e dei Campi Flegrei; Camaldoli, Capodimonte, aree agricole di piano tra lago Patria e Pomigliano; II: Parchi fluviali del Volturno, dei Regi Lagni e Del Sarno; Parchi archeologici di Casilinum, Capua Suessola, Nola; parco della Reggia di Caserta; III: Riserve naturali dell’Appennino

    Progetti di architettura Concorsi, realizzazioni e sperimentazione

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    La Villa Favorita e il parco. Sulla base del convincimento che il recupero di un parco storico deve individuare una strategia d'interventi progressivi nel tempo inscritti in una prospettiva generale di tutela. Se l'obiettivo che si intende perseguire è la conservazione integrata del bene devono riemergere sia le istanze estetiche che le intenzionalità progettuali espresse nel corso dei secoli rispettando tutte le peculiarità del luogo. Dunque, è necessario, da un lato, individuare gli interventi per tendere al ripristino del perimetro originario e dell'unità delle parti smembrate nel tempo, e, dall'altro, coniugare le esigenze della collettività, che costituiscono lo scopo e le motivazioni del restauro, con l'insieme dei significati custoditi dalla memoria storica del luogo. Il ripristino del perimetro originario, il contenimento dei fenomeni di degrado ambientale ai margini del sito, la riscoperta dei valori paesaggistici da cui trae origine quel dato luogo, il restauro degli edifici e degli elementi architettonici del parco, gli interventi di manutenzione della vegetazione o i nuovi impianti devono essere rivolti alla conservazione dei caratteri del paesaggio vesuviano nei suoi aspetti produttivi e agricoli e di delizia. Il ripristino del confine originario del Parco della Favorita richiede l'accorpamento del bosco superiore ed inferiore, nonché dell'area coltivata prospiciente quest'ultimo e di quelle su cui attualmente sorge l'edificio scolastico che un tempo costituivano una delle antiche vigne acquistate posteriormente al 1775. Uno degli obiettivi fondamentali è la ricomposizione dell'asse che unisce la Villa ed il mare e che unisce la Villa ed il mare e che esalta i due elementi paesaggistici di rilievo: il vulcano ed il mare. L'asse, interrotto dallo sbarramento del fascio di binari e dallo sventramento del Corso Umberto nonché dalla crescita incontrollata della vegetazione del bosco superiore, può solo in parte essere ricomposto
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