14 research outputs found

    Fattori di Rischio umani e infortuni conseguenti agli incidenti stradali: analisi di dati correnti

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    Obiettivo: molte ricerche dimostrano che la maggior parte degli incidenti stradali sono causati dall’errore umano legato in particolar modo all’età e al sesso. Questo studio vuole verificare il ruolo di alcuni fattori umani nell’incidentalità stradale rilevata attraverso le registrazioni correnti in un’area definita, la Provincia di Pavia. Disegno: integrare l’archivio cartaceo, opportunamente informatizzato, dei verbali degli incidenti stradali compilati dall’autorità di polizia presenti presso l’Ufficio provinciale della motorizzazione civile e il database del 118 provinciale e dei reparti di pronto soccorso della Provincia di Pavia e del registro di mortalità ASL. Analisi degli incidenti stradali occorsi nell’anno 2004. Si sono analizzati 1.347 incidenti per un totale di 2.908 conducenti di veicoli motorizzati coinvolti. Setting: Provincia di Pavia. Risultati: il tasso di mortalità dei conducenti dei veicoli a due ruote è quasi nove volte quello dei conducenti dei mezzi a quattro ruote. L’analisi logistica mostra un rischio di subire conseguenze doppio del sesso femminile, il ruolo protettivo di un maggior training di educazione stradale e il ruolo protettivo dell’età nella classe da 30 a 64 anni che cresce ulteriormente nella classe di conducenti con età maggiore di 64 anni. Chi ha ricevuto una decurtazione dei punti sulla patente presenta una probabilità più alta di non riportare conseguenze nello scontro riuscendo probabilmente a porre in atto azioni di difesa più rapidamente di chi le subisce. Inoltre, risulta che i guidatori dei veicoli a due ruote hanno un rischio circa 25 volte maggiore di rimanere infortunati rispetto a quelli dei mezzi a quattro ruote. Per quanto concerne la gravità delle conseguenze tra gli infortunati, l’unico fattore umano significativo è il sesso, che conferma un rischio maggiore nelle donne di circa il 40% rispetto agli uomini di rimanere ferite gravemente. Si conferma anche in questo caso il maggior rischio di riportare gravi conseguenze nei veicoli a due ruote rispetto a quelli a quattro ruote. Conclusione: le evidenze che emergono portano a rischi maggiori di infortunio i conducenti femmine, i veicoli a due ruote, chi non commette l’infrazione e i conducenti giovani. In base alle evidenze emerse pensiamo che questo studio possa essere una base di partenza per ricavare informazioni utili per interventi di prevenzione

    Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 RNA contamination of inanimate surfaces and virus viability in a health care emergency unit

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    Objectives: To detect possible severe acute respiratory syndrome coronavirus-2 (SARS-CoV-2) RNA contamination of inanimate surfaces in areas at high risk of aerosol formation by patients with coronavirus disease 2019 (COVID-19). Methods: Sampling was performed in the emergency unit and the sub-intensive care ward. SARS-CoV-2 RNA was extracted from swabbed surfaces and objects and subjected to real-time RT-PCR targeting RNA-dependent RNA polymerase and E genes. Virus isolation from positive samples was attempted in vitro on Vero E6 cells. Results: Twenty-six samples were collected and only two were positive for low-level SARS-CoV-2 RNA, both collected on the external surface of continuous positive airway pressure helmets. All transport media were inoculated onto susceptible cells, but none induced a cytopathic effect on day 7 of culture. Conclusions: Even though daily contact with inanimate surfaces and patient fomites in contaminated areas may be a medium of infection, our data obtained in real-life conditions suggest that it might be less extensive than hitherto recognized

    EBV DNA increase in COVID-19 patients with impaired lymphocyte subpopulation count

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    Objectives: The immunologic profile and opportunistic viral DNA increase were monitored in Italian patients with COVID-19 in order to identify markers of disease severity. Methods: A total of 104 patients infected with SARS-CoV-2 were evaluated in the study. Of them, 42/104 (40.4%) were hospitalized in an intensive care unit (ICU) and 62/104(59.6%) in a sub-intensive care unit (SICU). Human cytomegalovirus (HCMV) and Epstein-Barr virus (EBV), Parvovirus B19 and Human Herpesvirus 6 virus reactivations were determined by real-time PCR, and lymphocyte subpopulation counts were determined by flow cytometry. Results: Among opportunistic viruses, only EBV was consistently detected. EBV DNA was observed in 40/42 (95.2%) of the ICU patients and in 51/61 (83.6%) of the SICU patients. Comparing the two groups of patients, the EBV DNA median level among ICU patients was significantly higher than that observed in SICU patients. In parallel, a significant reduction of CD8 T cell and NK count in ICU patients as compared with SICU patients was observed (p < 0.05). In contrast, B cell count was significantly increased in ICU patients (p = 0.0172). Conclusions: A correlation between reduced CD8+ T cells and NK counts, EBV DNA levels and COVID-19 severity was observed. Other opportunistic viral infections were not observed. The relationship between EBV load and COVID-19 severity should be further evaluated in longitudinal studies
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