3 research outputs found

    Videoarte: dal segno all'opera finita. Percorsi di polisemia estetica dalla grafica alla videoinstallazione.

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    La tesi affronta un tema ancora non analizzato dalla storiografia e dalla critica relative alla videoarte e alle arti elettroniche in genere e analizza la particolare configurazione della valenza del segno grafico in quest'ambito. Dopo aver focalizzato l’attenzione su alcuni autori di rilievo nazionale e internazionale, e documentato lo studio attraverso lo spoglio di materiale vario, corredato di interviste agli autori e di documenti inediti raccolti nel corso delle indagini presso numerosi archivi pubblici e privati, la ricerca ha avuto modo di enuclearsi intorno a un epicentro nevralgico costituito, per ogni autore, da un corpus di disegni scelto a titolo esplicativo. Tale corpus ha permesso di rilevare e analizzare, in relazione alle videoinstallazioni di riferimento, il valore del portato storico-estetico e tecnico di ogni singolo disegno e nel dialogo con le opere ha permesso la ricostruzione di uno sguardo restrospettivo inedito dove segno e disegno sono il collante di un intero processo - intermediale, multimediale e talvolta crossmediale. In certa misura si è anche ridimensionato il primato dell’opera finita a favore della complessità del processo stesso, raccogliendo un'istanza di poetica largamente diffusa nella produzione artistica di queste avanguardie. Obiettivo della tesi è stato anche quello di redigere, traendo spunto dalla tradizione storico-artistica, un’ipotesi di ventaglio tipologico di riferimento; una sintesi paradigmatica delle declinazioni riscontrate. La tesi è costituita dalla ricerca vera e propria, storicamente e teoricamente inquadrata, disseminata dei disegni presi in esame, e una raccolta di altri disegni collegati al percorso di analisi, utilizzati come documenti di corredo e approfondimento alle scelte principali. Nella prima parte, storico-teorica, a partire dalle Avanguardie si è indagato il rapporto tra segno, disegno e opera, facendo attenzione a prendere in considerazione artisti e opere attraverso cui poter costruire un parallelismo di senso con l’oggetto della ricerca. Gli artisti e le opere scelte dunque hanno una rispondenza mirata tesa a significare e a dispiegare le relazioni tra fissità e movimento, tra spazi bidimensionali e spazi tridimensionali, e tra media della tradizione e media dell’innovazione tecnologica. Seguendo questa ottica l’excursus storico affronta con particolare attenzione le opere più significative dell’arte suprematista di Malevic, l’astrattismo di Eggeling e Richter e l’estetica «espansa» di László Moholy-Nagy, di Ejzenstejn e di Duchamp. Lo svolgimento teorico si sviluppa poi prendendo in considerazione l’esigenza di apertura alla tridimensionalità e alla tattilità (tra gli elementi significativi del dispositivo video installato) di artisti come Fischinger e McLaren. Nell’avvicinamento al periodo dell’arte elettronica la ricerca si focalizza su Fontana, la sperimentazione negli anni Cinquanta, l’estetica della dematerializzazione e i primi sconfinamenti metodologici che vedono cambiare parallelamente sia il ruolo del disegno che quello dello spettatore, diventati entrambi centri-dislocati. La seconda parte è specificamente analitica e si basa su un vasto corpus di disegni, oggetto vero e proprio della ricerca di dottorato, di artisti video, in particolare come preparazione, progettazione, spunto, premessa per la realizzazione di videoinstallazioni. I disegni sono stati raccolti grazie a una seie di contatti e ricerche in numerose gallerie d'arte, collezioni, studi di singoli artisti. L' introduzione all’analisi illustra l’orientamento tipologico. Come anticipato, traendo spunto dalla tradizione storico artistica è stata redatta una ipotesi classificatoria in cui, sulla base del materiale analizzato è stato declinato il disegno: dagli schizzi, alle bozze, più compiute, agli studi per singoli aspetti dell’opera, ai progetti inediti e mai realizzati, progetti approvati, elaborati con valenza autonoma che possono nascere a opera realizzata ed esposta,sia sotto forme collaudate che nuove. La parte dedicata all’analisi è preceduta da una premessa di respiro generale tesa a inquadrare il contesto dell’arte elettronica e l’universo delle videoinstallazioni. L’analisi dei rapporti tra disegno e opera finita è invece condotta in modo specifico sui seguenti autori: Wolf Vostell, Bruce Nauman, Bill Viola, Studio Azzurro, William Kentridge, Grazia Toderi, Giacomo Verde, Fabrizio Plessi, Gianni Toti, Michele Sambin

    Scarto e fuori-campo. EreditĂ  e sperimentazione videoartistica tra segno, disegno e azione

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    In the research context of the "moving images", the concept of "run-out" and "out-field" have been often considered as a productive “void" in between the notion of «interval» – already discussed by Vertov and Ejzenstein - and an imaginative dimension placed elsewhere. It is an “outside” possibly inhabited by idea, a hint to reflect upon, a reference of meaning, but also a drawing. In electronic art—and especially in the video-installations—that "outside" often coincides with a drawing. Yet, besides its inherent, generative value, and its recurring intervention in the creative process as "studium", it has a primary role also in the action and fruition of the viewer after the completion of the artwork. Starting from artists and theoreticians of the historical avant-garde, through the sign and the drawing, this essay intends to follow the paths of the concepts of "run-out " and " out-field" and explores their connections with the video-artistic international research, mainly through the work of Wolf Vostell, Bruce Nauman, Bill Viola and William Kentridge.Nell’orizzonte della sperimentazione delle immagini in movimento lo “scarto” e il “fuori-campo” sono stati più volte presi in esame come un “vuoto” produttivo in bilico tra il concetto di "intervallo" - già oggetto di discussione in Vertov e Ejzenstein - e una dimensione immaginativa posta altrove. Un “fuori” dove può abitare un'idea, uno spunto di riflessione, un riferimento di senso, ma anche un disegno. Nell’arte elettronica, in particolare nelle opere videoinstallate, quel fuori molto spesso si identifica proprio con un disegno, ma oltre ad avere una valenza generativa specifica e a intervenire come studium più volte all’interno del processo creativo, a realizzazione compiuta ha un ruolo primario anche nell’azione e nella fruizione spettatoriale. A partire da artisti e teorici delle Avanguardie storiche, attraverso il segno e il disegno il saggio si propone di percorrere i sentieri dello “scarto” e del “fuori-campo”, e di esplorarne i legami con la sperimentazione videoartistica internazionale, principalmente attraverso l’opera di Wolf Vostell, Bruce Nauman, Bill Viola e William Kentridge

    Pioniere del video

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    Una ricognizione sulle pioniere del video in Italia (anche con riferimenti al panorama internazionale) nel campo della ricerca, dell'organizzazione e della promozione delle arti elettronich
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