14 research outputs found

    Introduzione

    No full text
    Come leggiamo sui giornali, giovani e giovanissimi risultano sempre più spesso attori di violenze, perpetrate contro soggetti per lo più deboli e indifesi. «Pensionato ucciso da una babygang a Manduria: otto fermi, sei sono minorenni», titolava “La Stampa” il 30 aprile 2019, riportando uno dei molti episodi salito agli onori della cronaca. «Rispondono di tortura, danneggiamento, violazione di domicilio e sequestro di persona aggravati. Sputi, insulti, violenze, sevizie, percosse ai danni del ..

    «Arginare il pericolo per la civiltà»

    No full text
    Nella prima prefazione alla terza parte del saggio Mosé e il monoteismo, scritta a Vienna poco prima dell’invasione dell’Austria da parte della Germania nazista nel 1938, Freud scrive: L’epoca in cui viviamo è davvero singolare. Ci rendiamo conto con sorpresa che il progresso ha stretto alleanza con la barbarie. […] Nel caso del popolo tedesco, la ricaduta in una barbarie quasi preistorica […] [può] prodursi senza appoggiarsi a idee progressiste. […] Le cose hanno preso una piega tale che ogg..

    A più voci

    No full text
    Parigi, 7 marzo 2017: il Consiglio dell’École de la Cause Freudienne prende una decisione che non ha precedenti nella storia della psicoanalisi, un appello pubblico a votare contro Marine Le Pen e il Front National alle elezioni francesi. Il partito di Marine Le Pen nella campagna elettorale non solo sta crescendo nei consensi, ma si presenta, e tende a essere presentato dai media, come un partito fra gli altri, ottenendo una legittimazione inquietante per un partito postfascista che conserva..

    Adoviolenza : La psicoanalisi e la violenza degli adolescenti

    No full text
    La violenza fra i giovani, quella violenza efferata che colpisce se stessi o gli altri, si presenta per gli adulti come perturbante: muta, senza ragione, senza senso, pura spinta distruttiva. Le risposte che vediamo dispiegarsi a livello sociale in generale testimoniano i loro effetti di impotenza: né la comprensione, né l’autorità, paiono infatti poter arginare questo tipo di fenomeni. E per i giovani che vi sono coinvolti, raramente si apre un’interrogazione: la violenza agita non fa sintomo, se intendiamo il sintomo nel senso psicoanalitico, come soluzione di compromesso, risultante di una sostituzione del soddisfacimento pulsionale; la violenza agita non produce interrogazione. Questo volume nasce da questa prospettiva: lasciarsi interrogare dal fenomeno della violenza nelle giovani generazioni per cogliere, da un lato cosa nel nostro legame sociale produce violenza, dall’altro se e come l’esperienza psicoanalitica possa proporre una via per tessere un legame laddove il legame sembra presentarsi come impossibile

    Introduzione all’edizione italiana

    No full text
    Guerre senza limite è un libro prezioso. Pubblicato nel 2015 in Francia, raccoglie i contributi di un gruppo di psicoanalisti che hanno lavorato sul tema della guerra e della relazione fra la psicoanalisi e la guerra. Non è un libro prezioso solo per la qualità dei testi che vi compaiono, che gettano una luce inedita su un tema quanto mai attuale: la guerra, il suo impatto – diretto o indiretto – sui soggetti che ne sono toccati, il suo posto nei legami sociali e nella civiltà, in passato e n..

    Guerre senza limite : Psicoanalisi, trauma, legame sociale

    No full text
    Fin dai suoi esordi la psicoanalisi si è interessata ai conflitti e la sua storia è legata alle vicissitudini dell’impatto della guerra sui soggetti, nella forma specifica del trauma, nonché alla guerra come modalità del legame sociale. Questo volume raccoglie i contributi di psicoanalisti che si interrogano su quello che la guerra può insegnare alla psicoanalisi e su cosa la psicoanalisi può dire su di essa, provando a decifrarne le coordinate, e sul posto che essa ha nel discorso, cioè nella civiltà. La guerra infatti accompagna, e forse determina, lo sviluppo delle civiltà. Le sue forme si modificano e, oggi, essa appare nella forma del “senza limite”, conformemente alla modalità predominante nei nostri legami, configurando scenari inediti. Gli effetti sui soggetti, oggi come ieri, e il modo con cui questi possono essere trattati, sono ciò di cui si occupano gli analisti, orientati da Freud e da Lacan, considerando il trauma un fatto singolare, che non si presta a soluzioni universali, né tantomeno standardizzabili. Ma è compito degli psicoanalisti anche quello di delineare le coordinate fondamentali del nostro attuale “disagio della civiltà”, per poter contribuire alla lettura del posto che la guerra occupa nel nostro tempo, al di là di qualsiasi “facile ricetta” che si vorrebbe risolutiva

    Politica Lacaniana

    No full text
    È una nuova epoca per il movimento psicoanalitico lacaniano, da quando Jacques-Alain Miller ha lanciato con la movida Zadig una nuova scommessa del Campo freudiano. Essa ha preso avvio con diversi forum in Francia, poi con la conferenza di Madrid del 13 maggio 2017 e il 27 maggio 2017, con la conferenza tenuta a Torino nell’ambito del convegno nazionale della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, è stata coinvolta nel vortice anche l’Italia. Dopo la conferenza di maggio, è seguito a luglio, sempre a Torino, un seminario di politica lacaniana, iniziato con una conferenza di Jacques-Alain Miller sul tema “Eresia e ortodossia”, che insieme a tutti gli altri interventi di quella giornata di seminario, è raccolta in questo volume. La scommessa che ha dato il via a una nuova dimensione del Campo freudiano, è stata enunciata da Jacques-Alain Miller con le seguenti parole: “Ho un progetto: farci presenti, non soltanto nella clinica, nella psicologia individuale, come dice Freud, ma anche nella psicologia individuale in quanto collettiva, cioè nel campo politico. Non come un partito politico, ma in quanto psicoanalisti che possono portare qualcosa all’umanità in questo momento della o delle civiltà. Questo apporto, Lacan l’ha detto e ridetto, lo sperava, ma non è giunto a renderlo concreto. Non ha raggiunto l’apertura che è la nostra oggi. Non ha fatto questo passo, nonostante tutto il suo discorso converga su questo punto”

    Politica Lacaniana

    No full text
    È una nuova epoca per il movimento psicoanalitico lacaniano, da quando Jacques-Alain Miller ha lanciato con la movida Zadig una nuova scommessa del Campo freudiano. Essa ha preso avvio con diversi forum in Francia, poi con la conferenza di Madrid del 13 maggio 2017 e il 27 maggio 2017, con la conferenza tenuta a Torino nell’ambito del convegno nazionale della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, è stata coinvolta nel vortice anche l’Italia. Dopo la conferenza di maggio, è seguito a luglio, sempre a Torino, un seminario di politica lacaniana, iniziato con una conferenza di Jacques-Alain Miller sul tema “Eresia e ortodossia”, che insieme a tutti gli altri interventi di quella giornata di seminario, è raccolta in questo volume. La scommessa che ha dato il via a una nuova dimensione del Campo freudiano, è stata enunciata da Jacques-Alain Miller con le seguenti parole: “Ho un progetto: farci presenti, non soltanto nella clinica, nella psicologia individuale, come dice Freud, ma anche nella psicologia individuale in quanto collettiva, cioè nel campo politico. Non come un partito politico, ma in quanto psicoanalisti che possono portare qualcosa all’umanità in questo momento della o delle civiltà. Questo apporto, Lacan l’ha detto e ridetto, lo sperava, ma non è giunto a renderlo concreto. Non ha raggiunto l’apertura che è la nostra oggi. Non ha fatto questo passo, nonostante tutto il suo discorso converga su questo punto”

    Desideri decisi di democrazia in Europa

    No full text
    Questo libro raccoglie i testi degli interventi e il dibattito del Forum Europeo di Torino, organizzato il 18 novembre 2017 al Campus Einaudi dell’Università di Torino, da La Movida Zadig, l’Eurofederazione di Psicoanalisi, l’Associazione Mondiale di Psicoanalisi, la Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, con la collaborazione dell’Istituto Psicoanalitico di Orientamento Lacaniano e con il patrocinio dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte, dell’Università degli studi di Torino e della Regione Piemonte

    Parole minori

    No full text
    Sempre più spesso ci imbattiamo in giovani che manifestano nuove forme di disagio. Le classificazioni diagnostiche non mancano, anzi si aggiornano rapidamente e si moltiplicano in modo esponenziale sotto la categoria del “Disturbo di o della…”, che implicitamente rinvia alla necessità di trovare modi e mezzi per tacitarlo se non, addirittura, estirparlo. Genitori e Servizi sono spesso impotenti di fronte alle nuove forme del disagio contemporaneo, dove gli ideali che un tempo riuscivano in qualche modo a offrire delle soluzioni collettive o a temperarne l’angoscia hanno perso valore. Così il disagio si manifesta sempre più nella sua urgenza e l’unica soluzione possibile è la richiesta di interventi volti a “normalizzare” il comportamento del minore, interventi che spesso finiscono per acuire il disagio stesso e le modalità in cui ciascuno lo esprime. L’esperienza delle istituzioni che si rifanno alla psicoanalisi di Jacques Lacan rovesciano, invece, la prospettiva comune. Il disagio prima di tutto è una forma di appello, non un disturbo, e il comportamento che lo rivela è la parola, sebbene ridotta al torsolo, spesso mal formulata o espressa tramite agiti. Occorre ascoltarla nella sua declinazione singolare per farsi partner di ciascuno in modo unico, ritessendo relazioni di fiducia e sostenendo le invenzioni singolari che ognuno riesce a mettere in campo per trasformare il disagio in qualcosa d’altro. Quanto testimoniato in questo volume parte dalle esperienze di accoglienza di minori in diverse istituzioni, per introdurre una riflessione sul soggetto contemporaneo e abbozzare un discorso politico critico sulla spinta all’omologazione sempre più presente e offerta come l’unica possibile in una società che continua, invece, a dichiararsi democratica e globalizzata
    corecore