42 research outputs found

    L’avvocato del diavolo

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    Il saggio si colloca in una linea di lunga durata per quelli che Hirschman ha definito "imperativi dell''argomentazione", cioè retoriche, strategie, ideologie in grado di andare oltre i desideri, il carattere, le intenzioni e le convinzioni degli stessi attori che , che per motivi diversi, le hanno prodotte. La vicenda storica della mafia si nutre, infatti, di una continua riproposizione di imperativi dell''argomentazione dall''età postunitaria sino ai giorni nostri. Siamo davanti a una retorica alquanto reticente sulla natura della mafia, ma che in compenso pretende di spiegare in forma apodittica che cosa non è. La mafia è sempre qualcos''altro, un oggetto storico non identificabile. Glia avvocati giocano un ruolo fondamentale nella creazione e manutenzione degli imperativi dell''argomentazione, per la natura stessa della loro professione. L''avvocato è un uomo di parte, non ha obblighi di verità, fedele al dovere di lealtà e di probità verso il sui assistito (anche mafioso) deve essere indifferente agli esiti sociali e politici specie sotto un regime totalitario

    DA UN MONOPOLIO NATURALE ALL'ALTRO: IL GRANO E LO ZOLFO SICILIANO

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    Il saggio si inserisce in una riflesione più ampia sulle trasformazioni dello spazio economico, politico e sociale che investe le investe il Mediterraneo e la Sicilia nel primo Ottocento. L''attenzione si concentra su deu prodotti strategici e di vertice delle gerarchie merceologiche: il grano e lo zolfo. Grazie ai dati degli Archives Dèpartementales des Bouchee-du-Rhone, Boureau de Santé maritime, e con l''aiuto di quelli dell''Archiovio di Stao di Palermo e Napoli, è stato possibile ritornare a riflettere sui flussi commerciali e sulle "complementarietà economiche". Merci diverse, grano e zolfo, ma speculari. Il fìgrano è il simbolo del contratto di Antico regime, è la presenza divina incastonata nella legge morale della comunità; lo zolfo, al contrario, è uno dei simboli della rivoluzione industriale, di nuove forme rivoluzionarie di organizzazione economica e sociale, e richiama l''inferno sia nelle miniere che nelle fabbriche

    MAKING REVOLUTION. SOCIETA' PATRIZIA E CULTURA PLEBEA NELLA SICILIA RISORGIMENTALE

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    Il saggio è un omaggio alla storiografia di E.P. Thompson e a N. Recupero uno dei suoi maggiori interpreti italiani. Qui di parla del rapporto che unisce cultura alta e cultura bassa durante un lungo periodo rivoluzionario che abbraccio tutto un "lungo risorgimento siciliano". Come fare la rivoluzione e come uscirne sono i due problemi che gli attori sociali per quasi mezzo secolo sono chiamati ad affrontare. Una sfida che non è solo locale, ma nazionale ed europea

    I PORTI DEL GRANO SICILIANO NEL XVIII SECOLO

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    L’autore ricostruisce il funzionamento dei «caricatori» di Sicilia, ovvero dei porti specializzati nell’esportazione del grano tanto per il mercato estero («extra regno» ) quanto per quello interno («infra regno» ). A capo di questo complesso sistema istituzionale, che accompagna tutta la storia medievale e moderna dell’isola, vi è l’ufficio del Maestro Portulano dal quale transitano tutti i permessi («le tratte» ) concessi dalla corte ai mercanti locali e internazionali. Partendo dal caso del caricatore di Trapani si procede a un resoconto complessivo del grano esportato annualmente da tutti i porti dell’isola dal 1720 al 1820. Oltre ad individuare le diverse tipologie di caricatore, il lavoro fornisce una mappatura completa delle destinazioni interne del grano.Blando Antonino. I porti del grano siciliano nel XVIII secolo. In: Mélanges de l'École française de Rome. Italie et Méditerranée, tome 120, n°2. 2008. Le livre scientifique aux débuts de l’époque moderne. Entrepôts et trafics annonaires en Méditerranée. pp. 521-540

    L'Italia trasformata

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    Il saggio si concentra sul tema dell'ascesa e declino del welfare state nell'Italia repubblicana. I caratteri della trasformazione italiana hanno infatti coordinate strutturali simili a quelli occidentali: cioè di una capillare, sistematica assunzione dentro l'involucro delle politiche di welfare - e sotto la copertura delle gigantesche burocrazie pubbliche - della totalità delle relazioni umane fondamentali: dalle funzioni di cura, dei processi di formazione e acculturazione, della gestione del tempo, della allocazione nello spazio e del controllo dei rischi. Di tutto ciò che sino ad allora era stato esterno al sistema del lavoro salariato affidato esclusivamente al privato o alla famiglia. L'allargamento delle funzioni statali, dalla scuola alla sanità, dalle burocrazie centrali a quelle periferiche, permetteva l'ingresso di una forza lavoro nuova. Anche la crisi di fine millennio segue un percorso europeo. Lo stato di debolezza in cui versano i regimi democratici può ritenersi in primo luogo un effetto paradossale del successo della democrazia, la quale, sospinta dalle passioni ideologiche che animava le forze politiche, aveva conseguito sino agli anni novanta straordinari risultati in termini di sviluppo, di libertà, di benessere individuale e collettivo. Così, esauritesi o dispersi i grandi conflitti, consumatesi le ideologia, rattrappitesi i partiti, l’antica avversione al government by discussion era tornata ad infiammarsi. Disincanto, delusione, risentimento e cinismo costituivano la sostanza di questo male delle democrazie, mentre manifestazioni più frequenti ne erano l’astensionismo, l’irrequietezza elettorale e l’antipolitica. Quest’ultima veniva definita come una variante postmoderna del populismo, convertito alla democrazia, che sapeva cercare il consenso soprattutto in quelle categorie sociali che negli anni dello sviluppo avevano conosciuto un miglioramento degli stili e che adesso si trovavano a soffrire i cambiamenti dei sistemi di produzione imposti dalla globalizzazione liberista

    1992. TRENT'ANNI DOPO

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    Today, more than thirty years after that season of massacres, and after having also crossed the wave unscathed of the shock of 11 September 2001, which saw the explosion of man-bombs, trucks, belts, vests, envelopes, nothing has happened in Italy anymore. No attacks in the last thirty years. Yet it was the same country which, from the birth of the Republic onwards, had forced two generations of Italians to suffer everything: bombs in banks, on trains, in squares, in stations, attacks in airports, on pylons of high voltage, in front of the basilicas, inside the factories, under the motorways, in the places of institutions democratic and front of house. Then all this ended in 1992-93. How was this possible

    Il mito del grande complotto

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    one of the themes that have most fascinated public opinion, with books, films and television programmes, that is, the supposed help given by the Sicilian American mafia to military operations and the government of occupied Sicily. According to a reading, which unfortunately has also become commonplace, the mafia not only allowed the Anglo-American landing, but also built a political consensus on the island and, even on the history of republican Italy itself

    Terrorismo : una parola nel tempo

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    Nel racconto di questo arresto vi sono due modi di leggere il terrorismo. La prima ci dice che il terrorismo sono gli altri, che i terroristi sono diversi da noi, fanatici, politici radicali, gente che sognava la rivoluzione con la propaganda del fatto, pazzi, comunisti che bisogna uccidere o buttare in galera sino a quando non muore. Una concezione liberal-democratica nella quale società civile e Stato sono presidi di pace e della convivenza civile, e il terrorismo appare con una azione perturbatrice che introduce dall’esterno violenza e disordine

    Incontri troppo ravvicinati

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    Today there is increased sensitivity to illegal acts and deviance, zero tolerance, repression, the army on the streets, the increasingly armed police. A series of slogans that make the fortune of the new populist right. We are thus witnessing a focus of public discourse and action on security issues: the first phenomenon (deviance) is cultural, the second (discourse) is political. Political elites reinforce or even anticipate citizens' security concerns. We are thus witnessing a hyper-criminalization of deviant phenomena which takes the name of penal populism: freedom of action for the police force, more severe penalties, faster trials, construction of new prisons

    Recensione di Marcello Ravveduto, Lo spettacolo della mafia : storia di un immaginario tra finzione e realtà

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    Letta sotto questa lente, la mafia, anzi le mafie al plurale, si affermano nel discorso pubblico come un potere oscuro, a volte invincibile, di sicuro violento e corruttore. Per conoscerle bisogna innanzitutto compiere un’azione di costruzione sociale del male, c’è bisogno di identificare il mafioso come un nemico pubblico e attribuirgli, per renderlo manifesto, tutti i difetti che non appartengono al cittadino virtuos
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