23 research outputs found

    Habitat fragmentation and anthropogenic factors affect wildcat Felis silvestris silvestris occupancy and detectability on Mt Etna

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    International audienceKnowledge of patterns of occupancy is crucial for planning sound biological management and for identifying areas which require paramount conservation attention. The European wildcat Felis silvestris is an elusive carnivore and is classified as ‘least concern' on the IUCN red list, but with a decreasing population trend in some areas. Sicily hosts a peculiar wildcat population, which deserves conservation and management actions, due to its isolation from the mainland. Patterns of occupancy for wildcats are unknown in Italy, and especially in Sicily. We aimed to identify which ecological drivers determined wildcat occurrence on Mt Etna and to provide conservation actions to promote the wildcats’ long-term survival in this peculiar environment. The genetic identity of the wildcat population was confirmed through a scat-collection which detected 22 different wildcat individuals. We analysed wildcat detections collected by 91 cameras using an occupancy frame work to assess which covariates influenced the detection (p) and the occupancy (ψ) estimates. We recorded 70 detections of the target species from 38 cameras within 3377 trap-days. Wildcat detection was positively influenced by the distance to the major paved roads and negatively affected by the presence of humans. Wildcat occupancy was positively associated with mixed forest and negatively influenced by pine forest, fragmentation of mixed forest and altitude. A spatially explicit predicted occupancy map, validated using an independent dataset of wildcat presence records, showed that higher occupancy estimates were scattered, mainly located on the north face and at lower altitude. Habitat fragmentation has been claimed as a significant threat for the wildcat and this is the first study that has ascertained this as a limiting factor for wildcat occurrence. Conservation actions should promote interconnectivity between areas with high predicted wildcat occupancy while minimising the loss of habitat

    L'areale italiano del gatto selvatico europeo (<em>Felis silvestris silvestris</em>): ancora un dilemma?

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    Nel 1992 dall'Aspromonte l'area di distribuzione del gatto selvatico europeo si arrestava al parallelo UTM 4800000 Nord, su una linea corologica che andava da Piombino a Fabriano (Ragni <em>et al.</em> 1994). Nessuna spiegazione ecologica poteva giustificare i 450 chilometri di iato corologico che separava tale linea dal frammento di areale disgiunto delle Alpi Liguri; ad Est la stazione più prossima era ubicata nell'area del Cansiglio (Prealpi Venete). Dopo un decennio si presenta un aggiornamento sullo stato del "dilemma". Dal giugno 1992 al giugno 2003 sono stati raccolti 46 reperti (esemplari rinvenuti morti, catturati vivi o fotografati in natura) in Toscana, Umbria e Marche, le regioni "tagliate" dal limite d'areale peninsulare. Uno solo dei reperti risulta rinvenuto a Nord di detto limite: "sui monti di Carpegna", in Provincia di Pesaro-Urbino all'altezza del parallelo UTM 4850000 Nord; si tratta di un maschio adulto, abbattuto illegalmente. La nuova stazione zoogeografica è separata dal limite del 1992 con un salto longitudinale di almeno 50 chilometri, così come i 12440 Kmq di Penisola Italiana compresi tra i due paralleli risultano completamente privi del felide. Analogamente a quello spaziale si osserva un salto temporale di 10 anni (giugno 1992-ottobre 2002) tra le due condizioni corologiche. Al contrario, i 13200 Kmq di penisola compresi tra il parallelo "storico" e quello posto 50 chilometri più a Sud, sono punteggiati da 35 reperti con distribuzione spaziale relativamente uniforme; così come la distribuzione delle stazioni nel tempo. Se si esclude il ritrovamento di Carpegna i limiti di areale definiti nel 1992 sono rimasti immutati: le nuove stazioni peninsulari confermano, al giugno 2003, la linea Piombino-Fabriano; le nuove stazioni Nord-orientali confermano, all'ottobre del 2002, l'area del Cansiglio; mentre, dopo il 1992, le stazioni della Liguria occidentale, che risalivano già al 1981, non hanno ricevuto alcuna conferma. In conclusione, dal punto di vista della dinamica d'areale <em>F. s. silvestris</em> in Italia si mostra, complessivamente, molto conservativo: un fenomeno noto anche per un altro felide, la lince eurasiatica nel suo areale alpino. La situazione sopra delineata, quindi, impone di considerare il ritrovamento di Carpegna con molta prudenza: per escludere la possibilità che si tratti delle conseguenze di un intervento antropico o di un evento naturale stocastico, occorre sviluppare un monitoraggio intensivo in adeguate aree di studio, al fine di verificare l'esistenza di una popolazione vitale del felide

    La realizzazione dell'Atlante dei Mammiferi dell'Umbria

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    L?Atlante dei Mammiferi dell?Umbria è il risultato dell?attuazione del programma di ricerca denominato Progetto Atlante dei Mammiferi dell?Umbria (PAMU), realizzato nel periodo che va dal gennaio 1995 al giugno 2001 in collaborazione con la Regione dell?Umbria. Per la realizzazione dell?Atlante è stato utilizzato in massima parte <em>software Open Source</em>, in ambiente Debian Linux 2.2. L?archiviazione e parte dell?elaborazione dei dati sono state effettuate con Gnumeric. Le 42 carte di distribuzione specifica e le 8 carte tematiche regionali sono state redatte con GRASS GIS 4.3 e con GIMP. I testi sono stati redatti con OpenOffice. La ricerca ha interessato l?intero territorio amministrativo regionale, così come rilevabile dalla cartografia ufficiale (CTR Umbria 1:25.000, 1982; CTR Umbria 1:100.000, 1994) per un totale di circa 845.000 ettari. Tale superficie è stata suddivisa in 383 discreti cartografici (quadrati con lato di km 5) impostati su reticolo Gauss-Boaga; ad ogni quadrato è stata attribuita una categoria ambientale fisionomica derivata dalla Carta geobotanica dell?Umbria. Per ogni quadrato i 32 ricercatori coinvolti nell?indagine di campo hanno raccolto dati oggettivi sulla presenza delle specie mediante metodo naturalistico, ricerca bibliografica e museologica, inchiesta per intervista diretta. Sono stati archiviati 6238 <em>record</em> distribuiti in 352 quadrati. Sono risultate presenti 64 specie di Mammiferi selvatici, delle quali: 9 Insettivori, 22 Chirotteri, 2 Lagomorfi, 15 Roditori, 11 Carnivori, 5 Artiodattili. Il numero minimo di specie presenti per quadrato è 0, il massimo è 22. La specie più diffusa è risultata essere la volpe (327 quadrati), la meno diffusa il topolino delle risaie (1 quadrato); le ?novità?, rispetto alle conoscenze pregresse, sono costituite dall?orso bruno e dalla lince eurasiatica. Per ogni specie è stato calcolato l?Indice di Diffusione Regionale (ID = n / N, con n = numero di celle nelle quali è accertata la presenza della specie; N = numero di celle indagate). Per alcune specie è stata proposta una descrizione quantitativa dell?habitat frequentato, relativamente alle 6 categorie ambientali considerate. Sulla base della frequenza delle specie nelle celle del reticolo sono stati calcolati indici di ?valenza teriologica? dello spazio regionale e delle categorie ambientali

    Experiences obtained from camera trapping the European Wildcat in Sicily (Italy)

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    The wildcat is an elusive species that is threatened with extinction in many areas of its European distribution. In Sicily the wildcat lives in a wide range of habitats and this work was done on the Etna volcano. In the 2006, after an exploration of the study area, we used camera traps with the aim to obtain pictures of the wildcat. We conducted our experiment during two periods (April 11 to August 8 - September 26 to December 16) and we used an attractant only in the first period. Twelve of the eighteen trapping stations provided a total of 24 pictures of wildcats. 9 different wildcats were identified using natural-coat marking system and morphological criteria on an area of 660 ha. Our work remarks the goodness of the camera trapping in the monitoring of wildcat’s population, as it has been successfully used for many other felids in recent years

    Population density estimation of the European wildcat (Felis silvestris silvestris) in Sicily using camera trapping

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    The wildcat is an elusive species that is threatened with extinction in many areas of its European distribution. In Sicily the wildcat lives in a wide range of habitats; this study was done on Mount Etna. Previous camera trap monitoring was conducted in 2006 (pilot study) and in 2007 (first estimation of wildcat population size by using camera trapping with capture-recapture analyses) in the same study area. In 2009 digital camera traps in pairs were used at each station with the aim of determining the density of the wildcat’s population by using capture–recapture analyses. The coat-colour and markings system was used to determine both the taxonomical status of the photographed cat and the individual identification. Two trap-lines adjacent to each other were run in two consecutive data collection periods. Camera traps worked together for 1080 trap-days and we obtained 42 pictures of wildcats from 32 events of photographic capture, from which 10 individuals (excluding four kittens) were identified. The history capture of each individual was constructed and the software CAPTURE (model heterogeneity) was used to generate an estimation of the population density (0.28 ± 0.1 wildcat/1 Km2) by using the Full Mean Maximum Distance Moved for wildcats caught more than once to calculate the effective sampled area. The wildcat’s population density on Mount Etna falls within the medium/ high range of those found throughout Europe. Recaptures of the same individual and reproductions events have been recorded across the years. Comparison with previous studies suggested that wildcat’s density in our study area might be stable

    Egg predators of an endemic Italian salamander, <em>Salamandrina perspicillata</em> (Savi, 1821)

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    We report new aquatic predators feeding on Northern spectacled salamander eggs, Salamandrina perspicillata, an endemic Italian species. Eggs were preyed upon by the leech, Trocheta bykowskii, and the trichopteran larvae of Potamophylax cingulatus and Halesus appenninus
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