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    A controlled study of the effect of a mindfulness-based stress reduction technique in women with multiple chemical sensitivity, chronic fatigue syndrome, and fibromyalgia

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    Tara Sampalli1, Elizabeth Berlasso1, Roy Fox1, Mark Petter21Nova Scotia Environmental Health Centre, Fall River, Nova Scotia, Canada; 2Doctoral Candidate, Department of Psychology, Dalhousie University, Halifax, CanadaBackground: The objective of this study was to examine the effect of a mindfulness-based stress reduction (MBSR) program on women diagnosed with conditions such as multiple chemical sensitivity (MCS), chronic fatigue syndrome (CFS), and fibromyalgia (FM). Methods: The intervention group underwent a 10-week MBSR program. Symptoms Checklist Inventory (SCL-90R) was used as outcome measure and was administered before the start of the program (pre-), immediately upon completion (post-) and at three-month follow-up. Women on the wait list to receive treatment at the Nova Scotia Environmental Health Centre were used as control subjects for the study.Results: A total of 50 participants in the intervention group and 26 in the wait-list controls group were recruited for this study. Global scores in the intervention group reached statistical significance pre-post (<0.0001) and at pre-follow-up (<0.0001) while the global scores in the control group remained the same. Five of nine and eight of nine subscales of the SCL-90R showed improvement of statistical significance in MBSR group following treatment and at three-month follow-up.Conclusions: The study showed the importance of complementary interventions such as MBSR techniques in the reduction of psychological distress in women with chronic conditions.Keywords: chronic conditions, multiple chemical sensitivity, mindfulness-based stress reduction, chemical sensitivit

    Geodetic GPS for Landslides Monitoring

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    RASSEGNA TECNICA DEL FRIULI VENEZIA GIULI

    La messa in sicurezza dei bacini di decantazione degli sterili della miniera di Cave del Predil \u2013 Udine

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    L\u2019articolo descrive le opere previste per la messa in sicurezza permanente dei bacini di decantazione degli sterili della miniera di Cave del Predil (UD) nonch\ue9 i risultati ottenuti con i primi interventi realizzati in termini di riduzione delle concentrazioni degli inquinanti presenti nelle acque di falda. Lo stabilimento minerario \ue8 sorto nel 14\ub0 secolo per sfruttare il pi\uf9 importante giacimento di solfuri di zinco (Blenda), piombo (Galena) e ferro dell\u2019intero arco alpino ed \ue8 stato attivo fino al 1991; l\u2019estrazione dei minerali avveniva con una prima separazione dello sterile per densit\ue0 e quindi con un trattamento di arricchimento tramite reagenti chimici in un impianto di flottazione. Lo scarto delle lavorazioni, prodotto in quantit\ue0 rilevanti, circa 150.000 ton/anno e granulometricamente simile alla sabbia limosa, veniva scaricato in forma di sospensione acquosa in bacini di decantazione ubicati a valle della miniera e realizzati negli anni 70 occupando parzialmente l\u2019alveo del torrente che scorre nel fondovalle, il Rio del Lago. L\u2019intera opera consta di quattro bacini delimitati longitudinalmente e trasversalmente da argini costruiti utilizzando il toutvenant di miniera che, allo stato attuale, si estendono per una lunghezza di circa 1200 metri in direzione Sud-Nord, con una larghezza media di circa 100 metri e un\u2019altezza massima di 25 metri. Il volume totale depositato \ue8 pari a 2.367.540 m3. Nel 2006, la regione Friuli Venezia Giulia ha incaricato l\u2019ARPA e l\u2019Universit\ue0 di Udine di redigere e condurre un piano di investigazione volto ad individuare sia lo stato di contaminazione che le condizioni di stabilit\ue0 geotecnica ed idraulica del sito. Le analisi eseguite dall\u2019ARPA, sia su campioni prelevati all\u2019interno dei bacini che sulle acque di falda, hanno evidenziato il superamento anche di 40 volte dei valori di concentrazione limite riportate nella tabella B del D.Lgs. 152/06 per i quattro metalli strettamente correlati con l\u2019attivit\ue0 della miniera, Piombo, Zinco, Arsenico e Tallio, e rilevando anche significative concentrazioni di Cadmio. Nel rapporto dell\u2019Universit\ue0 di Udine erano state individuate come fonti principali di rischio l'erosione superficiale dei depositi di scorie e l'infiltrazione di acqua meteorica al loro interno e formulate anche alcune ipotesi di intervento per la messa in sicurezza in emergenza allo scopo di evitare la diffusione dei contaminanti nell\u2019ecosistema. Le opere previste per la fase emergenziale sono state inserite in un pi\uf9 ampio Progetto Preliminare Generale di messa in sicurezza permanente, da attuarsi per lotti funzionali successivi, e hanno avuto inizio nel 2009 con la realizzazione dei canali di sgrondo delle acque meteoriche e con il ricoprimento di bacini con materiale inerte per evitare la dispersione eolica dei sedimenti. Allo stato attuale sono in corso i lavori per la messa in sicurezza permanente di due bacini mediante la posa in opera sulla loro superficie di una barriera impermeabile realizzata con limo compattato proveniente dagli impianti di lavaggio delle ghiaie. Le analisi eseguite dall\u2019ARPA a partire dal 2009 evidenziano che gli interventi gi\ue0 attuati hanno ridotto sensibilmente i valori di concentrazione dei metalli pesanti nelle acque di falda

    Phase matching with pulsed Bessel beams for high-order harmonic generation

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    We propose a different approach to obtain phase-matched generation of high-order harmonics based on the use of pulsed Bessel beams as pump pulses. By means of the \u201ccoherence map\u201d technique, we show that it is possible to maximize the generation of a chosen harmonic of interest by properly adjusting the phase front tilt of the pulsed Bessel beam to compensate the mismatch arising from material and plasma dispersion and atomic phase
    corecore