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    STUDIO SU CELLULE PROGENITRICI ENDOTELIALI DI UNA DISPERSIONE DI NANOPARTICELLE A BASE DI UN DERIVATO DEL CHITOSANO COME VEICOLO DEI POLIFENOLI DELL'UVA

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    Recenti studi hanno dimostrato che i processi di angiogenesi (sviluppo di un nuovo circolo capillare) e di vasculogenesi (processo di formazione e maturazione di nuovi vasi sanguigni) non sono dovuti soltanto a cellule che si trovano già nel sito vascolare o miocardico danneggiato, ma è dovuto anche a cellule derivanti da midollo osseo. Queste cellule sono state definite “cellule progenitrici endoteliali (EPC)”. Le EPC vengono mobilitate dal midollo osseo ed entrano nel circolo sanguigno per contribuire significativamente alla neovascolarizzazione e riendotelizzazione. Molti studi hanno riportato una diminuzione del numero e della funzionalità delle EPC nel caso di stress ossidativo, patologie cardiovascolari, ipertensione, diabete e vecchiaia. L’importanza di queste cellule nel processo di riparazione endoteliale ha portato alla ricerca di nuove strategie per aumentarne il numero e la funzionalità. Questo lavoro si propone si aumentare la vitalità delle EPC ridotta da stress ossidativo con l’utilizzo di prodotti naturali veicolati tramite un sistema di trasporto innovativo. Per anni sono state studiate le capacità antiossidanti del vino rosso dovute alla presenza di polifenoli; queste proprietà sono purtroppo limitate dalla presenza dell’alcool etilico, che aumenta l’incidenza di cardiomiopatie ed inoltre degrada i polifenoli presenti nel vino. La scelta dei prodotti naturali da utilizzare è caduta per questo sui polifenoli totali presenti nei vinaccioli e nelle bucce dell’uva, in modo da mantenere le proprietà benefiche ed eliminare i rischi dovuti all’alcool etilico. Come veicolo di questi polifenoli sono state scelte nanoparticelle composte dal derivato tiolato del chitosano ammonico quaternario (N+-rCh-SH) reticolato con acido ialuronico depolimerizzato (HA). Le nanoparticelle infatti, grazie alle loro piccole dimensioni, promuovono l’assorbimento a livello intestinale; l’assorbimento è inoltre promosso dalla mucoadesività del polimero. Inoltre, mediante l’incapsulamento in NP, i polifenoli possono essere protetti dalla degradazione. Metodi: le EPC umane sono state isolate da sangue periferico in seguito a centrifugazione su gradiente di densità e successiva semina su piastre da 96 pozzetti rivestite con fibronettina. I polifenoli totali e la capacità antiossidante di vinaccioli pre-invaiatura (p-GSE= pre-veraison grape seed extract), vendemmia (r-GSE= ripe grape seed extract) e di bucce (SE= skin extract) sono stati misurati rispettivamente tramite i reagenti di Folin-Ciocalteau e FRAP. La vitalità cellulare e la produzione dei ROS sono stati misurati rispettivamente con il saggio di riduzione dei Sali di tetrazolio (WST-1) e con il marcatore fluorescente CM-H2DCFDA. Le nanoparticelle (NP) sono state preparate tramite legami crociati ionotropici di N+-Ch-SH. Una soluzione di HA (0.0125 mg/ml, 600 µl) in tampone fosfato pH 7.4, 0.13 M (PB= phosphate buffer), contenente p-GSE e r-GSE (0.2 mg/ml), è stata aggiunta alla soluzione di N+-Ch-SH (2 mg/ml, 5 ml) in PB. Risultati: i p-GSE hanno mostrato un contenuto più elevato di polifenoli totali (2.35 g/L) rispetto agli r-GSE (1,09 g/L). Tutti i GSE hanno mostrato un buon potere antiossidante anche se la reattività dei p-GSE è risultata essere il 14% in più rispetto a quella degli r-GSE a parità di polifenoli totali. Le dimensioni delle NP sono intorno ai 300 nm, con 24 h di stabilità; l’efficienza di incapsulamento dei GSE è intorno al 93%. Inoltre le NP (cariche e non cariche) hanno mostrato una bassa citotossicità sulle EPC sia a breve che a lungo termine. I p-GSE incapsulati in NP sono più attivi rispetto ai p-GSE liberi sull’inibizione della citotossicità indotta da H2O2. In più i p-GSE incapsulati in NP inibiscono significativamente la produzione intracellulare di ROS indotta da H2O2 rispetto ai p-GSE liberi. In conclusione possiamo dire che le nanotecnologie sono validi sistemi di trasporto dei nutraceutici. I risultati suggeriscono che le NP come veicolo dei p-GSE sono un promettente sistema terapeut

    Effect of Aminaphtone on in vitro vascular permeability and capillary–like maintenance

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    Aminaphtone (AMNA), a naphtohydrochinone used in the treatment of capillary disorders, may affect oedema in chronic venous insufficiency (CVI). Aim of study is to investigate the effect of AMNA on vascular endothelial permeability in vitro and its effects on three-dimensional capillary-like structures formed by Human Umbilical Vein Endothelial Cells (HUVECs). HUVECs were treated with 50 ng/ml VEGF for 2h and AMNA for 6h. Permeability assay, VE-cadherin expression and Matrigel assay were performed. VEGF-induced permeability was significantly decreased by AMNA in a range concentration of 1-20 μg/ml. AMNA restored VE-cadherin expression. Finally, 6h pretreatment with AMNA significantly preserved capillary-like structures formed by HUVECs on Matrigel up to 48 h compared to untreated cells. AMNA significantly protects endothelium permeability and stabilises endothelial cells organised in capillary-like structures, modulating VE-cadherin expression. These data might explain the clinical benefict of AMNA on CVI

    Observation of gravitational waves from the coalescence of a 2.5−4.5 M⊙ compact object and a neutron star

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    Ultralight vector dark matter search using data from the KAGRA O3GK run

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    Among the various candidates for dark matter (DM), ultralight vector DM can be probed by laser interferometric gravitational wave detectors through the measurement of oscillating length changes in the arm cavities. In this context, KAGRA has a unique feature due to differing compositions of its mirrors, enhancing the signal of vector DM in the length change in the auxiliary channels. Here we present the result of a search for U(1)B−L gauge boson DM using the KAGRA data from auxiliary length channels during the first joint observation run together with GEO600. By applying our search pipeline, which takes into account the stochastic nature of ultralight DM, upper bounds on the coupling strength between the U(1)B−L gauge boson and ordinary matter are obtained for a range of DM masses. While our constraints are less stringent than those derived from previous experiments, this study demonstrates the applicability of our method to the lower-mass vector DM search, which is made difficult in this measurement by the short observation time compared to the auto-correlation time scale of DM

    Intolleranza al lattosio: gestione nutrizionale e importanza del latte delattosato

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    L’intolleranza al lattosio è una condizione molto comune, che affligge il 70% della popolazione mondiale. Essa deriva da una carenza della lattasi, l’enzima responsabile della digestione del lattosio nell’intestino tenue. La carenza di lattasi deriva nella maggior parte dei casi da poliformismi genetici che inducono la perdita dell’enzima dopo lo svezzamento, rendendo i soggetti lattasi non persistenti. La maldigestione di lattosio provoca una serie di sintomi a livello gastrointestinale come diarrea osmotica, gonfiore, flatulenza e dolore addominale. La gestione della condizione di intolleranza al lattosio è principalmente di tipo nutrizionale e consiste nella limitazione dell’assunzione di alimenti contenenti lattosio, principalmente di latte e derivati. In alcuni casi di concomitanza di sindrome dell’intestino irritabile è spesso raccomandata anche la riduzione di FODMAPs (Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli). Come adiuvante nella riduzione dei sintomi si può utilizzare la lattasi esogena, da assumere circa 30 min prima del pasto oppure si possono assumere per un determinato periodo prebiotici o probiotici. In più, come alternativa al latte esiste tutta una gamma di bevande vegetali, come latte di soia, latte di riso, avena, cocco e mandorla. Tuttavia la limitazione di latte e derivati , soprattutto se non gestita da un professionista, può comportare carenze nutrizionali nei soggetti intolleranti al lattosio, che molto spesso si sottopongono a restrizioni più severe del necessario perché sviluppano ansia relativa alla comparsa di sintomi quali diarrea e flatulenza. L’industria lattiero-casearia si è adoperata già negli anni 70 per sviluppare un latte che potesse essere bevuto e “digerito” anche da soggetti intolleranti, tramite l’utilizzo della β-galattosidasi di origine microbica. I primi latti delattosati prodotti, seppur con quantitativo ridotto di lattosio, avevano difetti di tipo organolettico come colore bruno, sapore troppo dolce e di “cotto”. Già da diversi anni sono stati messi a punto processi per la produzione di latte delattosato che permettono di avere un prodotto con un contenuto di lattosio <0.1% e caratteristiche organolettiche pressoché uguali a quelle del latte comune. Lo sviluppo del latte delattosato e di tutta la gamma di prodotti caseari da esso derivati ha permesso quindi di ridurre al minimo il rischio di carenze nutrizionali. Inoltre, da non sottovalutare, ha comportato l’aumento della qualità di vita per i soggetti intolleranti, liberi di avere una alimentazione normale senza restrizioni

    Effect of different chitosan derivatives on in vitro scratch wound assay: A comparative study

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    Different strategies have been developed to make the wound-healing process faster and less painful. Recently, numerous studies demonstrated the ability of chitosan to accelerate wound healing. Aim of the present study has been to evaluate the effect of different chitosan derivatives to improve wound healing process. Quaternary ammonium-chitosan conjugates with low or high molecular weight (MW) and their thiolated derivatives effect were studied on human skin fibroblasts in terms of viability and migration (scratch wound assay). Results were compared both with basal medium (untreated cells) and with a positive control (chitosan chlorhydrate). After 24. h both high and low MW chitosan derivatives were non-toxic up to 10. μg/ml. The concentration of 10. μg/ml was used for wound healing experiments. High-MW quaternary ammonium-chitosan conjugates bearing thiol groups on their chains were more effective in promoting cell migration than the non-thiolated conjugates and the chitosan chlorhydrate. Moreover, they significantly improve wound healing process compared to untreated cells.According to the present in vitro preliminary results, high MW thiolated quaternary ammonium-chitosan conjugates can be considered good candidates for the management of wounds

    Effects of Extra Virgin Olive Oil and Apples Enriched-Dark Chocolate on Endothelial Progenitor Cells in Patients with Cardiovascular Risk Factors: A Randomized Cross-Over Trial

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    Endothelial dysfunction has been associated to cardiovascular outcomes in patients with cardiovascular risk factors. Circulating endothelial progenitor cells (EPCs) play an important physiological role for their reparative potential of vascular integrity, but are numerically reduced and functionally impaired in patients with cardiovascular risks. This study assesses the effects of Extra Virgin Olive Oil (EVOO) and apple-enriched dark chocolate intake on the blood levels of EPCs. Methods: Thirty volunteers with cardiovascular risk factors, enrolled in a randomised, crossover, four-weeks trial, received a solid dark chocolate bar (40 g/day) containing 10% EVOO or 2.5% dry apples. Urine samples were analyzed for endogenous metabolites. Circulating EPCs levels, clinical data and anthropometric examinations were collected
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