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    Pharmacokinetic Markers of Clinical Outcomes in Severe Mental Illness: A Systematic Review

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    The term severe mental illness (SMI) encompasses those psychiatric disorders exerting the highest clinical burden and socio-economic impact on the affected individuals and their communities. Pharmacogenomic (PGx) approaches hold great promise in personalizing treatment selection and clinical outcomes, possibly reducing the burden of SMI. Here, we sought to review the literature in the field, focusing on PGx testing and particularly on pharmacokinetic markers. We performed a systematic review on PUBMED/Medline, Web of Science, and Scopus. The last search was performed on the 17 September 2022, and further augmented with a comprehensive pearl-growing strategy. In total, 1979 records were screened, and after duplicate removal, 587 unique records were screened by at least 2 independent reviewers. Ultimately, forty-two articles were included in the qualitative analysis, eleven randomized controlled trials and thirty-one nonrandomized studies. The observed lack of standardization in PGx tests, population selection, and tested outcomes limit the overall interpretation of the available evidence. A growing body of evidence suggests that PGx testing might be cost-effective in specific settings and may modestly improve clinical outcomes. More efforts need to be directed toward improving PGx standardization, knowledge for all stakeholders, and clinical practice guidelines for screening recommendations

    Monitoraggio oggettivo non-invasivo della dermatite atopica moderata-severa

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    La Tesi Sperimentale “Dermatite atopica moderata-severa in terapia: monitoraggio oggettivo non-invasivo” si prefigge di effettuare un follow up del paziente in terapia per dermatite atopica mediante metodiche non-invasive quali TEWL (transepidermal water loss), misurazione dell’idratazione dello strato corneo (corneometria) e ecografia UHFUS (ultra high frequency ultrasound) a 70MHz. Queste indagini svolte a partire dal giorno di prima somministrazione della terapia (T0), sono state ripetute a 1 mese e 2 mesi di distanza (rispettivamente T1 e T2), sia sulla chiazza maggiormente attiva prima dell’inizio della terapia, sia in una sede che presentasse cute sana a T0. Sono state studiate due popolazioni di pazienti afferenti presso la UO Dermatologia di Pisa, nell’arco di tempo compreso tra Febbraio 2019 e Novembre 2019. Un primo gruppo (12 pazienti) in terapia col farmaco biologico Dupilumab e un secondo gruppo (6 pazienti) in terapia con farmaci non biologici. In particolare, le immagini ecografiche raccolte hanno permesso di osservare dettagliatamente le caratteristiche delle tipiche lesioni della dermatite atopica, consentendo sia di monitorare l’andamento della malattia durante il trattamento, comparando i risultati delle due popolazioni prese in esame; sia di ottenere dati che potrebbero essere indice di una possibile ripresa di malattia in sedi corporee clinicamente sane al momento dell’esame ecografico. Lo studio ha quindi come ulteriore fine, quello di approfondire il ruolo di queste tecnologie innovative, ancora oggi scarsamente sperimentate sul campo, per validarne l’apporto alla pratica clinica, specialmente nel monitoraggio dell’efficacia di terapia
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