16 research outputs found

    Malaria Clusters among Illegal Chinese Immigrants to Europe through Africa

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    Between November 2002 and March 2003, 17 cases of malaria (1 fatal) were observed in illegal Chinese immigrants who traveled to Italy through Africa. A further cluster of 12 was reported in August, 2002. Several immigrants traveled by air, making the risk of introducing sudden acute respiratory syndrome a possibility should such illegal immigrations continue

    La teoria atomica di Dalton. Un percorso didattico per le scuole secondarie di II grado.

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    Il percorso didattico qui proposto riguarda la teoria atomistica di Dalton, un aspetto fondamentale dal punto di vista storico e didattico, perché il peso e la misura riguardano per la prima volta il mondo microscopico. La portata storica della nuova concezione di Dalton consiste nella formulazione di un concetto strettamente connesso alla scienza chimica a lui contemporanea, ma allo stesso tempo innovativo. La teoria di Dalton, che permette di passare da una caratteristica macroscopica quantitativa, la composizione in peso di una sostanza, ad una proprietà microscopica quantitativa, il peso atomico, si basa su un ragionamento ipoteticodeduttivo, ma riflette anche il ruolo della formazione scientifica-pragmatica di Dalton. Nel percorso didattico proposto, che è inserito in un approccio storico-epistemologico all’insegnamento della chimica, partendo da questa ipotesi, con semplici passaggi logico-matematici, gli studenti sono guidati verso la definizione di peso atomico di un elemento. In particolare, verrà esaminato come Dalton abbia ricavato la legge delle proporzioni multiple a partire da una serie di dati sperimentali e di ragionamenti logici. # Questo articolo è il risultato del lavoro di gruppo delle insegnanti delle scuole secondarie di II grado durante le attività di formazione della “II Scuola Nazionale di Didattica della Chimica di San Miniato – 2017”

    Imported dengue fever in Tuscany, Italy, in the period 2006 to 2012

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    20This report focuses on epidemiological and clinical features of dengue fever (DF) in Tuscany (Italy) between 2006 and 2012. Sixty-one DF cases were diagnosed, 32 of which were in the period of Aedes albopictus activity. Some clinical (arthralgia/myalgia, nausea/vomiting, and skin rash), laboratory (leukopenia and thrombocytopenia), and epidemiological characteristics (travel in a continent other than Africa) significantly distinguished DF cases from other febrile illnesses. Our data stress the importance of increasing awareness on dengue in Italy among clinicians in order to reach an early diagnosis in returning travelers and to implement appropriate clinical and public health interventions.reservedmixedLagi, Filippo; Zammarchi, Lorenzo; Strohmeyer, Marianne; Bartalesi, Filippo; Mantella, Antonia; Meli, Massimo; Blanc, Pierluigi; Tacconi, Danilo; Farese, Alberto; Zanelli, Giacomo; Pippi, Francesco; Aquilini, Donatella; Tonziello, Aniello; Nencioni, Cesira; Benvenuti, Maria; Moneta, Sara; Furnari, Franca; Ciufolini, Maria G; Nicoletti, Loredana; Bartoloni, AlessandroLagi, Filippo; Zammarchi, Lorenzo; Strohmeyer, Marianne; Bartalesi, Filippo; Mantella, Antonia; Meli, Massimo; Blanc, Pierluigi; Tacconi, Danilo; Farese, Alberto; Zanelli, Giacomo; Pippi, Francesco; Aquilini, Donatella; Tonziello, Aniello; Nencioni, Cesira; Benvenuti, Maria; Moneta, Sara; Furnari, Franca; Ciufolini, Maria G; Nicoletti, Loredana; Bartoloni, Alessandr

    Malaria: approccio diagnostico-terapeutico nei maggiori ospedali della Toscana

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    La malaria è la più rilevante tra le malattie di importazione in Italia. Ad oggi, non esiste consenso unanime sul miglior percorso di gestione diagnostico-terapeutica del paziente con malaria di importazione, lasciando spazio a diverse modalità operative. Questo studio si propone di valutare i differenti approcci diagnostico-terapeutici per malaria, attuati nei maggiori ospedali della Toscana, per evidenziare i principali elementi di discordanza, in relazione a esperienze, strumenti e criticità presenti nelle diverse realtà ospedaliere. A questo scopo sono stati somministrati attraverso una piattaforma online due questionari: uno riguardante i percorsi e gli strumenti diagnostici, indirizzato ai referenti dei laboratori, e l’altro relativo alla gestione clinico-terapeutica, indirizzato ai referenti clinici delle strutture di Malattie Infettive. Hanno partecipato alla survey tutti i laboratori di riferimento (n=10) e tutte le Unità di Malattie Infettive della Toscana (n=11). Riguardo ai percorsi e agli strumenti diagnostici, emerge come le tre principali metodiche – emoscopia, test immunocromatografici (ICT) e biologia molecolare – assumano ruoli differenti all’interno dei diversi algoritmi, in base alla diponibilità e agli orari di attività dei laboratori. La Loop-mediated isothermal AMPlification (LAMP), disponibile in 7/10 laboratori, è la tecnica molecolare più utilizzata, per lo più come test di screening, in alternativa o in sostituzione degli ICT. L’emoscopia viene più spesso utilizzata come test di conferma, ma in alcuni laboratori (3/10) non viene eseguita se il test di screening è negativo. E’ emerso inoltre che diversi laboratori non eseguono l’emoscopia sulla goccia spessa. Riguardo alle strategie terapeutiche per la cura della malaria, emerge grande variabilità nella soglia di parassitemia utilizzata per la definizione di malaria grave, nei criteri di dimissione e follow-up. Esiste invece buona concordanza sulle scelte terapeutiche di prima e seconda linea per la malaria da Plasmodium falciparum, sia grave che non complicata, anche se non sempre artesunato è presente nelle strutture e possono essere necessarie fino a 12-24 ore per ottenerlo. Ulteriori discrepanze si sono evidenziate nei dosaggi delle combinazioni a base di artemisinina e nella terapia delle forme non complicate da Plasmodium non-falciparum. Alla luce dei risultati, è auspicabile un confronto tra specialisti coinvolti nella gestione del paziente con malaria, finalizzato all’elaborazione di un algoritmo diagnostico-terapeutico condiviso

    Malaria: approccio diagnostico-terapeutico nei maggiori ospedali della Toscana

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    La malaria è la più rilevante tra le malattie di importazione in Italia. Ad oggi, non esiste consenso unanime sul miglior percorso di gestione diagnostico-terapeutica del paziente con malaria di importazione, lasciando spazio a diverse modalità operative. Questo studio si propone di valutare i differenti approcci diagnostico-terapeutici per malaria, attuati nei maggiori ospedali della Toscana, per evidenziare i principali elementi di discordanza, in relazione a esperienze, strumenti e criticità presenti nelle diverse realtà ospedaliere. A questo scopo sono stati somministrati attraverso una piattaforma online due questionari: uno riguardante i percorsi e gli strumenti diagnostici, indirizzato ai referenti dei laboratori, e l’altro relativo alla gestione clinico-terapeutica, indirizzato ai referenti clinici delle strutture di Malattie Infettive. Hanno partecipato alla survey tutti i laboratori di riferimento (n=10) e tutte le Unità di Malattie Infettive della Toscana (n=11). Riguardo ai percorsi e agli strumenti diagnostici, emerge come le tre principali metodiche – emoscopia, test immunocromatografici (ICT) e biologia molecolare – assumano ruoli differenti all’interno dei diversi algoritmi, in base alla diponibilità e agli orari di attività dei laboratori. La Loop-mediated isothermal AMPlification (LAMP), disponibile in 7/10 laboratori, è la tecnica molecolare più utilizzata, per lo più come test di screening, in alternativa o in sostituzione degli ICT. L’emoscopia viene più spesso utilizzata come test di conferma, ma in alcuni laboratori (3/10) non viene eseguita se il test di screening è negativo. E’ emerso inoltre che diversi laboratori non eseguono l’emoscopia sulla goccia spessa. Riguardo alle strategie terapeutiche per la cura della malaria, emerge grande variabilità nella soglia di parassitemia utilizzata per la definizione di malaria grave, nei criteri di dimissione e follow-up. Esiste invece buona concordanza sulle scelte terapeutiche di prima e seconda linea per la malaria da Plasmodium falciparum, sia grave che non complicata, anche se non sempre artesunato è presente nelle strutture e possono essere necessarie fino a 12-24 ore per ottenerlo. Ulteriori discrepanze si sono evidenziate nella posologia delle combinazioni a base di artemisinina e nella terapia delle forme non complicate da Plasmodium non-falciparum. Alla luce dei risultati, è auspicabile un confronto tra specialisti coinvolti nella gestione del paziente con malaria, finalizzato all’elaborazione di un algoritmo diagnostico-terapeutico condiviso
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