6 research outputs found

    Ocular Effects of Niacin: A Review of the Literature

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    Cystoid macular edema is a condition that involves the macula, caused by an accumulation of extracellular fluid in the macular region with secondary formation of multiple cystic spaces. This condition is provoked by a variety of pathological conditions such as intraocular inflammation, central or branch retinal vein occlusion, diabetic retinopathy and most commonly following cataract extraction, hereditary retinal dystrophies, and topical or systemic assumption of drugs. Niacin is a vitamin preparation usually used for the treatment of lipid disorders. The treatment with niacin, alone or in combination with other lipid-lowering agents, significantly reduces total mortality and coronary events and slows down the progression of and induces the regression of coronary atherosclerosis. Several cases of niacin-induced cystoid macular edema have been reported with different dosages

    Multi-Gene Next-Generation Sequencing Panel for Analysis of BRCA1/BRCA2 and Homologous Recombination Repair Genes Alterations Metastatic Castration-Resistant Prostate Cancer

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    : Despite significant therapeutic advances, metastatic CRPC (mCRPC) remains a lethal disease. Mutations in homologous recombination repair (HRR) genes are frequent in mCRPC, and tumors harboring these mutations are known to be sensitive to PARP inhibitors. The aim of this study was to verify the technical effectiveness of this panel in the analysis of mCRPC, the frequency and type of mutations in the BRCA1/BRCA2 genes, as well as in the homologous recombination repair (HRR) genes. A total of 50 mCRPC cases were analyzed using a multi-gene next-generation sequencing panel evaluating a total of 1360 amplicons in 24 HRR genes. Of the 50 cases, 23 specimens (46.0%) had an mCRPC harboring a pathogenic variant or a variant of uncertain significance (VUS), whereas in 27 mCRPCs (54.0%), no mutations were detected (wild-type tumors). BRCA2 was the most commonly mutated gene (14.0% of samples), followed by ATM (12.0%), and BRCA1 (6.0%). In conclusion, we have set up an NGS multi-gene panel that is capable of analyzing BRCA1/BRCA2 and HRR alterations in mCRPC. Moreover, our clinical algorithm is currently being used in clinical practice for the management of patients with mCRPC

    Long-term results of intravitreal bevacizumab for choroidal neovascularisation in pathological myopia

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    Aim: To evaluate the long-term results and prognostic factors of intravitreal bevacizumab (IVB) for myopic choroidal neovascularisation (mCNV). Methods: Thirty-two eyes of 30 patients with mCNV were included in a prospective case series. Treatment consisted of three monthly 1.25 mg IVB injections. Best corrected visual acuity (BCVA) and CNV area were compared before and after treatment. Prognostic factors included in the regression analyses were age, axial length, baseline BCVA, pretreatment CNV area, CNV location and peripapillary atrophy area. Results: Results were evaluated at 2 years for 32 eyes and at 3 years for 27 eyes. Mean (±SD) baseline BCVA had improved significantly from 30.1 (±15.6) letters to 45.4 (±13.0) letters at 3 years (p<0.0001), with a better outcome in eyes with juxtafoveal CNV (40.4 ± 13.5 vs. 54.0 ± 5.8, p=0.001). Baseline BCVA correlated positively with final BCVA (β= 0.560, p=0.001), while age showed a negative correlation (β= -0.399, p=0.01). CNV area decreased from 0.63 (±0.71) mm2 at baseline to 0.40 (±0.57) mm2 at 3 years (p<0.0001). Peripapillary atrophy area was the only significant contributing determinant for re-treatment (OR 1.20, 95% CI 1.01 to 1.42, p=0.04). Conclusions: A regimen of three monthly IVB injections yielded effective and sustained results in the treatment of mCNV at 3 years of follow-up. Initial BCVA and age were the factors that correlated independently with BCVA outcome

    Cystoid Macular Edema Induced by Low Doses of Nicotinic Acid

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    Cystoid macular edema (CME) is a condition that involves the macula, causing painless vision loss. In this paper, we report a case of niacin-induced bilateral cystoid macular edema (CME) in a middle-age woman taking low dose of niacin (18 mg of nicotinic acid). Optical coherence tomography (OCT) showed retinal thickening and cystoid spaces in both eyes, whereas fluorescein angiography (FA; HRA 2, Heidelberg Engineering) revealed the absence of fluorescein leakage also in later phases. Four weeks after discontinuation of therapy there were a complete disappearance of macular edema at funduscopic examination and an improvement of visual acuity in both eyes. Furthermore OCT showed a normal retinal profile in both eyes. In our opinion considering the wide availability of niacin, medical monitoring and periodical examination should be considered during niacin administration. To our knowledge, this is the first report in the literature that described the very low-dose niacin-induced bilateral niacin maculopathy

    STUDIO OSSERVAZIONALE SULL’INTEGRAZIONE CON LICOPENE BIOLOGICO NELLA DEGENERAZIONE MACULARE LEGATA ALL’ETÀ (DMLE): CARATTERISTICHE IN CONDIZIONI BASALI DEI PAZIENTI.

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    Nel mondo la degenerazione maculare legata all’età (DMLE) è la principale causa di grave riduzione della vista (1). Negli USA questa malattia è responsabile di più del 54% dei casi di perdita della vista nella popolazione bianca (2). Studi epidemiologici indicano che più di 1 milione di Americani è affetto dalla forma neovascolare (vedi oltre) e 970 mila sono colpiti dalla forma atrofica (vedi oltre). Una recente revisione della letteratura ha mostrato che in Europa globalmente la prevalenza della DMLE nei soggetti di età compresa tra 65-75 anni varia dal 9 al 25%. Francia e Germania sono i paesi con più elevata prevalenza, rispettivamente 40% e 39%, mentre nel Regno Unito la prevalenza è del 3,5%. In Italia si stima che 1 milione di persone presenti segni di DMLE; ogni anno si registrano 20 mila nuovi casi della forma neovascolare che colpisce l’1% degli ultra 50enni, il 14% degli ultra 75enni e il 30% degli ultra 85enni. La cecità si manifesta in età avanzata: più dell’80% di quelli che ne sono affetti diventano ciechi dopo i 70 anni. La DMLE è due volte più frequente nelle donne rispetto agli uomini. L’esatta patogenesi di questa affezione rimane incerta; si tratta di una malattia multifattoriale legata all'interazione di fattori genetici e ambientali. Tra questi spicca il fumo di sigaretta. Quest’ultimo agirebbe attraverso lo stress ossidativo che è considerato uno dei principali meccanismi che influenzano l’insorgenza della DMLE. La DMLE può presentarsi in due forme: la secca (non essudativa o atrofica) e la umida (essudativa o neovascolare). • La forma secca è caratterizzata dalla comparsa nella macula delle drusen: si tratta di escrescenze di materiale colloide (lipidi, fosfolipidi, collagene) che si accumulano nella membrana di Bruch sottostante all’epitelio pigmentato retinico. Le drusen ostacolano l’ossigenazione e determinano la degenerazione dei fotorecettori, con atrofia e graduale riduzione dell’acuità. È stato evidenziato che più di 8 milioni di Americani hanno almeno una voluminosa drusen in un occhio e che in 3,6 milioni di questi sono presenti drusen bilaterali Di notevole rilevanza è il fatto che la forma secca può evolvere nella più grave forma umida. • La forma umida si manifesta con essudazione ed emorragie maculari, generate dalla neoangiogenesi coroidale, che determinano una rapida perdita della vista. La terapia standard della DMLE neovascolare è rappresentata dall’iniezione intravitreale di un farmaco anti-VEGF. Per prevenire e contrastare l’angiogenesi a livello oculare è necessario identificare molecole angiostatiche che siano dotate di scarsa o nulla tossicità e con via di somministrazione che sia la più semplice possibile. Studi molto recenti hanno dimostrato che il licopene, oltre a essere un potente antiossidante, possiede anche una spiccata attività antiangiogenica. Sahin et al., utilizzando cellule endoteliali umane, hanno infatti evidenziato che il licopene riduce in vitro, in modo dose-dipendente, la loro proliferazione, la loro migrazione e la formazione di neocapillari. L’inibizione dell’angiogenesi è stata confermata da altri studi in cui è stato osservato che questo effetto è la conseguenza di differenti meccanismi: • attività anti-VEGF; • azione anti TNF-α (pro-angiogenesi); • up-regolazione della IL-12 e dell’IFN-γ (citochine antiangiogenesi); • inibizione della MMP-2 (proteasi proangiogenesi) tramite l’attenuazione del VEGFR2. È stato sottolineato che il licopene esercita il suo effetto antiangiogenico a concentrazioni che possono essere raggiunte anche in vivo, ma, a causa della variabilità degli individui e del contenuto di licopene dei pomodori, non è ancora possibile indicare la quantità di questi ortaggi necessaria al raggiungimento dello scopo. È da tempo noto tuttavia che i livelli di licopene sono più bassi nei pazienti con DMLE e solo da poco è stato osservato che esiste una correlazione inversa tra livelli plasmatici di carotenoidi e presenza di questa grave malattia oculare e che ciò è particolarmente rilevante per il licopene che è risultato essere il solo carotenoide in grado di proteggere significativamente sia nei confronti della forma iniziale, sia ancor di più nei confronti della forma essudativa
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