20 research outputs found

    L’Ipogeo delle Pigne nella Grotta di Manaccora (Peschici, FG). I materiali protoappenninici

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    L'articolo analizza un settore (il cd. Ipogeo delle Pigne) degli scavi del 2001-2003 alla Grotta di Manaccora nel Gargano. Viene offerta un'analisi del contesto e dei rinvenimenti ceramici (dal punto di vista cronologico e dei contatti transadriatici) e litici

    The Bioarchaeology of Social Stratification in Bronze Age Italy

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    Social stratification among Bronze Age communities has been traditionally analysed from the point of view of material evidence, especially in funerary contexts, where disparities in tomb architecture or in the articulation of grave goods may indicate the presence of groups characterised by different access to resources and social status. Recently, advances in the field of bioarchaeology (osteology, isotopes, aDNA) have provided new insights into the theme of inequalities and their relationship with kinship, diet, and mobility. In our paper, we integrate the archaeological evidence of social stratification with bioarchaeological data from four Bronze Age key-sites in Italy, namely Olmo di Nogara, Casinalbo (Po Plain), Trinitapoli-Ipogeo dei Bronzi, and Toppo Daguzzo (south-eastern Italy). The aim is to analyse the variability of health conditions, diet, mobility, and demographic parameters within each of these cemeteries and compare the different dynamics of the emergence of the elite group during the central centuries of the second millennium BC. Our overview shows that Bronze Age societies in general converged towards a general model in which stratification and competition were common structural traits across the whole peninsula. The amplitude of inequalities, however, varies from site to site, as well as from region to region, as a consequence of different socioeconomic backgrounds and cultural manifestations of social hierarchies. In conclusion, we underline the role of kinship as a factor in securing internal stability for the emerging ĂŠlite and the importance of establishing interorganisational alliances and a common ethos with other nodes of the network

    Grotta e Punta Manaccora: una rivisitazione dei rapporti con l’altra sponda dell’Adriatico nell’età del Bronzo

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    Lo studio del materiale ceramico inedito di Manaccora (Peschici-FG) ha portato a una più chiara definizione dei contatti tra le due sponde dell’Adriatico durante l’età del Bronzo. Nel Bronzo medio sembrerebbe possibile individuare rapporti diretti tra costa orientale e Puglia settentrionale e, tra costa orientale e promontorio del Conero. Dopo il Bronzo recente, caratterizzato da una diminuzione delle evidenze dei contatti, nel Bronzo finale e nella prima età del Ferro si assiste a un forte ripresa che si esprime nella diffusione di uno stile comune, definito koinè

    L'area dei castellieri del Caput Adriae e l'ambito adriatico nel Bronzo Medio e Recente

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    The distribution analysis of the types with Adriatic diffusion documented at Manaccora Cave (Peschici-FG) confirmed the existence of a preferential relationship between northern Apulia and Dalmatia; the carsic-istrian elements could have reached Apulia either through Dalmatia, or through less intense connections. At this stage of the research it seems possible to underline a peak of the contacts during the MBA 2 and 3, while during the RBA, when the diffusion of Aegean pottery reaches the areas north of the Gargano, the link between the two opposite shores seems reduced or transformed

    Torre Guaceto (Carovigno, BR): necropoli a cremazione

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    La campagna di scavo del 2022, condotta dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento in collaborazione con il Dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna (oltre che in accordo con il locale Ufficio della SABAP e con il supporto del Consorzio di Torre Guaceto) ha riguardato quattro diverse aree d’indagine per una superficie complessiva di circa 220 mq; la strategia d’indagine è stata indirizzata all’ampliamento dei settori indagati nel corso del 2021 ed all’apertura di due sondaggi stratigrafici funzionali a valutare la potenziale estensione dei depositi antropici protostorici e/o dello stesso sepolcreto sul versante S/SE. Si descrivono sinteticamente a seguire i risultati raggiunti con i diversi interventi appena elencati: § Area 3: il sondaggio stratigrafico ha consentito di verificare come al di sotto dello strato di sabbia (il cui spessore varia da pochi centimetri a oltre 2 metri) vi sia uno strato antropico di torba nerastra dello spessore di 25-40 centimetri che contiene materiali ceramici e faunistici riferibili probabilmente al Bronzo Medio; questo strato poggia a sua volta sul banco di roccia sul quale sono presenti i medesimi materiali archeologici e che presenta alcuni tagli di buche da palo. § Area 4: l’indagine archeologica ha consentito di individuare e documentare un cluster di circa 20 tombe e relativi vasi accessori concentrati al limite settentrionale della stessa area (ovvero presso il limite meridionale dell’Area 1/2021); sono inoltre state identificate diverse buche da palo e numerose aree di concentrazione di materiali ceramici almeno in parte riconducibili a quanto resta di attività connesse con l’utilizzo del sepolcreto. § Area 5: non sono state individuate tombe, ma è stato possibile documentare 20 nuove buche da palo appartenenti alla Palizzata 1 (già documentata nell’Area 1 nel corso degli interventi 2019- 2020 e nella campagna di scavo 2021); è stata indagata inoltre la metà residua di un cospicuo deposito di sedimento ricco di materiale botanico combusto (anch’esso rinvenuto nell’Area 1/2021) che colma un’ampia depressione naturale del banco di roccia e che potrebbe riferirsi ad un accumulo di terra di rogo. § Area 6: l’indagine in questo piccolo saggio non ha condotto all’individuazione di nuove tombe, ma solo di residui depositi superficiali probabilmente riferibili a frequentazioni di epoca successiva a quella protostorica (probabilmente tarda Età Ellenistica) e di alcune buche di palo. Le modalità di seppellimento e le tipologie dei materiali presentano le caratteristiche tipiche delle tombe a cremazione di una fase evoluta del Bronzo Recente e iniziale del Bronzo Finale (c. 1200- 900 a.C.). Presso il Laboratorio di Archeologia di Torre Guaceto sono stati effettuati gli interventi di restauro e microscavo delle urne con l’analisi antropologica preliminare

    Melendugno (LE), loc. Roca Vecchia

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    none6noLe mura di fortificazione dell’insediamento protostorico di Roca Vecchia, ed in particolare quelle riferibili alle più antiche fasi occupazione (metà XVII – metà XIV sec. a.C.), costituiscono senza dubbio una delle più importanti architetture della protostoria italiana ed europea sia per quanto concerne gli aspetti di carattere più prettamente costruttivi che per il potenziale informativo riveniente dai corrispettivi contesti archeologici. La Porta Monumentale, in particolare, in ragione sia della sua imponente presenza (dovuta alle straordinarie dimensioni e all’inusuale stato di conservazione) che della ricchezza dei rinvenimenti archeologici effettuati al suo interno, rappresenta un contesto di estremo interesse non solo per il prosieguo delle ricerche nel sito ma anche, e forse soprattutto, per dare continuità alle azioni di conservazione e valorizzazione avviate negli ultimi anni. La porta delle fortificazioni protostoriche è stata individuata ed in larga parte documentata da Cosimo Pagliara nel corso dei primi anni Novanta del secolo scorso ed è stata poi ulteriormente indagata nel 2007 e nel 2016-2017 da parte di Teodoro Scarano. Queste ultime campagne di scavo, in particolare, sono state mirate al completamento della conoscenza del monumento che soprattutto nel settore più interno, conservato con alzati residui anche superiori a 3 metri di altezza, risultava ancora non visibile o in buona parte ingombro dei depositi relativi sia ai livelli d’uso e crollo del Bronzo Medio che delle successive riedificazioni avvenute nel Bronzo Recente e Finale. La prosecuzione delle indagini consentirà infatti di completare lo scavo e la documentazione delle evidenze presenti soprattutto nei due ampi vani semicircolari della porzione più interna della stessa porta creando i presupposti indispensabili all’avvio di un progetto di restauro e valorizzazione; questo consentirebbe di progettare le future modalità di fruizione dell’area che andrebbero ad integrarsi con quelle di tipo indiretto promosse negli ultimi anni (in accordo con la Soprintendenza ABAP-LE ed in collaborazione con l’amministrazione comunale di Melendugno) grazie all’utilizzo di contenuti in realtà virtuale a aumentata. D’altro canto, il completamento delle indagini della Porta Monumentale, consentirà l’avvio di un organico programma di processamento e studio dei materiali rinvenuti nel corso di tali recenti campagne di scavo che permetterà non solo di integrare e aggiornare quanto già pubblicato nel corso degli ultimi 10 anni in relazione alle fortificazioni del Bronzo Medio di Roca, ma soprattutto di darne una definitiva presentazione nel contesto della comunità scientifica internazionale. I contesti archeologici in questione sono infatti ben noti perché rappresentano una delle pochissime testimonianze della preistoria europea relative ad un evento di assedio e guerra in uno spazio d’abitato documentato da esplicite evidenze che includono anche armi e numerosi resti umani. Per quanto concerne invece la struttura funeraria ipogea individuata e parzialmente indagata nel corso della campagna di scavo in concessione del 2008 (indagini dirette da Teodoro Scarano) nelle immediate vicinanze di Grotta Poesia, e della quale è recentemente stata data notizia, questa evidenza costituisce ad oggi l’unica testimonianza nota di carattere funerario riferibile alle fasi protostoriche di Roca. Si tratta di una struttura a planimetria complessa con un lungo dromos e un vestibolo che precedono almeno due distinte celle funerarie; le indicazioni raccolte nel 2008 suggeriscono la presenza di un cospicuo numero di deposizioni funerarie (sia primarie che secondarie) databili, con ogni probabilità, tra il Bronzo Medio e la prima età del Ferro. La proposta di completamento dell’indagine di questa testimonianza si inserisce nel contesto di una evidente necessità di carattere scientifico, ma anche nell’ambito di una specifica esigenza di tutela dal momento che la tomba è visibile sul banco di roccia esposto a pochi metri di distanza dal ciglio della falesia in crollo e nelle immediate vicinanze di Grotta Poesia (cd. Grande) che, come ben noto, è meta di importanti flussi turistici. Lo stato della conoscenza dei costumi funerari protostorici nel contesto regionale è piuttosto frammentario dal momento che risente, nella gran parte dei casi, di una documentazione di scavo sommaria o lacunosa dovuta all’applicazione di metodologie d’indagine lontane da quelle attuali poiché gli interventi in questione sono stati realizzati nel corso della prima metà del secolo scorso. La ripresa ed il completamento dell’indagine della tomba ipogeica presso Grotta Poesia sarebbe dunque l’occasione di avviare un progetto di scavo moderno e interdisciplinare che porterebbe dunque un significativo contributo alle discussioni in corso nella comunità scientifica in relazione a specifici temi delle ricerche protostoriche quali i costumi funerari, la demografia, l’organizzazione sociale, la mobility, etc.noneTeodoro Scarano, Girolamo Fiorentino, Claudia Minniti, Giuseppe Chiriacò, Alberta Arena, Claudio CavazzutiScarano, Teodoro; Fiorentino, Girolamo; Minniti, Claudia; Chiriaco', Giuseppe; Arena, Alberta; Cavazzuti, Claudi
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