12 research outputs found

    Reactor Ciudad Vieja: from abandoned properties to urban common goods: Collaborative Urbanism Laboratory in the historic center of Montevideo

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    In this article the research group Reactor Historic Centre Urban Laboratory (FADU- UDELAR), analyzes the planning process taken ahead in the last two years with the Urban Development Department of Montevideo’s city hall, around the renewal of empty buildings. The process demonstrated the sustainability of interventions based on associated management of the renewal processes with civil society groups and local government. The projects were organized around four main issues; Transformative Economies; Arts, culture and care; Ecology and Collaborative Housing. The results reached until now show how appropriate could be a pilot public programme as a way of renewing the urban strategies of intervention in central areas, as well as participatory models in urban management and the growing urban commons role into Right to the city challenges.En esta ponencia el grupo de investigación Laboratorio urbano Reactor Ciudad Vieja[1] (FADU-UdelaR), analiza el trabajo realizado durante dos años en convenio con el departamento de Desarrollo Urbano de la Intendencia de Montevideo, en torno a la expropiación y recuperación de inmuebles vacantes vacíos y degradados. El proceso demostró la factibilidad de las intervenciones de recuperación de inmuebles abandonados a partir de la gestión asociada de varios colectivos y la administración departamental, con un programa de usos cívicos basado en cuatro ejes: Economías Transformadoras; Arte, Cultura y Cuidados; Ecología; Formas Colaborativas de Habitar.  Los resultados alcanzados dan cuenta de la pertinencia del desarrollo del programa piloto público como forma de renovar el repertorio de intervención urbana en áreas consolidadas, la discusión del papel de la participación en la gestión urbanística y la creciente estrategia de consolidar los bienes comunes urbanos para asegurar el Derecho a la Ciudad.   [1] https://www.reactoruy.comPeer Reviewe

    Préserver la Nature en Ville: Une Coproduction Inscrite dans la Longue Durée

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    The Caffarella case highlights the broad continuity in approaches to this 200 hectares urban abutment of a much larger 3,400 hectare regional natural park called Parco Regionale dell’Appia Antica (park of the "Via Appia"). Environmental arguments go back a long way in time and the built environment and natural vegetation have always been seen as going hand in hand. But there have also been notable changes. The culturalist approach to the countryside that has tended to predominate in Italy has gradually incorporated environmental aspects even though conflicts remain between heritage-based or environmental management strategy and collective appropriation of the site. Consequently, the areas seen as deserving of protection are constantly increasing and now range from gardens to the overall site and, more recently, a complex arrangement to incorporate the country into the city. This case shows that actions and interactions at the micro level and the landholding structures are just as important as the socio-economic and political context for the preservation of spaces of nature intowns, and the two can sometimes interact in unexpected ways

    Dalla Torre di Babele a Pidgin City. Arti Civiche e Antropologia per la progett-azione della CittĂ  Meticcia

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    L’articolo affronta il tema della progettazione in contesto multiculturale, attraverso l’approccio artistico e relazionale dell’arte civica intesa come pratica conoscitiva e processuale ma anche come metodologia di intervento. La “città meticcia” pone molte domande alle discipline che la studiano e la trasformano. In particolare qui si affronta il tema delle occupazioni abitative miste tra italiani e migranti e il loro possibile upgrading in città sostenibili, tra valorizzazione delle comunità identitarie e spinta alla trasformazione meticcia. Le questioni che si pongono sono: Identitario versus Meticcio? Esistono “culture abitative” definite e immutabili e stili di vita comunitari? Rispetto dei confini degli spazi di appropriazione identitaria o riconoscimento delle differenze e delle difficoltà di relazione? Il tema è quello dei confini interni ed esterni, tra la città e la comunità che si trova oltre il muro, tra quelli impalpabili che si creano dentro le mura. L’approccio è di tipo qualitativo e multidisciplinare, tra urbanistica, antropologia e politica: arte civica, intesa come arte relazionale impegnata e calata nei territori, capace di penetrare la realtà in modo indiretto, laterale, ludico, non utilitario. Capace di cogliere la realtà di sorpresa, di inciampare in territori inesplorati, di suscitare nuovi interrogativi, di cogliere e raccontare i fenomeni in forma inedita. L’arte non fa paura né agli abitanti né al potere, non crea aspettative, propone di mettersi in gioco, di giocare insieme. Quello che si propone è un fieldwork partecipante, che prende parte, prende posizione e si prende cura.

    Confronto Creativo: l’altra democrazia, quella che funziona nelle società complesse

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    “Quality of life and governance are more and more related. The Consensus Building method is the “other” democracy, the one which works in complex societies. This approach has old roots, but its current success born in the last years due to two phenomenon’s; the great crisis in traditional governance in particular in western societies from 70’s until nowadays, and the inadequate local answers to this problems. On one hand some governments try to solve it with more restrict places of power, that take decisions on their own, on the other hand or they try to solve it with naïve participation, open new moments of decision without specific methods, thinking that differences could be solve with “good will” and  voting. (From the introduction“Confronto Creativo; dal diritto alla parola al diritto di essere ascoltati” Lawrence Susskind- Marianella Sclavi 2011)On September 2011 Lawrence Susskind came to Italy in order to presents his book “Confronto Creativo, dal diritto di parola al diritto di essere ascoltati”, wrote with Marianella Sclavi. This book has been published in more than 20 countries, from China, to Japan. The authors underline the idea that globalization is, in certain way, helping the born of a different governance, which makes democracy and new ways of participation been closer than in the past. This interview tries to answer some questions of participatory urban planning in Italy nowadays. As for example; can consensus building help to deal with complex cities nowadays? Who should promote consensus building approach: governments, citizens, private entrepreneurships? Which are the obstacles, and the methodologies to solve them? Once urban planners finish their work, who implement the projects? What are the new languages that urban planning should find in order to create local processes?“Qualità della convivenza e governance sono sempre più strettamente intrecciate. Il Confronto Creativo è l’altra democrazia, quella che funziona nelle società complesse. Questo approccio ha radici lontane, ma la sua fortuna crescente negli ultimi decenni nasce da due tipi di constatazioni: la crisi di governabilità che colpisce le società occidentali dalla fine degli anni’70 in poi e l'inadeguatezza dei due rimedi opposti ai quali si ricorre: il decisionismo, il prendere decisioni in sedi sempre più ristrette ed esclusive, e l'afflato verso la partecipazione ingenua, l’allargare gli spazi decisionali con spirito assembleare, pensando che il supplemento di esigenze e punti di vista divergenti ai quali si riconosce così cittadinanza sia risolvibile con la “buona volontà” e il voto a maggioranza.  (Dell’introduzione “Confronto Creativo; dal diritto alla parola al diritto di essere ascoltati” Lawrence Susskind- Marianella Sclavi)Nel settembre 2011 Lawrence Susskind arriva a Roma per presentare il libro “Confronto Creativo; dal diritto alla parola al diritto di essere ascoltati”, scritto insieme a Marianella Sclavi. Questo libro è stato pubblicato in più di 20 paesi dalla Cina, al Giappone, l’autore sostiene che la globalizzazione sta aiutando a contaminare l’idea di una forma di governance diversa, che avvicina la democrazia a nuove forme partecipative di prendere delle decisioni. L’intervista cerca di rispondere alle grandi domande che l’urbanistica partecipativa si pone in questo momento in Italia; può il confronto creativo affrontare gli scenari complessi delle città contemporanee? Chi sono gli attori che devono promuovere questo approccio: i governi, i gruppi della società civile, le imprese?Quagli sono gli ostacoli e le metodologie per superarli? Quando i gruppi di urbanisti lasciano i territori, chi deve implementare i progetti? Quale sono le nuove modalità e linguaggi che deve trovare l’urbanistica per tradurre questo approccio in narrazione locale

    Democrazia Emergente La stagione dei Bilanci Partecipativi a Roma e nel Lazio

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    Il Bilancio Partecipativo, nato nel 1988 a Porto Alegre in Brasile, ha segnato un prima e un dopo nell'immaginare forme alternative di governo in un momento storico in cui la democrazia rappresentativa soffre di una sfiducia generalizzata e si allontana, ogni giorno di più, dai cittadini. Queste pratiche fanno capire che la società civile, i territori, i governi di prossimità vogliono aprire scenari di dialogo sociale che superino le logiche ottocentesche del sistema politico rappresentativo, verso forme di decisione plurali e verso una democrazia deliberativa e partecipativa. In questo libro si racconta l'esperienza della Regione Lazio che dal 2005 al 2010 è stata protagonista di uno dei più intensi processi di democrazia partecipata su base sovralocale, per coinvolgimento di enti e persone. Ci soffermiamo poi in un livello di prossimità come quello del BP di un Municipio di Roma, che ha avuto come motore la ricerca e la sperimentazione di forme innovate d'interazione tra cittadini e istituzioni che hanno rintracciato e sostenuto fermenti e processi diffusi in una vera e propria esperienza di democrazia emergente

    Preservar a natureza na cidade : uma coprodução inscrita na longa duração

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    International audienceThe Caffarella case highlights the broad continuity in approaches to this 200 hectares urban abutmentof a much larger 3,400 hectare regional natural park called Parco Regionale dell’Appia Antica(park of the Appian Way). Environmental arguments go back a long way in time and the built environmentand natural vegetation have always been seen as going hand in hand. But there have alsobeen notable changes. The culturalist approach to the countryside that has tended to predominatein Italy has gradually incorporated environmental aspects even though conflicts remain between aheritage-based or environmental management strategy and collective appropriation of the site. Consequently,the areas seen as deserving of protection are constantly increasing and now range fromgardens to the overall site and, more recently, a complex arrangement to incorporate the countryinto the city. This case shows that actions and interactions at the micro level and the landholdingstructures are just as important as the socio-economic and political context for the preservation of spaces of nature intowns, and the two can sometimes interact in unexpected ways.El estudio del Parque Caffarella en Roma nos permite comprender las formas en que las interaccionesentre los actores contribuyen, a largo plazo, para la preservación de los espacios naturales de laciudad y su transformación en un patrimonio natural colectivo.Este parque de 200 hectáreas es unaextensión, en la zona urbana, de un gran parque regional natural de 3.400 hectáreas. La genealogíade las representaciones del espacio y las luchas que ha sido el tema muestra que las razones para lapreservación de ese espacio de la naturaleza en la ciudad son numerosos: las amenazas al sitio evolucionacon el tiempo, así como los argumentos a favor de su preservación, bien como la naturalezade las manifestaciones. Las escalas geográficas e institucionales en juego evolucionaron mucho con eltiempo: El parque concentra actualmente fuertes valores simbólicos y en términos de condiciones devida, así como los valores importantes fundiários. Él está, además, a la vez, en el corazón de la políticaambiental a escala regional.L’étude du parc de la Caffarella, à Rome, permet d’étudier de quelles manières les interactions entre acteurs contribuent, sur la longue durée, à la préservation des espaces naturels en ville et à leur transformation en un patrimoine environnemental collectif. Ce parc d’une surface de 200 hectares constitue le prolongement, en milieu urbain, d’un plus grand parc naturel régional de 3400 ha. La généalogie des représentations de cet espace et des luttes dont il a été l’objet montre que les raisons de la préservation de cet espace de nature en ville sont multiples : les menaces pesant sur le site évoluent au fil du temps, de même que les arguments en faveur de sa préservation ainsi que la nature des mobilisations. Les échelles géographiques et institutionnelles en jeu ont beaucoup évolué dans la durée : le parc concentre aujourd’hui de fortes valeurs symboliques et en termes de cadre de vie, ainsi que de fortes valeurs foncières, tout en étant au cœur des politiques environnementales à l’échelle régionale.O estudo do parque da Caffarella à Roma permite compreender as maneiras pelas quais as interações entre atores contribuem, à longo prazo, para a preservação dos espaços naturais na cidade e em sua transformação em um patrimônio natural coletivo. Esse parque de 200 hectares constitui o prolongamento, em meio urbano, de um grande parque natural regional de 3.400 hectares. A genealogia das representações desse espaço e das lutas em que ele foi objeto demonstra que as razões da preservação desse espaço da natureza na cidade são múltiplas: as ameaças que pesam sobre o sítio evoluem com o tempo, da mesma forma que os argumentos em favor de sua preservação, bem como a natureza das mobilizações. As escalas geográficas e institucionais em jogo evoluíram muito no tempo: o parque concentra hoje fortes valores simbólicos e em termos de quadro de vida, bem como importantes valores fundiários. Ele está, por outro lado, ao mesmo tempo, no coração das políticas de meio-ambiente à escala regional

    Les interactions entre acteurs, conflits et appropriations comme vecteurs de patrimonialisation dans la longue durée : le cas du Parc de la Caffarella à Rome

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    International audienceEn matière de patrimonialisation des espaces naturels, l’Italie est un cas intéressant car les protections environnementales actuelles y sont largement issues de préoccupations et législations cherchant dès le milieu du 19ème siècle à mettre en place des protections patrimoniales.Pour comprendre la généalogie de ces protections environnementales et leur lien avec les questions patrimoniales, nous nous sommes intéressés au parc de la vallée de la Caffarella à Rome. D’une surface de 200 hectares, il constitue le prolongement, en milieu urbain, d’un parc naturel régional de 3400 ha, le parc de l’Appia Antica, marqué par la présence d’une importante voie romaine ouverte de 312 à 190 av JC pour relier Rome à Brindisi. Cette vallée est particulièrement intéressante si l’on cherche à comprendre comment les processus de patrimonialisation s’élaborent dans la durée, car elle est l’objet, dès la première moitié du 19ème siècle, de mobilisations visant à protéger le patrimoine antique apprécié dès le 16ème siècle par les promeneurs du « Grand tour ». A ces premières mobilisations « savantes » succèderont, au 20ème siècle, d’autres actions visant à éviter que le site ne soit urbanisé, menées par des associations (telles Italia nostra) et par des comités d’habitants, encore très actifs aujourd’hui. Ces comités jouent un rôle de médiation, ainsi que dans l’appropriation du site par la pratique. Les membres du comité de la Caffarella estiment ainsi que le fait d’avoir emmené régulièrement des enfants sur le site (promenades pédagogiques, plantations…) a complètement changé le regard de ces jeunes générations . Les plus anciens d’entre eux ont désormais vingt ans et se sont appropriés le lieu, qui est devenu pour eux un patrimoine vivant, dont ils se sentent responsable. Le contexte institutionnel est ici essentiel, car dans la protection du site se jouent aussi, au 19ème siècle, des relations de pouvoir entre propriétaires fonciers (avec leurs velléités de lotissement) ; Ville de Rome (au conseil municipal de laquelle siègent, hors des parenthèses de gouvernement municipal de gauche, ces mêmes propriétaires fonciers) et Etat italien (soutenant la protection du patrimoine antique présent sur le site et cherchant à inciter à son assainissement). Plus récemment, la Région Lazio deviendra un acteur central, que les comités d’habitants sauront mobiliser pour étendre les protections, les Régions italiennes étant, depuis 1991, compétentes pour la création d’« aires naturelles d’intérêt régional ou local » sur lesquelles elles élaborent un plan réglant l’occupation des sols. Nous montrons dans notre communication que ces interactions, luttes, conflits et dispositifs d’appropriation sont la matière même de la préservation du site et de sa patrimonialisation dans la durée. C’est parce que toutes sortes d’acteurs différents considèrent le site comme leur appartenant –même si ce n’est pas véritablement le cas du strict point de vue du foncier– que des politiques de préservation peuvent être mises en place. Ainsi, les lotissements réalisés dans les années 1930 aux abords de ce qui deviendra ensuite un parc, accueillent-ils des habitants qui désormais se battront pour leurs « droit civiques », parmi lesquels le « droit au vert » ; ainsi les velléités de lotissement des compagnies immobilières cristalliseront-elles des oppositions jusqu’alors éparpillées ; ainsi l’impératif environnemental sera-t-il saisi comme une nouvelle opportunité de s’approprier localement des espaces, parfois privés, parfois publics, mais considérés dans tous les cas comme d’autant plus collectifs que leurs impacts environnementaux s’évaluent désormais à des échelles très larges
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