36 research outputs found

    Criminopalinologia - una scelta di Casi dalla letteratura

    No full text
    Il lavoro considera una scelta di casi di Criminopalinologia tratti dalla letteratura mondiale. Esso prende in esame casi classici e famosi della Palinologia forense, e casi meno noti. Con consapevolezza di non esaustività, la scelta dei casi è stata guidata dall’intenzione di riflettere sui seguenti parametri: 1) la gamma dei casi in cui la palinologia è intervenuta (ad es. morti violente, violenze sessuali, sequestri di persone, furti, uso di droghe illecite); 2) la gamma dei substrati forensi in cui sono stata cercate le prove polliniche (ad es. polveri e materiali biologici da corpi, polveri e residui vari da indumenti e oggetti, substrati naturali di superficie, sedimenti s.l., droghe ecc.; 3) la gamma dei problemi del campionamento (in particolare inerenti sterilità di attrezzature e ambienti); 4) la gamma delle indicazioni fornite dai dati pollinici (“dove”, “quando” e “come” dell’evento); 5) la gamma delle prove polliniche (identificazione di singole piante a livello di genere o specie, riconoscimento di vegetazioni e paesaggi vegetali, di stagioni, di contesti, 5) la gamma dei ruoli giocati dall’indagine pollinica (ad es. se essa è stata richiesta dall’autorità giudiziaria o da altro esperto; se è stata considerata o no dalla corte; se ha avuto o no valore per risolvere il caso); 6) la gamma dei settori della palinologia che, nella teoria e nella pratica, si intrecciano strettamente con la Criminopalinologia (ad es. Geo-Brio-Aero-Morfo-palinologia)

    Indagini archeobotaniche al teatro greco-romano di Taormina - I microcarboni del Sondaggio esterno nel Porticus post scaenam

    No full text
    Al Teatro Antico di Taormina è stata intrapresa di recente un’indagine archeobotanica per ottenere informazioni sulle vicende del paesaggio vegetale nell’area del Teatro, grazie a una collaborazione tra il Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica dell’Orto Botanico dell’Università di Modena e il Laboratorio di Bioarcheologia del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro della Regione Sicilia. Su due sondaggi, Interno ed Esterno, effettuati rispettivamente al centro dell’orchestra e nel porticus post scaenam, è stato svolto un saggio di analisi inerente il polline e i microcarboni. L’analisi è stata eseguita su 12 subcampioni prelevati dalla carota del Sondaggio Esterno, nel porticus post scaenam (da 0,80 a 9,80 m di profondità). Il metodo qui usato per la lettura dei microcarboni, messo a punto e ancora in fase di sperimentazione da parte di Accorsi e Bosi, valuta sia il numero che la taglia delle particelle, con i seguenti criteri essenziali: a) i microcarboni sono contati e misurati al microscopio ottico a luce trasmessa su un vetrino letto interamente per il polline, esaminando almeno 1/10 del vetrino; b) la conta è effettuata su 4/5 righe, dislocate opportunamente lungo il vetrino, a 400x per campi tangenti, contando oltre ai microcarboni anche le spore di Lycopodium. Durante la conta, con oculare micrometrico, le particelle carboniose sono suddivise, in base alla dimensione maggiore in 4 classi di taglia: 1) piccole (10-50 μm); 2) medie (>50-125 μm); 3) grandi (>125-250 μm); 4) molto grandi > 250 μm. Dal presente lavoro sono emerse due ipotesi, che saranno da verificare dopo aver esaminato anche il sondaggio interno e integrato i dati microantracologici con quelli pollinici: 1) i microcarboni potrebbero essere rimaneggiati, giunti sul sito all’interno di materiali trasportati lì da altro luogo, non giunti lì direttamente. Le due fasi potrebbero allora essere state generate da un cambiamento deciso nel modo di affrontare i lavori di sistemazione nell’area del Teatro, con prelievo di materiali da usare come stabilizzanti da luoghi diversi, luoghi che nella fase superiore risultano più interessati da fuochi/incendi. Questa ipotesi non sembra giustificare tuttavia i singoli picchi di carboni piccoli, le particelle veramente aerotrasportate che si diffondono in modo omogeneo su ampia area, sotto forma di “pioggia microcarboniosa” analogamente alla “pioggia pollinica”, e che sembrerebbero dover essere più omogeneamente dispersi all’interno di materiale rimaneggiato. Nè spiega perché nel campione 7 i carboni molto grandi non siano accompagnati dai grandi che durante il trasporto dei materiali dovrebbero verosimilmente essersi formati per frammentazione. 2) Assumendo che i microcarboni non siano sostanzialmente rimaneggiati, ma siano giunti sul sito direttamente e lì poi inglobati nel sedimento, le varie categorie di particelle danno le seguenti informazioni: - i picchi di concentrazione dei carboni piccoli/medi sono da considerare come tracce di incendi extra-locali in ambedue le fasi. In questo contesto, è naturale pensare ad un contributo notevole da parte dell’attività del vicino Etna, senza escludere per questo altri tipi di incendi, sia naturali che di origine antropica; - i picchi dei carboni grandi e molto grandi nella seconda fase, la più recente, fanno pensare a tracce di incendi periodici forse di origine antropica o all’accensione ripetuta di fuochi, nell’ambito del Teatro, con un significato che resta da indagare. Nel caso del camp. 7, in cui sono presenti solo i carboni molto grandi mentre quelli grandi sono assenti, sembra trattarsi di un fuoco estremamente locale, acceso proprio nel porticus post scenam

    Spettri pollinici del pozzo deposito di Cognento (Modena) dal periodo tardoromano all’età moderna

    No full text
    Il pozzo di Cognento (Modena) è uno dei numerosi pozzi deposito portati alla luce dalla Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Emilia Romagna nell'area tra gli attuali corsi del fiume Secchia e del Samoggia. Le indagini archeologiche segnalano che il pozzo può essere stato adibito a nascondiglio di beni tra la fine del VI e la metà del VII sec. d.C. Nel riempimento del pozzo sono stati rinvenuti diversi reperti di natura vegetale (semi/frutti, legni/carboni e pollini) in buono stato di conservazione che hanno permesso uno studio completo archeobotanico. Sulla base dei dati pollinici il riempimento del pozzo sembra essere avvenuto in circa 1200 anni

    Reperti xilologici di alberi e arbusti con potenzialità nell’alimentazione umana (periodo medievale, Emilia Romagna)

    No full text
    This paper presents a synthesis of published and unpublished studies on medieval natural and archaeological sites of Emilia Romagna where xylological remains of plants potentially used in human diet where found. A total of 481 xylological remains were collected from 2 natural deposits (buried forests) and 14 archeaological sites of Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna and Reggio Emilia provinces. Xylological flora consisted of 25 taxa (23 Deciduous Broadleaves and 2 Conifers). The potential interest of these xylological remains for human diet consists in their capacity to produce edible seeds and fruits

    Influenza dei visitatori sul comportamento e sui livelli di cortisolo di una colonia di leoni (Panthera leo) in cattivit\ue0

    Get PDF
    Zoological gardens play a fundamental role as regards species conservation\u2019s project and they pay particular attention to studies on improving animal\u2019s well-being, as the maintenance of captivity animals in good physical and psychological conditions. Considering this, the present study wants to evaluate how and how much captivity may influence behavior of wild animals kept in zoological gardens, particularly observing guest\u2019s effect on well-being, using ethological and physiological indicators. The research, realized on a lions colony kept in the safari division of \u2018Parco Natura Viva \u2018 in Bussolengo (VR, Italy), had the following objectives: (1) to evaluate the influence of vehicles presence and numbers on lions behavior, with particular attention on abnormal behaviors which can be stress related or due to lacking of well-being (i.e. apathy or hyperactivity, enhancement of aggressive interaction between the lions and stereotypies); (2) to evaluate the variation of fecal levels of cortisol metabolites in relation to the flood of guests, so that to determine if and in how much the presence and number of cars can provoke stress on animal

    Semi e frutti dalla Ferrara basso medioevale (Emilia Romagna - Nord Italia)

    No full text
    Nel volume sono illustrati gli scavi archeologici effettuati in Piazza Castello a Ferrara. E' stata indagata un'area abitativa cronologicamente riferibile al Basso Medievo e alcune buche e latrine connesse all'insediamento. Nel presente contributo sono analizzati i semi e frutti rinvenuti nell'area insediativa, focalizzando sulla base dei reperti rinvenuti gli usi alimentari e quotidiani della Ferrara bassomedievale

    Olive yards and pastures in the cultural landscape of Piazza Armerina (Enna, Sicily) in the Middle Ages by pollen analysis

    No full text
    An archaeopalynological project has recently been set up at Piazza Armerina, promoted by the Planning and Restoration Regional Centre of the Sicilian Region. It includes archaeopalynological analyses at the Roman Villa (the renowned “Villa del Casale”) and medieval settlement recently unearthed in the southern area of the Villa (excavations directed by P. Pensabene) as well as analyses of recent pollen samples. Aim of the project is to reconstruct the history of the cultural landscape of the site, to compile a list of useful plants available in the past and to prepare pollen materials for the local indoor/outdoor museum. In 2007 around 100 samples were collected. This paper presents provisional results concerning the medieval settlement. The samples belong to two cultural phases. Based on archaeological records, Phase I was dated in the transition between the Arab and Norman age (10th – 12th century AD) and Phase II in the Norman age. The samples showed a sufficient pollen concentration, good state of preservation, and high floristic diversity (ca. 150 pollen taxa have been identified so far). Pollen flora and vegetation testified plant species and communities from different vegetation belts (e.g. Abies, Carpinus, Castanea, Fagus, Myrtus, Quercus cf. ilex, Pinus halepensis, Phyllirea, Pistacia, Quercus deciduous, Ulmus) as well as fresh water plant communities (Alnus, Carex type, Nymphaea, Populus, Salix, Typha angustifolia type). Besides woody plants suitable for timber, pollen suggested a number of useful plants, cultivated or exploited in the wild, for food, decoration or other uses (e.g. Avena-Triticum group, Beta, Corylus, Cynara cf., Hordeum group, Nerium oleander, Olea, Platanus, Pinus cf. pinea, Prunus, Secale cereale, Vitis). The plant landscape was open (arboreal pollen < 30-40%), and mainly characterized by olive yards and pastures. Olive yards were more spread in the Arab-Norman Phase I, and pollen morphology of Olea (pollen size, polar amb, muri and columellae depth, lumina size) suggested that more than one variety had been cultivated. Pastures were more spread in the Norman Phase II. They are testified by Cichorioideae and Gramineae, and many other herbs (e.g. Aster type, Anthemis type, Leguminosae, Mentha type, Umbelliferae). On the whole pollen spectra described a hilly Mediterranean cultural landscape, not far from a river and well managed by the inhabitants of the settlement
    corecore