49 research outputs found

    Criminopalinologia - una scelta di Casi dalla letteratura

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    Il lavoro considera una scelta di casi di Criminopalinologia tratti dalla letteratura mondiale. Esso prende in esame casi classici e famosi della Palinologia forense, e casi meno noti. Con consapevolezza di non esaustività, la scelta dei casi è stata guidata dall’intenzione di riflettere sui seguenti parametri: 1) la gamma dei casi in cui la palinologia è intervenuta (ad es. morti violente, violenze sessuali, sequestri di persone, furti, uso di droghe illecite); 2) la gamma dei substrati forensi in cui sono stata cercate le prove polliniche (ad es. polveri e materiali biologici da corpi, polveri e residui vari da indumenti e oggetti, substrati naturali di superficie, sedimenti s.l., droghe ecc.; 3) la gamma dei problemi del campionamento (in particolare inerenti sterilità di attrezzature e ambienti); 4) la gamma delle indicazioni fornite dai dati pollinici (“dove”, “quando” e “come” dell’evento); 5) la gamma delle prove polliniche (identificazione di singole piante a livello di genere o specie, riconoscimento di vegetazioni e paesaggi vegetali, di stagioni, di contesti, 5) la gamma dei ruoli giocati dall’indagine pollinica (ad es. se essa è stata richiesta dall’autorità giudiziaria o da altro esperto; se è stata considerata o no dalla corte; se ha avuto o no valore per risolvere il caso); 6) la gamma dei settori della palinologia che, nella teoria e nella pratica, si intrecciano strettamente con la Criminopalinologia (ad es. Geo-Brio-Aero-Morfo-palinologia)

    Indagini archeobotaniche al teatro greco-romano di Taormina - I microcarboni del Sondaggio esterno nel Porticus post scaenam

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    Al Teatro Antico di Taormina è stata intrapresa di recente un’indagine archeobotanica per ottenere informazioni sulle vicende del paesaggio vegetale nell’area del Teatro, grazie a una collaborazione tra il Laboratorio di Palinologia e Paleobotanica dell’Orto Botanico dell’Università di Modena e il Laboratorio di Bioarcheologia del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro della Regione Sicilia. Su due sondaggi, Interno ed Esterno, effettuati rispettivamente al centro dell’orchestra e nel porticus post scaenam, è stato svolto un saggio di analisi inerente il polline e i microcarboni. L’analisi è stata eseguita su 12 subcampioni prelevati dalla carota del Sondaggio Esterno, nel porticus post scaenam (da 0,80 a 9,80 m di profondità). Il metodo qui usato per la lettura dei microcarboni, messo a punto e ancora in fase di sperimentazione da parte di Accorsi e Bosi, valuta sia il numero che la taglia delle particelle, con i seguenti criteri essenziali: a) i microcarboni sono contati e misurati al microscopio ottico a luce trasmessa su un vetrino letto interamente per il polline, esaminando almeno 1/10 del vetrino; b) la conta è effettuata su 4/5 righe, dislocate opportunamente lungo il vetrino, a 400x per campi tangenti, contando oltre ai microcarboni anche le spore di Lycopodium. Durante la conta, con oculare micrometrico, le particelle carboniose sono suddivise, in base alla dimensione maggiore in 4 classi di taglia: 1) piccole (10-50 μm); 2) medie (>50-125 μm); 3) grandi (>125-250 μm); 4) molto grandi > 250 μm. Dal presente lavoro sono emerse due ipotesi, che saranno da verificare dopo aver esaminato anche il sondaggio interno e integrato i dati microantracologici con quelli pollinici: 1) i microcarboni potrebbero essere rimaneggiati, giunti sul sito all’interno di materiali trasportati lì da altro luogo, non giunti lì direttamente. Le due fasi potrebbero allora essere state generate da un cambiamento deciso nel modo di affrontare i lavori di sistemazione nell’area del Teatro, con prelievo di materiali da usare come stabilizzanti da luoghi diversi, luoghi che nella fase superiore risultano più interessati da fuochi/incendi. Questa ipotesi non sembra giustificare tuttavia i singoli picchi di carboni piccoli, le particelle veramente aerotrasportate che si diffondono in modo omogeneo su ampia area, sotto forma di “pioggia microcarboniosa” analogamente alla “pioggia pollinica”, e che sembrerebbero dover essere più omogeneamente dispersi all’interno di materiale rimaneggiato. Nè spiega perché nel campione 7 i carboni molto grandi non siano accompagnati dai grandi che durante il trasporto dei materiali dovrebbero verosimilmente essersi formati per frammentazione. 2) Assumendo che i microcarboni non siano sostanzialmente rimaneggiati, ma siano giunti sul sito direttamente e lì poi inglobati nel sedimento, le varie categorie di particelle danno le seguenti informazioni: - i picchi di concentrazione dei carboni piccoli/medi sono da considerare come tracce di incendi extra-locali in ambedue le fasi. In questo contesto, è naturale pensare ad un contributo notevole da parte dell’attività del vicino Etna, senza escludere per questo altri tipi di incendi, sia naturali che di origine antropica; - i picchi dei carboni grandi e molto grandi nella seconda fase, la più recente, fanno pensare a tracce di incendi periodici forse di origine antropica o all’accensione ripetuta di fuochi, nell’ambito del Teatro, con un significato che resta da indagare. Nel caso del camp. 7, in cui sono presenti solo i carboni molto grandi mentre quelli grandi sono assenti, sembra trattarsi di un fuoco estremamente locale, acceso proprio nel porticus post scenam

    Spettri actuopalinologici in colture di Zea mays L. nell’area di Budrio, 26 m s.l.m. (Bologna, Nord Italia).

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    Vengono illustrati spettri actuopalinologici in colture di Zea mays L. nell’area di Budrio per valutare la concentrazione di polline in più punti di un campo in funzione della valutazione della zona di accumulo.Tale studio risulta interessante per poter valutare sulla base di considerazioni attuali eventuali casistiche relative a siti archeologici

    Spettri pollinici del pozzo deposito di Cognento (Modena) dal periodo tardoromano all’età moderna

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    Il pozzo di Cognento (Modena) è uno dei numerosi pozzi deposito portati alla luce dalla Soprintendenza per i Beni archeologici dell'Emilia Romagna nell'area tra gli attuali corsi del fiume Secchia e del Samoggia. Le indagini archeologiche segnalano che il pozzo può essere stato adibito a nascondiglio di beni tra la fine del VI e la metà del VII sec. d.C. Nel riempimento del pozzo sono stati rinvenuti diversi reperti di natura vegetale (semi/frutti, legni/carboni e pollini) in buono stato di conservazione che hanno permesso uno studio completo archeobotanico. Sulla base dei dati pollinici il riempimento del pozzo sembra essere avvenuto in circa 1200 anni

    Archeoxilologia: i pali della Chiesa e del Monastero di S. Cecilia, fine basso medioevo, (1463-1473)

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    Analisi di alcuni pali di sottofondazione della Chiesa e del Monastero di S. Cecilia, di età basso medievale, venuti alla luce a Modena durante il controllo di alcuni scavi. I pali sottoposti ad anlisi xilologiìca sono di legno di Quercia e in particolare di Farnia. Questo tipo di legno è particolarmente adatto per la costruzione di palificate grazie alla sua particolare resistenza e durevolezza in ambienti ricchi d'acqua

    Reperti pollinici e carpologici del pozzo-deposito di Cognento, 34 m s.l.m. (Modena, Nord-Italia; EtĂ  tardo antica, VII sec. d.C.)

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    Il presente contributo descrive i reperti pollinici e carpologici rinvenuti all'interno del pozzo-deposito di Cognento (Modena). Il ozzo venne utilizzato per occultare beni preziosi durante le invasioni barbariche; fra i reperti occultati numerosi oggetti di vita quotidiana. I reperti pollinici e carpologici hanno contribuito a ricostruire l'ambiente e il paesaggio vegetale circostante il pozzo in etĂ  tardo antica

    Reperti xilologici di alberi e arbusti con potenzialità nell’alimentazione umana (periodo medievale, Emilia Romagna)

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    This paper presents a synthesis of published and unpublished studies on medieval natural and archaeological sites of Emilia Romagna where xylological remains of plants potentially used in human diet where found. A total of 481 xylological remains were collected from 2 natural deposits (buried forests) and 14 archeaological sites of Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna and Reggio Emilia provinces. Xylological flora consisted of 25 taxa (23 Deciduous Broadleaves and 2 Conifers). The potential interest of these xylological remains for human diet consists in their capacity to produce edible seeds and fruits
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