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The Mediterranean fishery management: A call for shifting the current paradigm from duplication to synergy
Independence of science and best available science are fundamental pillars of the UN-FAO code of conduct for responsible fisheries and are also applied to the European Union (EU) Common Fishery Policy (CFP), with the overarching objective being the sustainable exploitation of the fisheries resources. CFP is developed by DG MARE, the department of the European Commission responsible for EU policy on maritime affairs and fisheries, which has the Scientific, Technical and Economic Committee for Fisheries (STECF) as consultant body. In the Mediterranean and Black Sea, the General Fisheries Commission for the Mediterranean (FAO-GFCM), with its own Scientific Advisory Committee on Fisheries (GFCM-SAC), plays a critical role in fisheries governance, having the authority to adopt binding recommendations for fisheries conservation and management. During the last years, advice on the status of the main stocks in the Mediterranean and Black Sea has been provided both by GFCM-SAC and EU-STECF, often without a clear coordination and a lack of shared rules and practices. This has led in the past to: i) duplications of the advice on the status of the stocks thus adding confusion in the management process and, ii) a continuous managers’ interference in the scientific process by DG MARE officials hindering its transparency and independence. Thus, it is imperative that this stalemate is rapidly resolved and that the free role of science in Mediterranean fisheries assessment and management is urgently restored to assure the sustainable exploitation of Mediterranean marine resources in the future.En prens
Le collezioni museali naturalistiche come fondamentale risorsa nella ricerca scientifica: distribuzione spazio-temporale dei reperti di grandi vertebrati marini nei musei italiani
Il patrimonio culturale marino italiano ha per tradizione e storia un’imponente ricchezza di collezioni museali naturalistiche, con migliaia di reperti ossei e tassidermizzati di vertebrati marini, costruite in oltre due secoli di attività. I reperti museali rappresentano la conoscenza primaria ed unica della biodiversità organismica ed ecosistemica storica del Mediterraneo e costituiscono un ampio archivio di tessuti e dati scientifici potenzialmente sfruttabile grazie alle nuove tecnologie biomolecolari per comprendere pattern, processi e possibili cause della perdita di biodiversità, degrado degli ecosistemi e declino delle popolazioni. Con l’obiettivo di ricostruire le traiettorie evolutive ed ecologiche di specie e popolazioni di grandi predatori marini del Mediterraneo (cetacei ed elasmobranchi) abbiamo costituito un network di 25 collezioni osteologiche museali (universitarie e civiche) e private italiane, da cui abbiamo ottenuto oltre 500 campioni (fotografie geometriche e tessuti biologici di crani, rostri, mascelle, vertebre e denti) di individui storici di Delphinus delphis, Stenella coeruleoalba, Tursiops truncatus, Carcharodon carcharias, quattro specie di pesce sega dei generi Pristis e Anoxypristis, otto specie di cetacei mediterranei e la foca monaca (Monachus monachus). Il presente lavoro descrive i risultati, in termini di numero e di distribuzione, dei reperti di alcune specie di grandi predatori marini e mette in evidenza il valore storico, culturale e scientifico delle collezioni museali, in particolar modo per gruppi di organismi di particolare interesse conservazionistico