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    Caratterizzazione farmacologica del potenziale agente antipsicotico S33138 sui sottotipi recettoriali dopaminergici D2-like

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    Il nuovo potenziale agente antipsicotico S33138, (N-[4-[2-[(3aS,9bR)-8-ciano-1,3a,4,9b-tetraidro[1]benzopirano[3,4-c]pirrol-2(3H)-yl)-etil]fenil acetamide), presenta un¡¯affinit¨¤ di circa 25 volte maggiore sui recettori dopaminergici umani (h) D3 rispetto ai D2Lh (isoforma lunga) e D2Sh (isoforma corta) con valori di pKi di 8,7, 7,1 e 7,3 rispettivamente. Farmaci antipsicotici classici quali aloperidolo, clozapina, olanzapina e risperidone mostrano invece affinit¨¤ simili verso questi stessi recettori. La prova di binding con [35S]GTP¦ÃS, ha rivelato come l¡¯S33138 sia un antagonista potente e competitivo verso i recettori dopaminergici D3h transfettati in cellule CHO (Chinese Hamster Ovary), mostrando valori di pKB e pA2 (calcolati con il plot di Schild) rispettivamente di 8.9 e 8.7 mentre per antagonizzare i recettori D2Lh e D2Sh sono necessarie concentrazioni pi¨´ alte. Queste propriet¨¤ antagoniste preferenziali di S33138 sui recettori D3h rispetto ai D2Lh sono state messe in evidenza tramite lo studio della fosforilazione di diversi substrati. Studi funzionali sono stati in seguito eseguiti su cellule CHO co-trasfettate con recettori D3h e D2Lh i quali, come ormai noto da tempo, sono in grado di formare eterodimeri. In queste cellule, l¡¯S33138 blocca (pKB, 8.5) l¡¯azione inibitoria dell¡¯agonista quinpirolo sulla formazione di cAMP stimolato da forskolina. Il composto S33138 ¨¨ caratterizzato inoltre da una bassa affinit¨¤ per i sottotipi recettoriali dopaminergici D4h (<5). Concludendo, S33138 presenta un distinto profilo di binding sui recettori dopaminergici D2-like testati e si comporta, contrariamente agli antipsicotici clinicamente disponibili, come un antagonista preferenziale dei recettori D3h rispetto ai D2h

    NUOVE PROSPETTIVE NELLA TERAPIA DELLA DEPRESSIONE: LA KETAMINA E IL SISTEMA GLUTAMMATERGICO

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    I vecchi farmaci antidepressivi, basati principalmente sulla ricaptazione monoaminergica, hanno mostrato sempre più i loro limiti e i loro effetti indesiderati nella cura del paziente depresso. Le nuove strategie terapeutiche si sono focalizzate sullo studio dei recettori del glutammato. In particolare la ketamina si propone come valida alternativa per il trattamento di questa patologia grazie alla sua attività sui recettori ionotropici di questo aminoacido. Studi ancora in fase di sperimentazione hanno inoltre mostrato risultati promettenti riguardo molecole attive sui recettori metabotropici glutammatergici, capaci di mostrare finora un rassicurante profilo terapeutico

    ANABOLIC-ANDROGENIC STEROIDS SIGNALING

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    Androgens exert their effects on various parts of the body, including muscles, bones, hair follicles in the skin, liver and kidney, reproductive, hematic, immune and nervous systems. The effects are modulated by specific cellular "steroid-converting" enzymes, located inside target tissues. All the anabolic steroids currently used are derivates of testosterone or changes of its structure. The most important esterified forms of testosterone include the propionate, cipionate, enhantate and undecanoate ones. The mechanism of action of AAS has not been fully elucidated and it is currently subject of many studies. Several mechanism of action have been proposed to identify the path activated by AAS. Some, like oximetholone, does not bind the androgen receptors: it is assumed that these steroids act after a biological transformation into more active compounds. The 5 alpha-reductase, for example, plays a central role in their mechanism of action; on the other hand, aromatase is responsible for the conversion of AAS in female sex hormones such as estradiol and estrone, which bind to the estrogen receptor, forming estrogen-receptor complex. Steroid hormone receptors (SHRs) are members of the superfamily of nuclear and steroid receptors. In particolar, the functions of the androgen receptors (hAR) involving transciption factors are generally regulated by specific steroid ligands, that is androgens and selective androgen receptor modulators (SARMs)

    Valutazione della risposta gliale alla somministrazione di antagonisti dei recettori purinergici in modelli di dolore neuropatico nel ratto

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    La modulazione purinergica dei meccanismi del dolore suggerisce che i purino-recettori potrebbero essere promettenti target per il trattamento del dolore neuropatico. Scopo di questo studio è comparare gli effetti di due composti dialdeidici sulla modulazione del sistema purinergico: un’adenosina stabile modificata (2-[1-(6-amminopurin-9-il)-2-ossoetossi]prop-2-enale chiamata MED1101 e l’ATP ossidato (Ox-ATP), un antagonista non selettivo dei recettori P2X7. Sono stati utilizzati due differenti modelli di dolore neuropatico, la legatura con parziale taglio del nervo (spared nerve injury, SNI) e la neuropatia dolorosa periferica indotta dal paclitaxel (pPPN) e testati entrambi i composti ad una dose fissa di 6 mg/kg a differenti time points. I ratti sono stati divisi in gruppi come segue: a) animali neuropatici trattati con somministrazione i.p. di MED1101 o Ox-ATP per 21 giorni; b) animali che ricevevano veicolo (VEH) e c) ratti di controllo (CTR). Il comportamento allodinico ed iperalgesico è stato analizzato con il Von Frey filament test e il Plantar test rispettivamente. E’ stata valutata attraverso analisi immunoistochimica la risposta astrocitaria (GFAP) e microgliale (Iba1) su sezioni di midollo lombare. In entrambi i modelli sperimentali utilizzati ed usando entrambe le sostanze, gli animali trattati hanno mostrato una riduzione dose-dipendente dell’allodinia e dell’iperalgesia termica parallelamente ad una riduzione della reazione gliale nel midollo spinale. Questi dati portano ad ipotizzare un potenziale ruolo dei composti dialdeidici come agenti analgesici nel dolore neuropatico cronico e un possibile ruolo come molecole anti-gliotiche. The purinergic modulation of pain mechanisms suggests that purino-receptors might be promising targets for treating neuropathic pain. Aim of this study was to compare the effects of the modulation of purinergic system through two different dialdehydic compounds: a modified stable adenosine (2-[1-(6-amminopurin-9-il)-2-ossoetossi]prop-2-enale, called MED1101), and oxidized ATP (Ox-ATP), a non selective antagonist of P2X7 receptors (P2X7), in two different neuropathic pain rat models, the sciatic spared nerve injury (SNI) and paclitaxel evoked painful peripheral neuropathy (pPPN). Both the compounds at a fix dose of 6 mg/kg have been tested at different time points. Rats were divided in groups as follows: a) neuropathic animals treated with intraperitoneal (i.p.) MED1101 or Ox-ATP for 21 days; b) animals receiving vehicle (VEH) and c) control (CTR) rats. The allodynic and hyperalgesic behavior was investigated by Von Frey filament test and thermal Plantar test, respectively. We evaluated by immunohistochemistry the astrocytic (GFAP) and microglial (Iba1) response on lumbar spinal cord sections. In both experimental models and using both substances, treated animals showed dose-dependent reduced allodynia and thermal hyperalgesia paralleled by a significant reduction of glial reaction in the spinal cord. These data prompt to hypothesize a potential role of dialdehydic compounds as analgesic agent in chronic neuropathic pain and a possible role as anti-gliotic molecules

    Progettazione e sintesi di modulatori allosterici del recettore cannabinoide CB1.

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    Il sistema endocannabinoide è un complesso sistema che svolge importanti funzioni regolatorie in tutto il corpo. Si compone di mediatori lipidici che prendono il nome di endocannabinoidi, di recettori dei cannabinoidi e degli enzimi responsabili della sintesi e degradazione degli stessi endocannabinoidi. Gli endocannabinoidi sono acidi grassi polinsaturi, Anandamide e 2-Arachidonoil-glicerolo sono stati i primi ad essere isolati e studiati. Il loro metabolismo è regolato principalmente da due enzimi idrolitici: idrolasi ammidica degli acidi grassi (FAAH) e monoacilglicerolo lipasi (MAGL). I recettori degli endocannabinoidi CB1 e CB2 appartengono alla famiglia dei recettori accoppiati alle proteine G. Il recettore CB2 è espresso principalmente nelle cellule immunitarie dove ne regola la differenziazione e migrazione cellulare, mentre il recettore CB1 è altamente presente a livello del sistema nervoso centrale (SNC) dove svolge un ruolo importante nella regolazione neuronale. Il recettore CB1 è coinvolto in molti disordini come l’obesità, disturbi mentali, sclerosi multipla, fumo e tossicodipendenza, perciò è considerato un target promettente per il trattamento di queste malattie. L’impiego terapeutico di agonisti CB1 però è stato associato a stati psicotici simili a quelli derivanti dall’uso di marijuana, mentre trials clinici hanno sollevato preoccupazioni anche riguardo l’utilizzo di antagonisti CB1 per la promozione di uno stato di depressione e ansia. Pertanto, una strategia alternativa, emersa recentemente per la regolazione di tale recettore, consiste nel coinvolgimento del suo sito allosterico, distinto topograficamente da quello ortosterico. I modulatori allosterici sono quei ligandi che legandosi a tali siti alterano le proprietà di segnalazione del recettore del ligando ortosterico, modificandone l’affinità di legame, l’efficacia e potenza funzionale. In base a questo si distinguono due tipi di modulatori: positivo, potenzia l’effetto che si ha con il legame tra agonista e recettore; negativo, antagonizza o riduce parzialmente l’effetto del legame tra agonista e recettore. Comparati con i tradizionali ligandi ortosterici, i modulatori allosterici possono offrire molti vantaggi farmacologici, mostrano infatti un’aumentata selettività al sottotipo a causa della maggiore divergenza di sequenze extracellulari nei siti allosterici rispetto a quelli ortosterici. Inoltre, tali target, mostrano anche una selettività tissutale, esercitando la loro azione solo dove sono presenti i ligandi endogeni. L’utilizzo quindi di molecole con proprietà di modulatore allosterico, comporta una maggiore specificità e riduzione degli effetti collaterali. La letteratura, in base agli studi effettuati fino ad oggi, classifica i modulatori allosterici dei recettori CB1 in base alle loro caratteristiche strutturali: • Derivati indolici, tra cui Org27569 (Figura 1) che è considerato il prototipo di modulatore allosterico dei recettori CB1. • Derivati ureici, tra cui PSNCBAM-1 (Figura 1) che si comporta come un antagonista allosterico nei saggi con AMPc. Uno studio recente finalizzato all’ottenimento di modulatori allosterici negativi dei recettori CB1, ha mostrato come diversi derivati del PSNCBAM-1 riducano in maniera dose-dipendente la curva Emax degli agonisti CB1 nei saggi di mobilitazione del calcio, confermando le loro caratteristiche di modulatori allosterici negativi. Questo studio ha dimostrato l’importanza di un sostituente amminoalchilico in posizione 2 della piridina e di un sostituente in posizione 4 del fenile per l’attività allosterica negativa . Sulla base dei risultati ottenuti per i derivati del PSNCBAM-1 e per approfondire le relazioni struttura-attività (SAR) di questa classe di composti, lo scopo del mio lavoro di tesi è stato quello di apportare delle modifiche alla loro struttura chimica: • Introduzione di uno spaziatore amminico tra il fenile e la piridina (Figura 3) • Sostituzione dell’anello fenilico con un altro nucleo piridinico (Figura3) • Sostituzione dell’anello piridinico con un ulteriore anello fenilico (Figura 3) Inoltre i composti sintetizzati presentano in posizione 2 del nucleo piridinico, un gruppo pirrolidinico e piperidinico e in para al fenile un sostituente, quali un -Cl o un -0CH3 che erano risultati più attivi nei derivati del PSNCBAM-1

    Attività antitumorale di composti cannabinoidi su cellule di melanoma cutaneo A375

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    The ability of natural and synthetic cannabinoids (CBs) to inhibit cell growth and to induce apoptosis in several cancer cell lines is well documented. Nevertheless, the role of classical cannabinoid receptors CB1 and CB2 in many cases appeared insignificant in determining drug response, while other targets have been implicated. Regarding cutaneous melanoma, only few studies have been reported, and the involvement of CB1/CB2 receptors or other CB targets needs further investigations. Aim of this study was to investigate the CB compounds effects on cell viability (using A375, human skin melanoma cancer cell line) in order to clarify whether CBs may represent a new therapeutic strategy in this type of cancer. Our results indicated a melanoma cell growth inhibition induced by CBs. The most interesting result was obtained by AM251, in spite of its antagonist profile on CB1 receptor, and AEA, CB1 selective agonist

    "CAFFEINA QUALE ADIUVANTE NEL CONTROLLO DEL DOLORE POST-OPERATORIO IN CHIRURGIA ADDOMINALE MINORE"

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    PREMESSA: Questo studio si prefigge di analizzare e valutare l’efficacia analgesica adiuvante della caffeina negli interventi di chirurgia addominale minore. Da precedenti studi clinici l’aggiunta della caffeina all’analgesico (ibuprofene,aspirina,paracetamolo) in situazioni quali cefalea, interventi chirurgici odontoiatrici e nel post-parto ha mostrato un maggior beneficio rispetto al solo analgesico . PARTECIPANTI: Sono stati selezionati 60 pazienti da sottoporre ad intervento di ernioplastica inguinale : 31 di questi pazienti sono stati inseriti nel gruppo di terapia con solo paracetamolo (1000mg )(P) e 29 nel gruppo di terapia con paracetamolo (1000mg) e caffeina (130 mg) (C) MATERIALI E METODI: Ogni paziente ha ricevuto una dose di farmaco al tempo 0 prima dell’intervento e successivamente ogni 8 ore nella giornata di degenza e nei primi 3 giorni post-operatori. È stato chiesto ai pz di indicare l’entità del dolore durante il ricovero in day-hospital al tempo 0 e successivamente ogni 2 ore fino alla dimissione sulla base di una scala numerica NRS (da 0 a 10). È stato valutato anche l’andamento del dolore e la sua eventuale scomparsa nei 10gg successivi all’intervento , invitando i pazienti ad indicare giorno per giorno l’entità del dolore come assente , lieve, moderato-forte,fortissimo. Insieme alla variabile dolore il paziente è stato invitato a indicare l’eventuale ricorso al farmaco rescue qualora la copertura analgesica fosse inefficace. Attraverso un’intervista telefonica effettuata in decima giornata postoperatoria, oltre al dolore, è stato studiato anche l’andamento del recupero delle attività di vita quotidiana semplici e complesse. RISULTATI : i pazienti appartenenti al gruppo C hanno avuto un decorso post-operatorio migliore in termini di valutazione del dolore , necessità di ricorrere ad un farmaco rescue ,tempo di scomparsa del dolore, e di conseguenza hanno beneficiato di un recupero anticipato della piena efficienza fisica rispetto al gruppo P. Non si sono riscontrate differenze statisticamente significative nei due gruppi nella valutazione del dolore durante il day-hospital , nella diuresi ,mobilizzazione attiva , PONV. Non sono state riscontrate differenze tra i due gruppi nell’alvo, diuresi, alimentazione,ritmo sonno veglia nel decorso postoperatorio . CONCLUSIONI:Il gruppo trattato con caffeina dichiara un tempo minore di recupero post-operatorio , un minor ricorso al farmaco rescue , e un maggior beneficio analgesico ( p < 0,005 );Possiamo quindi concludere che la caffeina assume un ruolo significativo come adiuvante nel controllo del dolore post-operatorio con conseguente impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti e sull’economia sanitaria

    Effetto della memantina su modelli animali di disturbi dell'umore

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    AIM: Mood disorders are one of the leading causes of morbidity, disability and premature mortality contributing for about 50% of the non-fatal burden of mental disorders. Bipolar disorder (BD) has a lifetime prevalence of approximately 1.0% for BD-I, 1.1% for BD-II and 2.4% for BD-NOS. Eighty-three percent of BD cases are classified as “seriously severe” and 17.1% as “moderately severe”. Long-term prophylactic treatment of BD aimed at preventing recurrences of the various phases is a leading clinical and research challenge for contemporary psychiatry. Dopaminergic behavioural supersensitivity induced by chronic treatment with antidepressants might be involved both in the antidepressant action and in the mechanisms underlying antidepressant treatment-related mania (antidepressant-induced mood switch and possibly, rapid cycling bipolar disorder). The stimulation of NMDA receptors is required for the development of dopamine receptor sensitization induced by antidepressants. Indeed, the administration of MK-801, a selective non-competitive NMDA receptor blocker, completely prevents the dopamine receptor sensitization induced by imipramine and by electroconvulsive shock. These observations strongly suggest that the non-competitive blockade of NMDA receptors should result in an anti-manic and mood stabilizing action, and that it should also be effective in the treatment of the disorders resistant to currently used antimanic and mood stabilizers. Memantine is a non-competitve NMDA receptor antagonist, she has been on the market in since 1982 for the treatment of Parkinsonism, before its approval in 2002 and 2004 by EMEA and FDA for the treatment of moderate to severe Alzheimer's Disease. Although its actual efficacy on the AD patient's quality of life has proven to be moderate, several pre-marketing and post marketing studies have demonstrated the excellent safety and tolerability profile of the drug. Moreover, the drug has been used off-label in a number of neurological and psychiatric conditions, including depression, with conflicting and inconclusive results. To further clarify the farmacology of memantine, I studied hers effect in animal models of in mood disorders. METHOD: Male and Female rats treated with memantine in animal model of: • dopaminergic behavioural supersensitivity • bipolard disorders by chronic antidepressant • stress • catatonia by haloperidol • tardive dyskinesia by cronic haloperidol RESULTS: The results show that memantine, at variance with antidepressant treatments (including drugs, electroconvulsive schock, REM-sleep deprivation), fails to induce dopaminergic behavioural supersensitivity. Therefore has not an antidepressant action. Memantine prevents not only, as observed with MK-801, the sensitization of dopamine receptors induced by chronic imipramine (mania), but also the ensuing desensitization of those receptors and the associated depressive-like behavior. Thus stabilizes the course of the manic-depressive illness Furthermore, memantine prevents stress, catatonia and tardive dyskinesia. This observation is consistent with the results of clinical studies suggesting that memantine has not an antidepressant action but an antimanic and mood-stabilizing effect.</br
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