5 research outputs found

    Ethos and Inference: Insights from a Multimodal Perspective

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    While the inferential dimension of ethos has been studied extensively, its relationship with multimodality, i.e. the fact that linguistic devices used in verbal interaction combine with other semiotic resources such as gestures or shifts in gaze direction, remains largely unknown. Stepping from a language-oriented approach to argumentation, the paper describes a theoretical framework for the multimodal analysis of ethos in argumentative talk-in-interaction. An example taken from a video-recorded corpus of French public debates is provided

    Multimodal positioning and reference in argumentative talk-in-interaction : Balancing context-dependency and context-independency

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    Abstract Drawing on a descriptive and language-oriented approach to argumentation, this paper explores the multimodal dimension of argumentation in talk-in-interaction by considering the various resources used by an opponent to refer to and position themselves in relation to the target of their opposition, namely the adverse position and/or the person who expressed it. More specifically, it studies how speakers exploit multimodal strategies in order to both maintain their discourse at a high level of generality (orientation to context-independency) and guarantee the indexicality of the position taken in the interaction and the disagreement (orientation to context-dependency). The analysis is based on two data collections documenting settings where all participants are temporally and spatially co-present: (i) a video-recorded corpus of Swiss French public debates and (ii) a video-recorded corpus of New Zealand English management meetings. Examining the role of multimodal orchestration of choices in gaze direction, deictic gestures, and speech in establishing different positions in argumentative events such as public debates or management meetings reveals specific contextual features of the activity types, participation frameworks, and sociolinguistic backgrounds involved in an argument.</jats:p

    Πολιτική επικοινωνία: Στρατηγικές άμεσης και έμμεσης πειθούς κατά τις εκλογικές αναμετρήσεις 2015 και 2019: Οι περιπτώσεις των Αλέξη Τσίπρα και Κυριάκου Μητσοτάκη»

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    Από την αρχαιότητα ως σήμερα, ο λόγος χρησιμοποιείται από τους πολιτικούς προκειμένου να πείσουν το πλήθος και να το επηρεάσουν υπέρ τους. Στην παρούσα εργασία εξετάζονται οι μορφές πειθούς που αξιοποίησαν στρατηγικά στο κομμάτι της επικοινωνίας τους ο Αλέξης Τσίπρας και ο Κυριάκος Μητσοτάκης στις εθνικές εκλογές του 2015 και του 2019 αντίστοιχα, και συγκεκριμένα στις τελευταίες προεκλογικές του ομιλίες πριν ανέλθουν στον πρωθυπουργικό θώκο. Αναλύεται η έννοια της πλαισίωσης και η χρήση της στη διάρκεια των προεκλογικών περιόδων και των εκλογικών αναμετρήσεων γενικότερα, τα εικονικά πλαίσια τα οποία σχετίζονται με την εικόνα των ηγετών, τεχνικές πειθούς σύμφωνα με τον Αριστοτέλη και άλλους θεωρητικούς, με ιδιαίτερη βαρύτητα στις τεχνικές πειθούς που ορίζει ο Robert Cialdini. Εξετάζονται το ύφος, οι γλωσσικές επιλογές η κινησιολογία και οι ενδυματολογικές επιλογές των πολιτικών αρχηγών. Σκοπός της εργασίας είναι να ερμηνεύσει ποιες είναι αυτές οι μορφές πειθούς, ποιες από αυτές είναι σε άμεσο και ποιες σε έμμεσο επίπεδο και πως σχετίζονται με τις αλλαγές στάσεων και τις επιλογές των ψηφοφόρων. Στην περίπτωση του Αλέξη Τσίπρα χρησιμοποιούνται το διλημματικό πλαίσιο, το πλαίσιο ηθικής και το πλαίσιο εθνικής αναγκαιότητας, ο ίδιος επιλέγει το προφίλ του ηγέτη αγωνιστή ενώ αξιοποιεί άμεσα και έμμεσα στο μεγαλύτερο βαθμό την τεχνική της συμπάθειας. Αντίθετα στην περίπτωση Μητσοτάκη, χρησιμοποιείται το πλαίσιο ηθικής, επιλέγει το προφίλ του κλασσικού ηγέτη και τις τεχνικές της δέσμευσης και της σπανιότητας.Political speechees from antiquity until now have been used by politicians to persuade the masses and influence them. In this text, is being analyzed the use of political and visual frames, which are related to the image of the two leaders. Moreover, this text examines persuasion techniques according to Aristotle and other theorists, with special emphasis on the techniques of Robert Cialdini. The style of the speech, the language choices, body language and the dressing choice of these political leaders are also examined. The main purpose of this paper is to explain what these forms are, which of them are direct or indirect, and how they relate to the voters&apos; attitudes and choices. In case of Alexis Tsipras, the dilemma context, the ethics framework and the national necessity framework are used, he chooses the profile of the gighter leader while using directly and indirectly to the greatest extent the technique of sympathy. On the other hand , Kyriakos Mitsotakis uses the ethical framework, he chooses the profile of the classical leader and the techniques of commitment and rarity

    La persuasione nelle parole e nel corpo. Comunicazione multimodale e argomentazione ragionevole e fallace nel discorso politico e nel linguaggio quotidiano

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    In un mondo in cui siamo circondati da messaggi persuasivi di ogni tipo, che cercano di indurci a comprare nuovi prodotti o votare il personaggio politico del momento, ci è sembrato utile studiare la persuasione e le strategie persuasive impiegate per condurre all’azione. La tesi tratta quindi della persuasione nell’ambito politico, argomento vasto e caratterizzato da una forte interdisciplinarietà di studi. L’approccio scelto è linguistico: mi concentro sulle strategie persuasive impiegate nel discorso politico, i personaggi politici essendo Ségolène Royal, candidata alle elezioni presidenziali francesi del 2007 e, in misura minore, Nicolas Sarkozy, contra-candidato di Royal e attuale presidente della Francia e Romano Prodi, candidato Premier nel 2006. La prima parte della tesi introduce gli strumenti teorici impiegati nelle analisi presentate nella seconda parte. Il primo capitolo definisce la persuasione come un atto d’influenzamento sociale dove il Persuasore, per persuadere, deve fare credere all’altro che il perseguimento dello scopo da lui proposto è necessario per il raggiungimento di uno scopo che l’altro già aveva (Poggi 2005). Il secondo capitolo si concentra su uno degli aspetti della persuasione, l’argomentazione così come vista dalla prospettiva pragma-dialettica e fornisce gli strumenti per l’analisi delle strategie argomentative di Royal. Nell’analizzare l’argomentazione, soprattutto in contesto dialettico, non si può non far riferimento alle fallacie, tema prediletto della teoria dell’argomentazione. Il terzo capitolo è dedicato quindi ai diversi approcci alle fallacie nel corso dei secoli, con particolare focus sulla visione pragma-dialettica (van Eemeren & Grootendorst 1984; 1992; 2004; van Eemeren et al. 2002). Nella persuasività del discorso politico, l’argomentazione gioca senz’altro un ruolo importante ma insieme alla valutazione di ciò che viene asserito verbalmente, il pubblico valuta anche ciò che viene comunicato dai gesti, sguardi e postura del corpo del parlante. La persuasione è multimodale e, in quanto tale, nell’analisi delle strategie persuasive non bisogna trascurare il contributo del corpo nell’actio. Il quarto capitolo dà una breve panoramica dell’importanza accordata nei secoli ai comportamenti gestuali nella persuasione. A partire dal quinto capitolo, l’enfasi è messa sugli studi applicativi condotti sul discorso persuasivo di Ségolène Royal. Vengono analizzate alcune delle strategie persuasive impiegate da Royal nel tentativo di convincere l’uditorio di votare per lei. Per quanto riguarda l’analisi dell’argomentazione impiegata da Royal si è fatto ricorso agli strumenti di analisi forniti dalla teoria dell’argomentazione. L’argomentazione di Royal è studiata in vari contesti: sia in un contesto dialettico, dove due oppositori (Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy) si confrontano in un dibattito dove ognuno vuole far prevalere la propria tesi, sia nel contesto più strettamente retorico di un’intervista, dove la candidata, benché sottoposta a delle domande da parte dell’intervistatrice, ha l’opportunità di concepire delle risposte quasi monologiche, senza interruzioni da parte dell’avversario Sarkozy. Nei contesti argomentativi dialettici e soprattutto in quelli dove il desiderio di ‘averla vinta’ prende il sopravvento, avviene spesso che i partecipanti, volutamente o non, ricorrano a delle mosse argomentative scorrette, ovvero delle fallacie. Per illustrare alcune delle fallacie che possono occorrere nei dibattiti politici, come anche il danno che possono recare all’avversario e alla discussione argomentativa in generale, nel capitolo 5 presento un’analisi delle fallacie commesse – sia dall’uno che dall’altro partecipante – nel dibattito Royal-Sarkozy del 2 maggio 2007. Per condurre l’analisi ho fatto ricorso agli strumenti teorici forniti dalla teoria pragma-dialettica dell’argomentazione. Grazie a questi strumenti, l’analista è in qualche modo ‘facilitato’ nel suo intento di analizzare l’argomentazione e individuare le fallacie commesse. Ma i parlanti comuni sono in grado di percepire l’irragionevolezza di una mossa argomentativa, anche senza avere gli strumenti teorici dell’analista? Questa è la domanda alla quale si è provato a rispondere nel sesto capitolo con l’aiuto di uno studio sperimentale. Lo scopo dello studio è indagare sul modo in cui vengono percepiti i tre tipi di attacchi alla persona, ovvero le cosiddette fallacie ad hominem (diretto, indiretto e tu quoque). Fin qui mi sono concentrata maggiormente sulle strategie argomentative, razionali nella persuasione. Ma come sappiamo da Aristotele, il logos è solo una delle possibile vie per persuadere. Insieme alla forza delle argomentazioni, il Persuasore deve far appello anche all’ethos e al pathos. Gli ultimi tre capitoli sono dedicati a queste due strategie. Nel settimo capitolo si analizza l’appello che Royal fa all’ethos: dando prova di non avere un interesse personale nel diventare presidente, ma l’unica ragione per cui si candida è per il popolo Francese, Royal enfatizza il lato benevolo del suo ethos (Poggi 2005). La stessa strategia s’incontra nel discorso politico di un altro candidato della Sinistra, stavolta Italiano: Romano Prodi. Nella prima parte del capitolo si confrontano i due appelli all’ethos e si analizzano i due discorsi in termini della loro gerarchia di scopi (Parisi & Castelfranchi 1975; Poggi 2005); nella seconda parte l’appello di Royal all’ethos è analizzato in termini delle manovre strategiche impiegate per far giungere il messaggio persuasivo al pubblico nel modo più efficace possibile (van Eemeren 2010). Ethos, pathos e anche logos, possono essere suscitati non solo tramite la comunicazione verbale, ma anche facendo ricorso alle strategie persuasive multimodali. Secondo Poggi & Pelachaud (2008), infatti, i significati veicolati tramite gesti e sguardi persuasivi possono contribuire a una strategia di pathos, ethos o logos. Nel capitolo 9 mi concentro sull’uso del corpo come strumento di persuasione. Applicando lo schema di annotazione di Poggi & Pelachaud (2008), si analizzano i possibili significati trasmessi dal comportamento gestuale di Prodi e Royal, gesti che danno un apporto persuasivo al loro discorso e che, nel caso di Royal, guidano l’uditorio nel differenziare tra i due candidati alla presidenza della Francia. Sempre qui mi concentro sui possibili significati comunicati dallo sguardo di Royal e indaghiamo sugli elementi che li rendono persuasivi. Nella seconda parte del nono capitolo, vengono fornite delle ipotesi sui significati trasmessi mentre uno chiude gli occhi nel parlato o nell’ascolto e si indaga sul significato di una particolare chiusura degli occhi di Royal – l’ammiccamento – durante l’intervista politica. Nella terza parte del nono capitolo si analizza l’appello che Royal fa nel suo discorso politico alle emozioni, ovvero al pathos. Infatti, come rilevato dagli Antichi, il buon oratore deve sì costruirsi una buona argomentazione, ma, insieme ad essa, deve puntare anche sul diletto e la commozione dell’uditorio. In questo paragrafo vedremo come Royal fa uso dell’espressione facciale per indurre nel pubblico emozioni come entusiasmo ed orgoglio e produce il diletto ridicolizzando Sarkozy. Per concludere, vediamo quanto è importante trasmettere gli stessi significati con le parole e con il corpo. Tornando al frammento dove Royal e Prodi dichiarano di non candidarsi per interesse personale, si indaga sulla coerenza del discorso a livello multimodale e sull’apporto del corpo nella persuasività del messaggio. La tesi è un tentativo di analizzare la persuasione nella sua complessità, dove vie argomentative e corporee, appello all’affidabilità del persuasore e, non per ultimo, appello alle emozioni, si combinano per dar forza al messaggio persuasivo
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