The rise of initiatives involving small towns at risk of depopulation offers the opportunity to empirically grasp different paths “to imagine a different future”. In particular, we focus on cultural strategies: interventions drawing on symbols to fight marginalizing trends and trigger processes of local development. Such strategies are tackled by comparing two case studies: the experimentation of the Sprar model of widespread reception for refugees and asylum seekers in a small village of Calabrian Appennino (Sant’Alessio d’Aspromonte) and the variety of social and cultural initiatives that welcome fragile social groups promoted by the association Nocetum in a former agricultural village situated between the rural area Parco Agricolo Sud Milano and Milan. The heterogeneity of the selected cases will make evident two recurring mechanisms: first, the fact that associative styles and organizational cultures are in both cases the result of multiple levels of negotiation, in which local leaders are engaged in many ways to implement the reputation of their interventions; second, it will be shown the ambiguous role played by the traditional collective representations concerning the analysed local communities, thus illustrating how such representations are unavoidable conditions for anyone promoting cultural strategies in those communities. Due strategie culturali tra marginalità e accoglienzaIl moltiplicarsi di iniziative civiche e sociali che coinvolgono i piccoli centri a rischio di spopolamento offre l’occasione per verificare empiricamente la tenuta e il funzionamento di diverse ipotesi “per immaginare un futuro diverso”. Particolare rilievo assumono oggi le cosiddette strategie culturali: interventi che agiscono su rappresentazioni e simboli per contrastare tendenze marginalizzanti. Il contributo presenta e discute due studi di caso: la sperimentazione del modello Sprar di accoglienza diffusa per rifugiati e richiedenti asilo in un paese dell’Aspromonte reggino (Sant’Alessio) e l’azione di contrasto al degrado promossa dall’associazione Nocetum ai confini fra Milano e un’area rurale circostante. Il dialogo fra casi tanto diversi consente di evidenziare elementi ricorrenti nell’attivazione di strategie culturali di valorizzazione locale, relative alla forma di questi interventi, non al loro contenuto. In primo luogo, il fatto che culture organizzative e stili associativi dei soggetti che promuovono le azioni studiate sono il frutto di più livelli di negoziazione, legati alla capacità di imbastire percorsi di implementazione della propria reputazione. In secondo luogo, l’analisi evidenzia l’ambiguo ruolo giocato dalle rappresentazioni di cui i territori analizzati sono tradizionalmente stati oggetto e il loro porsi come condizioni locali ineludibili per chiunque voglia promuovere processi di valorizzazione attraverso strategie culturali.Il moltiplicarsi di iniziative civiche e sociali che coinvolgono i piccoli centri a rischio di spopolamento offre l’occasione per verificare empiricamente la tenuta e il funzionamento di diverse ipotesi “per immaginare un futuro diverso”. Particolare rilievo assumono oggi le cosiddette strategie culturali: interventi che agiscono su rappresentazioni e simboli per contrastare tendenze marginalizzanti. Il contributo presenta e discute due studi di caso: la sperimentazione del modello Sprar di accoglienza diffusa per rifugiati e richiedenti asilo in un paese dell’Aspromonte reggino (Sant’Alessio) e l’azione di contrasto al degrado promossa dall’associazione Nocetum ai confini fra Milano e un’area rurale circostante. Il dialogo fra casi tanto diversi consente di evidenziare elementi ricorrenti nell’attivazione di strategie culturali di valorizzazione locale, relative alla forma di questi interventi, non al loro contenuto. In primo luogo, il fatto che culture organizzative e stili associativi dei soggetti che promuovono le azioni studiate sono il frutto di più livelli di negoziazione, legati alla capacità di imbastire percorsi di implementazione della propria reputazione. In secondo luogo, l’analisi evidenzia l’ambiguo ruolo giocato dalle rappresentazioni di cui i territori analizzati sono tradizionalmente stati oggetto e il loro porsi come condizioni locali ineludibili per chiunque voglia promuovere processi di valorizzazione attraverso strategie culturali. Two Cultural Strategies between Marginality and ReceptionThe rise of initiatives involving small towns at risk of depopulation offers the opportunity to empirically grasp different paths “to imagine a different future”. In particular, we focus on cultural strategies: interventions drawing on symbols to fight marginalizing trends and trigger processes of local development. Such strategies are tackled by comparing two case studies: the experimentation of the Sprar model of widespread reception for refugees and asylum seekers in a small village of Calabrian Appennino (Sant’Alessio d’Aspromonte) and the variety of social and cultural initiatives that welcome fragile social groups promoted by the association Nocetum in a former agricultural village situated between the rural area Parco Agricolo Sud Milano and Milan. The heterogeneity of the selected cases will make evident two recurring mechanisms: first, the fact that associative styles and organizational cultures are in both cases the result of multiple levels of negotiation, in which local leaders are engaged in many ways to implement the reputation of their interventions; second, it will be shown the ambiguous role played by the traditional collective representations concerning the analysed local communities, thus illustrating how such representations are unavoidable conditions for anyone promoting cultural strategies in those communities