Risultati clinici e radiografici nell'uso di uno stelo femorale non cementato rivestito di idrossiapatite nell'anziano: studio multicentrico

Abstract

L’intervento di protesi d’anca, definito “intervento del secolo” dalla rivista Lancet, è da sempre oggetto di grande interesse e fermento scientifico; dalla prima protesi d’anca di Charnley negli anni ’60, le innovazioni tecniche e procedurali sono state innumerevoli, non solo in termini di approccio chirurgico, ma anche in termini di materiali e di design protesici. Dati ISTAT riportano un aumento della vita media per entrambi i generi, giungendo a 86,1 anni e 90,2 anni, rispettivamente per uomini e donne (80,6 e 85 anni nel 2016) entro il 2065, con un picco di invecchiamento che colpirà l’Italia nel 2045-50, quando si riscontrerà una quota di ultrasessantacinquenni vicina al 34%. L’aumento della longevità della popolazione richiederà, quindi, un incremento della necessità di ricorrere a sostituzione con protesi totale d’anca per il trattamento di fenomeni osteoartrosici che sono presenti in prevalenza nei pazienti anziani. È proprio in questa tipologia di paziente, spesso soggetto ad avere comorbidità ed essere quindi un soggetto fragile, che in letteratura è ancora aperto il dibattito su quale sia il miglior tipo di impianto protesico, in particolare se sia meglio una protesi con stelo cementato oppure non cementato. Gli steli cementati, infatti, prevedendo l’utilizzo del polimetilmetacrilato (PMMA), che, come una malta, determina un accoppiamento ad incastro tra l’osso spongioso e la protesi, vengono quindi spesso ritenuti gli impianti di scelta nel paziente con scarsa qualità ossea, tipica del paziente anziano. Dall’altro lato, l’utilizzo degli steli non cementati, realizzati con superfici tali da favorire il bone Ongrowth e Ingrowth, viene invece proposto per il paziente giovane e con buona qualità ossea. Come accennato precedentemente, e come spesso succede in medicina, queste affermazioni non sono assolute, ecco così il crescere di una recente letteratura ed attenzione circa la possibilità di scegliere un impianto non cementato anche nel paziente anziano. L’intento di questa tesi è volto a dimostrare la sopravvivenza, i risultati clinici e i risultati radiografici a medio-lungo termine di uno stelo femorale non cementato, con doppio rivestimento plasma spray in titanio poroso e idrossiapatite (stelo Exacta HAX-Pore – Permedica) impiantato in una coorte di pazienti over 70 operati presso i reparti di Ortopedia e Traumatologia di Pisa e il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Versilia

    Similar works