Valutazione dello stato della biodiversità in aree antropizzate: applicazione della metodologia BRUV (Baited Remote Underwater Video) per lo studio della componente nectonica dell'ecosistema

Abstract

Uno studio di valutazione dello stato della biodiversità focalizzato sulla componente nectonica e finalizzato alla determinazione dell’abbondanza e della composizione in specie del popolamento marino costiero si può avvalere di diversi strumenti e metodologie, le quali possono essere più o meno invasive sull’ecosistema oggetto dello studio. È possibile ad esempio applicare delle metodologie di pesca sperimentale, i.e. di prelievo degli organismi dal loro ambiente al fine di riconoscere e quantificare la presenza delle specie nectoniche nell’area di studio. Esistono tuttavia metodologie meno distruttive che permettono la raccolta di dati attraverso una stima visiva dell’abbondanza e della composizione delle specie direttamente nel loro ambiente naturale. Di queste metodologie fanno parte i censimenti visivi in situ (Samoilys M.A. 1997), i quali hanno il vantaggio di permettere la raccolta dati nel rispetto della biodiversità, evitando eventi mortali e/o fortemente stressanti agli individui oggetto dello studio. Questo fa si che tali metodologie risultino particolarmente utili in ambienti vulnerabili e/o soggetti a particolari vincoli protezionistici volti alla conservazione dell’ambiente marino, come le Aree Marine Protette (AMP), le quali in questo studio rappresentano delle zone di confronto caratterizzate da un limitato impatto antropico. Per tali ragioni, nell’ambito del progetto CISAS è stato scelto di portare avanti la valutazione dello stato del popolamento ittico attraverso una particolare tecnica di censimento visivo, la quale viene effettuata attraverso il sistema BRUV (Baited Remote Underwater Video)

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