Digital Autoethnography & Connected Intelligence: Two Qualitative Practice-Based Teaching Methods for the Digital Humanities

Abstract

In higher education we witness a unique conjuncture: on the one hand, students who attend academic courses are the first generation to have fully grown in a digitalized world; on the other hand, teachers, while having grown and studied in a still largely analogue world, have witnessed the evolution of today’s techno-society since its infancy. By connecting the field of the Digital Humanities with education, this article discusses the conception, design and results of two practice-based teaching experiences which were aimed at exploring the tensions embedded in our daily use of digital technologies, as well as in today’s techno-society as a whole. The first one is a “digital autoethnography” developed at the City University of Hong Kong; the second one refers to the course “Anthropology of Communication” – co-delivered at Politecnico of Milan – which adopted a “connected intelligence” approach to urge students to reflect on tomorrow’s techno-society in a collaborative way. While the first experience was chiefly a self-reflexive study on the impact of social media on the individual, the second one mapped the main criticalities of techno-society as a whole, according to seven macro-themes, and asked students to elaborate possible solutions. Both courses considered students as active learners/users, insofar as they at the forefront of today digital revolution, but also the subjects most in need of critical tools to face it.Oggi, nell’università, assistiamo a una congiuntura unica: da un lato, gli studenti che frequentano i corsi accademici sono la prima generazione ad essere completamente cresciuta in un mondo digitalizzato; dall’altro lato, i docenti, pur essendo cresciuti e aver studiato in un mondo ancora in gran parte analogico, hanno assistito all'evoluzione della tecno-società odierna sin dalla sua infanzia. Promuovendo un dialogo tra le Digital Humanities e la didattica (accademica), questo articolo discute la concezione, progettazione e i risultati di due esperienze di insegnamento practice-based mirate a esplorare le tensioni implicite nel nostro uso quotidiano delle tecnologie digitali, nonché nella tecno-società odierna nel suo insieme. La prima esperienza è una “autoetnografia digitale” sviluppata presso la City University di Hong Kong; la seconda è collegata al corso “Anthropology of Communication” – tenuto al Politecnico di Milano – nella quale abbiamo adottato l’approccio dell’“intelligenza connessa” per stimolare gli studenti a riflettere collaborativamente sulla tecno-società di domani. Mentre la prima esperienza è stata principalmente uno studio autoriflessivo sull'impatto dei social media sull’individuo, la seconda ha mappato le principali criticità della nostra tecno-società, a partire da sette macro-temi, al fine di elaborare possibili soluzioni. Entrambi i corsi considerano gli studenti come utenti attivi, giacché sono in prima linea nell’uso delle nuove tecnologie, ma sono anche coloro che necessitano maggiormente di un solido bagaglio critico per usarle/svilupparle al meglio

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