L’estetica dell’impossibile: lo strano caso del gotico e della fantascienza

Abstract

In the history of human creativity, the act of imagining the impossible has always been at the core of the physical and metaphysical perception of the unknown. The scholarly debate regarding the nature of the impossible gained particular relevance in the context of British Enlightenment when the expanding sciences, along with literature, attempted to provide empirical validation to inexplicable and supernatural phenomena. In this way, the discrepancies between the overlapping ontologies of the Age of Faith and the Age of Reason became apparent as the ancestral literary practice of the fantastic merged with the rising genre of the novel. The assimilation of the conventional tropes of supernatural literature within the narrative frame of formal realism led to the development of two fortunate sub-genres: the Gothic and Science Fiction. The former evolved around the mutual disruption of the empirically-based conception of reality and the transgression of the moral code implied in the construction of civic order. The latter derived from the relocation of specific gothic features into a larger dimension of social anxiety concerning the abuses of reason concealed as a path towards common good and future progress. By exploring the evolution of the gothic imagery and its dissolution into the narrative horizon of Science Fiction, this article will trace the early modern roots of the dialogue between science and literature in the human quest for the impossible. The thesis that Gothic and Science Fiction are historically interdependent will be reviewed in light of the common matrix of fear and desire which characterises their ideological function.Nella storia della creatività umana, l'atto di immaginare l'impossibile si pone al centro della percezione fisica e metafisica dell'ignoto. Il dibattito sulla natura dell'impossibile ha poi acquisito particolare rilevanza nel contesto dell'Illuminismo britannico quando la nascente scienze moderna si unì alla letteratura nel tentativo di fornire una validazione empirica al dominio dell’inspiegabile e del soprannaturale. In tal senso, le discrepanze tra le ontologie sovrapposte delle cosiddette Age of Faith e Age of Reason trovarono ulteriore esplicitazione nell’intersezione tra l’ancestrale discorso letterario del fantastico e l’esordiente genere del novel. In particolare, l’assimilazione delle convenzioni tematiche della letteratura soprannaturale all'interno della cornice narrativa del realismo formale ha portato allo sviluppo di due sottogeneri romanzeschi piuttosto longevi e articolati: il gotico e la fantascienza. Il primo, evolutosi attorno ai temi della  trasgressione del codice morale implicito alla costruzione dell'ordine civico, il secondo legato alla trasposizione di specifiche strutture del gotico nella più ampia dimensione di ansia sociale relativa ai pericoli degli abusi della ragione celati dietro l’avanzata progressista verso il bene comune e il futuro.Esplorando le trasformazioni dell’immaginario del romanzo gotico e la sua dissoluzione nell'orizzonte narrativo della fantascienza, questo articolo mira a rintracciare le radici moderne del dialogo tra scienza e letteratura nell’umana ricerca dell'impossibile. L’interdipendenza dei due generi sarà analizzata alla luce della comune matrice di paura e desiderio caratterizzante la loro funzione ideologica

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