La finitezza del mondo rispetto al tempo nella Critica della Ragion Pura

Abstract

Esaminerò gli argomenti kantiani esposti nella dialettica trascendentale per la necessità di un cominciamento temporale del mondo (tesi della prima antinomia) e per la necessità dell’assenza di un cominciamento del mondo (antitesi della prima antinomia). Sosterrò, servendomi di argomenti già di Arthur Schopenhauer, Kemp Smith, Bertrand Russell e Milton Fried, che l’argomento kantiano per la tesi è interamente da rigettare. Viceversa lo stesso non può dirsi dell’argomento per l’antitesi, che risulta logicamente valido: ipotizzare un inizio del mondo è contraddittorio. Concluderò infine con alcune riflessioni a proposito del simmetrico problema della fine del mondo, la quale, se intesa come un passaggio dall’essere al nulla, è anch’essa contraddittoria. Alternativamente, essa potrebbe configurarsi, seguendo Schopenhauer (e una interpretazione olistica del secondo principio della termodinamica), come l’ingresso del mondo in una fase definitiva di stasi.Esaminerò gli argomenti kantiani esposti nella dialettica trascendentale per la necessità di un cominciamento temporale del mondo (tesi della prima antinomia) e per la necessità dell’assenza di un cominciamento del mondo (antitesi della prima antinomia). Sosterrò, servendomi di argomenti già di Arthur Schopenhauer, Kemp Smith, Bertrand Russell e Milton Fried, che l’argomento kantiano per la tesi è interamente da rigettare. Viceversa lo stesso non può dirsi dell’argomento per l’antitesi, che risulta logicamente valido: ipotizzare un inizio del mondo è contraddittorio. Concluderò infine con alcune riflessioni a proposito del simmetrico problema della fine del mondo, la quale, se intesa come un passaggio dall’essere al nulla, è anch’essa contraddittoria. Alternativamente, essa potrebbe configurarsi, seguendo Schopenhauer (e una interpretazione olistica del secondo principio della termodinamica), come l’ingresso del mondo in una fase definitiva di stasi

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