La relazione tra testo e forma architettonica può essere guardata da diversi punti di vista e può dar luogo a molteplici speculazioni e approfondimenti. A partire dalle avanguardie, la sequenza testo/concetto/forma è stata oggetto di diverse e significative speculazioni del pensiero e dell'agire artistico contemporanei e segnatamente dell'arte definita appunto concettuale. In questo canpo è possibile rintracciare numerosi discorsi, che si preferisce qui lasciare appena affiorare, intravvedere in una sorta di scarno e frammentario testo a fronte, costituito dalle prime tre figure a corredo del testo. Queste illustrazioni, proposte a mo' di digressioni, come tracce per possibili e facoltativi approfondimenti, aspirano a essere l'embrionale palinsesto di un discorso per immagini, parallelo a quello che qui ci proponiamo di costruire. Qui si vuole limitare il campo del ragionamento al rapporto tra un testo che, per intenzione o anche solo per contingenza, assume valore di programma di progetto e un secondo elaborato che, in prima approssimazione, può essere definito programma formale. La finalità è quella di mettere in campo una serie di spunti, ragionamenti, strumenti tecnici che - senza assumere il peso e la rigidezza di un impalcato teorico e/o metodologico - si pongano piuttosto come un insieme aperto che può essere manipolato, ampliato, modificato e rielaborato con l'obiettivo di gestire e approfondire il rapporto tra istanze provenienti dal mondo esterno e risposte in forma di architettura. Si ritiene quindi opportuno delineare un ragionamento aperto e suggerire esercizi dalla soluzione non univocamente determinata, che non facciano riferimento a un'unica teoria, quanto piuttosto a un orizzonte lungo il quale si dispone una teoria di molteplici punti di vista; esercizi di progetto che non discendono da una formulazione teorica, come a costituirne una pratica applicazione, quanto piuttosto siano capaci di innescare pensieri e di mettere continuamente in discussione lo stato dell'arte