A Matosinhos, piccolo centro che fa ormai parte della periferia di Porto, una porzione del giardino di un'antica villa, di fronte al porto di Leixões, fu venduta per realizzare un complesso residenziale. Il piano urbano di Fernando Távora aveva introdotto su quell'area una nuova strada, parallela alla litoranea Avenida Duarte, dividendola diagonalmente, così da generare da un lato un trapezio, un triangolo dall’altro. L'idea di Souto de Moura è stata quella di costruire nell’area trapezoidale muri paralleli, con interasse 12 metri, coperti da tre fasce di solai larghi uguali. Muri e solai così disposti sono una costante di questa zona, nella continuazione della tradizione portoghese di recingere la casa con una parete dove a volte la presenza della casa è rilevata solo attraverso una finestra. “Sembra la struttura di alcuni villaggi cinesi, ma è un punto di riferimento di cui sono stato cosciente a progetto finito, e non sapevo nemmeno delle case-cortile di Josep Lluís Sert”, ha osservato Souto de Moura, ma la sua sensibilità e il suo pensiero, erano più vicini alle ricerche tipo-morfologiche di Ludwig Mies van der Rohe. Infatti, nel decennio che va dal 1928 al 1938, Mies aveva esplorato le varianti espressive dello spazio architettonico definito da setti murari e lastre di solaio semplicemente poggiate: dal Padiglione tedesco all’Esposizione universale di Barcellona all’Insediamento di case a corte, dove è sempre presente il giardino cintato e l’alternarsi di corti o patii