Catturati dalle storie. Il carcere come figura narrativa in Romanzo criminale - La serie

Abstract

Romanzo criminale - La serie costituisce un caso eccentrico nel panorama della fiction tele-visiva italiana, per la sua origine produttiva e per l\u2019elevato livello di sperimentazione nella scrittura, nello stile e nella tecnica espressiva. Nelle due stagioni della serie la rappresentazione del carcere \ue8 un motivo ricorrente, con episodi interamente ambientati a Regina Coeli e linee narrative compiute organizzate attorno alla dialettica interno/esterno, in senso fisico e simbolico. L\u2019intento del saggio \ue8 analizzare le specifiche modalit\ue0 attraverso cui il carcere funziona nel testo come dispositivo narrativo. Il carcere \ue8 un topos a partire dal quale si organizza e si snoda il racconto seriale. All\u2019interno del suo perimetro e nei diversi luoghi che lo compongono (le celle, il corridoio, la mensa, il cortile, il parlatorio) si innescano traiettorie narrative che non potrebbero essere intraprese all\u2019esterno. La reclusione fisica consente di congelare temporaneamente l\u2019azione crime e di indagare pi\uf9 a fondo la psicologia dei personaggi, cos\uec come di portare a termine porzioni di racconto precedentemente lasciate in sospeso. L\u2019analisi chiamer\ue0 in causa anche la fitta rete di matrici espressive che fanno di Romanzo criminale \u2013 La serie un crocevia di generi. Proprio il carcere costituisce il punto di convergenza di un\u2019ampia gamma di riferimenti cinematografici internazionali e nostrani (dal prison movie al poliziottesco all\u2019italiana) a cui la serie attinge dando vita a una continua ibridazione di generi e sottogeneri

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