Tradizione testuale e tradizione musicale nelle liriche del Castellano di Coucy

Abstract

Nella monodia profana la tradizione del testo e quella della musica non percorrono sempre le stesse strade: lo studio delle liriche del Chastelain de Coucy consente di esplorare le divergerze e le convergenze della trasmissione della musica e delle parole. Il Castellano è una delle figure di spicco nella lirica francese, per via della sua posizione cronologica, del cospicuo numero delle sue composizioni, della vasta diffusione manoscritta e del suo rapporto con la lirica trobadorica: a partire dalla più celebre canzone del troviero, La douce vois du louseignol sauvaige, si mostreranno le strade che i testi hanno percorso, ricostruite con il metodo filologico e la critica delle varianti, verificando anche la loro applicazione e i loro limiti nell'analisi musicologica. Con un percorso dal semplice al complesso, da Bele dame me prie de chanter e Tant ne sai dementer ne conplaindre a Merci clamans de mon fol errement si proporrà un metodo di indagine basato sull'analisi delle varianti nel rapporto testo-musica, nel tentativo di aggiungere un tassello allo studio della trasmissione del testo medievale e della dialettica tra oralità e scrittura, composizione e ricomposizione. Infatti, quando si ha il supporto di una vasta tradizione manoscritta l'analisi musicologica può riuscire ad evidenziare i luoghi strutturali della melodia e ipotizzare un'eziologia dello sviluppo delle varianti: si evidenzieranno le potenzialità e il paradosso dell'analisi in assenza del concetto di errore. Ma una tradizione non nasce dal nulla: da queste analisi affiora, in pochi e fortunati luoghi, il retroterra musicale del Castellano, che ci consente di rintracciare chiarissime eco trobadoriche

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