Omeostasi dei telomeri nelle sindromi mielodisplastiche

Abstract

I telomeri sono delle strutture altamente conservate situati nella parte terminale dei cromosomi degli eucarioti, sono formati da sequenze di DNA (TTAGGG)n ripetuto in tandem e da proteine ad esse associate. Le regioni telomeriche sono implicate in molteplici funzioni biologiche. Le sindromi mielodisplastiche (SMD) rappresentano un insieme di disfunzioni clonali delle cellule staminali emopoietiche caratterizzate da displasia, ematopoiesi inefficace che coinvolge una o più linee di maturazione delle cellule mieloidi e da un elevato rischio di progressione in leucemia acuta mieloide (LAM). In questo studio sono stati analizzati la lunghezza dei telomeri (TFR), l’attività telomerasica (AT) e l’espressione dei geni hTERT, c-myc, mad1 e p53 nel midollo osseo di pazienti affetti da SMD (n=109), da LAM (n=47) e nei controlli (n=24). Sono stati suddivisi i pazienti affetti da SMD in due gruppi sulla base dello score IPSS: pazienti SMD-BR (IPSS basso ed intermedio-1, n=83) e pazienti SMD-AR (IPSS intermedio-2 ed alto, n=20). Sono stati analizzate separatamente le leucemie mielomonocitiche croniche (LMMC, n=8) e le LAM. La TFR era minore nelle SMD rispetto ai controlli (p<0.001); tra le SMD la TFR era superiore nelle SMD-BR rispetto alle SMDAR (p<0.01), tali dati dimostravano un’accentuata erosione dei telomeri con il progredire della malattia. I pazienti mostravano un’espressione di hTERT e un’attività telomerasica molto eterogenee e non si evidenziavano differenze significative. Il gene mad-1 era iperespresso nelle SMD rispetto ai controlli (p<0.01). L’espressione di c-myc aumentava nel gruppo delle SMD-AR e nelle LAM (p<0.05 e p<0.01, rispettivamente). Il gene p53 era espresso allo stesso livello dei controlli in tutti i gruppi di pazienti analizzati. In conclusione l’omeostasi della regione telomerica, in particolare la lunghezza dei telomeri e l’espressione di alcuni fattori della trascrizione coinvolti nella sua regolazione, come c-myc e mad-1, potrebbero essere utilizzati in futuro per stratificare i pazienti in accordo con il sistema di classificazione del rischio di progressione della sindrome mielodisplastica

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