Persiane chiuse. La rappresentazione degli spazi del piacere e delle figure di donne in Adua e le compagne (Antonio Pietrangeli, 1960) e Nella città l’inferno (Renato Castellani, 1958)
Nel 1958 la legge Merlin afferma l’illegalità delle «case chiuse», suggellando un dibattito che mette a tema il controllo della sessualità femminile. Il racconto cinematografico di quel periodo reinterpreta quella temperie in una dinamica – esplorata qui con due studi di caso − che mette in tensione la rappresentazione dei «luoghi di piacere» e di disciplinamento − case chiuse e prigione − con le aperture verso il fuori, in un movimento tensivo che appare aprire spazi imprevisti di libertà legati alla relazione tra donne, ma che più spesso finisce per chiudere quegli
squarci relegando le figure femminili nel dominio del vedere maschile