Genitori migranti e figli con disabilit\ue0 Le rappresentazioni dei professionisti e le percezioni delle famiglie

Abstract

Il contributo si occupa di un tema poco indagato nel panorama delle ricerche italiane ed europee, quello della disabilit\ue0 e della migrazione; su questo tema \u201cintrecciato\u201d la ricerca si pone come una delle prime a livello europeo. Dai primi dati della ricerca e da una prima analisi del materiale qualitativo e quantitativo, emerge: da parte degli insegnanti, la difficolt\ue0 di comunicazione e di coinvolgimento delle famiglie dovuta a rapporti frettolosi (necessit\ue0 di mediatori culturali e di tempo), a fronte di una discreta/buona collaborazione quando vi \ue9 coinvolgimento; da parte dei genitori, l\u2019enorme difficolt\ue0 nella quotidiana accessibilit\ue0 (case inadeguate ecc.); la non curanza di alcune realt\ue0 (questura, servizi, comune ecc.) a informarli correttamente e tempestivamente sui loro diritti; la totale assenza di qualunque aiuto - ad eccezione della scuola - quando i genitori si trovano in situazioni drammatiche; lo scarsissimo feeling con gli assistenti sociali; il fatalismo del destino del figlio che attenua il senso di colpa, senza connotarsi di progettualit\ue0; da parte dei professionisti, la necessit\ue0 che i genitori possano contare su una figura di riferimento (case-manager) presente sul territorio e su reti parentali e amicali culturalmente affini e/o meticciate; la rappresentazione di genitori in difficolt\ue0 per scarsa chiarezza nelle comunicazioni, a fronte di un\u2019immediata accettazione di sostegni. Da questa prima parziale lettura, la scuola risulta la realt\ue0 maggiormente in grado di corrispondere ai bisogni delle famiglie, accogliendole; ci\uf2 viene confermato dagli stessi insegnanti che richiedono, per\uf2, un maggior supporto dei servizi territoriali, anche riguardo all\u2019ampliamento della partecipazione delle famiglie migranti (con la presenza di mediatori culturali)

    Similar works