La difficolt\ue0 di individuare convincenti categorie interpretative dell'esperienza religiosa nel dibattito scientifico e nel sentire comune suggerisce l'opportunit\ue0 di un ribaltamento di prospettiva. Alla messa in discussione di quelle che potremmo definire "filosofie implicite", sottese alla squalifica della dimensione religiosa come fenomeno irrazionale e privo di portata conoscitiva, occorre affiancare una presa in esame delle strutture fondamentali dell'esperienza umana in generale e del processo educativo in particolare, per comprendere se esista e come si configuri il loro nesso con il religioso. A tal fine si dimostrano interessanti alcuni originali sviluppi del metodo fenomenologico inaugurato da Husserl, che paiono attestare l'esistenza di una componente religiosa (intesa come riconoscimento della trascendenza) quale elemento unificante e strutturale tanto dell'esperienza elementare umana quanto dei processi di educazione e umanizzazion
