Background. La bivalirudina, in associazione con l\u2019uso selettivo degli inibitori della glicoproteina (GP) IIb/IIIa, rappresenta uno standard di cura riconosciuto nell\u2019angioplastica coronarica primaria (PPCI). Scopo dello studio \ue8 stato quello di confrontare la terapia antitrombotica con bivalirudina o eparina non frazionata nel corso di tale procedura.
Metodi e risultati. Tra il 7 febbraio 2012 e il 20 novembre 2013, sono stati randomizzati 1829 pazienti su un totale di 1917 pazienti sottoposti ad angiografia d\u2019emergenza presso il nostro centro (pari al 97% dei pazienti afferiti consecutivamente), di cui 1812 inclusi nell\u2019analisi finale. 751 pazienti (83%) dei 905 inclusi nel gruppo bivalirudina e 740 pazienti (82%) dei 907 inclusi nel gruppo eparina sono stati sottoposti ad angioplastica coronarica. Il tasso di utilizzo degli inibitori della GP IIb/IIIa era sostanzialmente simile nei due gruppi (122 pazienti [13%] nel gruppo bivalirudina e 140 pazienti [15%] nel gruppo eparina). L\u2019endpoint primario di efficacia si \ue8 verificato in 79/905 pazienti (8.7%) del gruppo bivalirudina e in 52/907 pazienti (5.7%) del gruppo eparina (differenza di rischio assoluto 3.0%; rischio relativo [RR] 1.52, IC 95% 1.09-2.13, p=0.01). L\u2019\uadendpoint\uad primario di sicurezza si \ue8 verificato in 32/905 pazienti (3.5%) del gruppo bivalirudina e in 28/907 pazienti (3.1%) del gruppo eparina (differenza di rischio assoluto 0.4%; RR 1.15, IC 95% 0.70-1.89, p=0.59).
Conclusioni. Rispetto alla bivalirudina, l\u2019eparina riduce l\u2019incidenza degli eventi ischemici avversi maggiori nel contesto della PPCI, a fronte di nessun incremento delle complicanze emorragiche. L\u2019uso sistematico di eparina, invece che di bivalirudina, si tradurrebbe in una sostanziale riduzione dei costi correlati al farmaco. [Lancet 2014;384:1849-58