Aree fragili e sviluppo locale sostenibile. L'Emilia-Romagna

Abstract

L'ambiente inteso come risorsa che come vincolo costituisce ormai una delle variabili fondamentali delle politiche territoriali ed influenza le decisioni produttive e localizzative. Tuttavia i diversi tipi di pianificazione, sia che si tratti di pianificazione strategica o di politiche, mettono in luce che le relazioni tra uomo-ambiente sono sovente e ancora ridotte a tradizionali considerazioni legate alle cause prevedibili e ai prevedibili effetti. Invece \ue8 l'incertezza che si presenta come una condizione costitutiva di tali processi; la nostra \ue8 una societ\ue0 caratterizzata dal rischio, dove una delle abilit\ue0 pi\uf9 strategiche \ue8 quella di saper prendere decisioni in condizioni di incertezza. Questo richiede un nuovo modo di percepire e organizzare le conoscenze dell'ambiente nell'ottica dello sviluppo sostenibile a partire dalla scala locale. Anche in Emilia-Romagna la questione ambientale \ue8 stata e continuaad essere al centro dell'attenzione, anche come espressione di una cultura territoriale che contribuisce a promuovere nuova identit\ue0 e radicamento nel territorio locale. Tra il margine collinare, il Po e il mare si estende l'area di pianura, dove la presenza degli affluenti del Po, del Reno e dei fiumi romagnoli crea una stretta rete di relazioni tra la fascia collinare e la quella costiera. In questa zona lo sviluppo ha inciso pi\uf9 profondamente sull'ecosistema e persistono gli squilibri pi\uf9 rilevanti e le pi\uf9 accentuate criticit\ue0. Il pedemonte regionale, attraversato dalla via Emilia, costituisce a tutt'oggi l'ossatura territoriale fino alla zona costiera. Questa zona, infatti, \ue8 crocevia storico di scambi commerciali, distretto turistico tra i pi\uf9 importanti d'Europa, sede di habitat naturali delicati; evidenzia problemi proprio di una zona sensibile, attivamente impegnata nella ricerca di un punto di equilibrio sostenibile con fattori insediativi e produttivi, locali e internazionali, marittimi e terrestri, di forte pressione. Il versante settentrionale dell'Appennino , dove montagna, alta e media collina vanno a finire nel pedemonte regionale, presenta uno stato dell'ambiente generalmente buono. I limitati livelli di sviluppo produttivo e insediativo, la minore pressione antropica, le azioni di tutela, e fra esse l'ampliamento delle aree naturali protette, hanno garantito in modo abbastanza diffuso la conservazione degli equilibri. II fattori di maggior criticit\ue0 sono rappresentati dai dissesti di versante, con relativo rischio di frane legato alla natura geologica dell'Appennino. Sulla base di tutto ci\uf2 la monografia in doppia lingua (sette capitoli in italiano e inglese/un capitolo in italiano e francese) si articola in due parti :pianura e montagna. La prima \ue8 dedicata alla pianura e offre una riflessione generale sui processi d\u2019insediamento declinati nel paradigma dello sviluppo sostenibile e sullo sviluppo sostenibile declinato con l'ambiente culturale. La lavoro sul terreno si rivolge alle aree umide, al Delta del Po al suo sviluppo territoriale, strumento fondamentale per una lettura geografica dello sviluppo sostenibile in Emilia-Romagna. Alla montagna \ue8 dedicata la seconda parte dove gli strumenti metodologici fanno uso delle politiche comunitarie e del patrimonio culturale come innovazione territoriale per interpretare questa realt\ue0 geografica, dove il declino demografico si rivela un ulteriore elemento per comprendere i progetti tra scala europea e locale

    Similar works