In questo lavoro è illustrato con esempi, l’approccio interpretativo allo studio delle microstrutture presenti entro un manufatto vetroso e inoltre sono messe a confronto le informazioni che si possono trarre dalle analisi di “bulk” con quelle che si possono ottenere dalle analisi “in situ”. Per fare questo, sono stati scelti due tipi di reperti: un semilavorato ed alcuni frammenti di manufatti, vale a dire dei prodotti finiti .
I manufatti finiti, che sono il risultato di un ciclo di produzione e di lavorazione conservano il minor numero di indicatori tecnologici alla piccola scala di osservazione, poiché l’intento del vetraio era quello di produrre un manufatto molto omogeneo, in tessitura ed in colore. Un manufatto, quindi, è solitamente un vetro più omogeneo rispetto agli indicatori di produzione. In quest’ottica è possibile assumere che piccole porzioni del manufatto siano rappresentative della composizione chimica del manufatto stesso. Il bisogno di un’intrinseca conoscenza dei caratteri tessiturali e composizionali dei manufatti in vetro ha creato la necessità di poter prelevare frammenti, come primo passo per la comprensione delle modalità di manifattura e delle ricette di produzione. Tali dati rappresentano altresì gli indizi primari per la conoscenza di tali materiali e del loro stato di conservazione