L\u2019obiettivo della tesi \ue8 lo studio e l\u2019edizione critica della traduzione francese del "Liber peregrinationis" di Riccoldo da Monte di Croce, scritto attorno al 1300 e tradotto nel 1351 dal benedettino Jean le Long d\u2019Ypres (= JLL). Nel testo il domenicano fiorentino Riccoldo racconta il suo viaggio tra Terra Santa, Turchia e Persia, compreso un decennio di soggiorno a Bagdad. JLL lo inserisce in un 'corpus' di sei traduzioni di opere di viaggio e di descrizione dell\u2019Oriente. La prima parte della tesi \ue8 consacrata allo studio della tradizione del testo latino, tramandato da 7 mss., con il fine di individuare la versione pi\uf9 vicina alla fonte utilizzata dal traduttore. Si tratta di uno stato testuale prodottosi tra Fiandre e Germania renana nella prima met\ue0 del XIV sec. Lo studio della diffusione manoscritta e della tradizione testuale ha fornito nuovi, importanti risultati per lo studio del testo odeporico di Riccoldo e della sua diffusione. JLL, abate benedettino di formazione parigina in diritto canonico, ha tradotto il "Liber" di Riccoldo congiuntamente al "Flos historiarum" di Hayton, alla "Relatio" di Odorico da Pordenone, al "Liber" di Wilhelm von Boldensele, a due lettere scambiate tra il kahn Togon Tem\ufcr e papa Benedetto XII, e il trattato "De statu, conditione ac regimine magnis Canis". Questi 6 testi son tramandati da 6 mss. in maniera unitaria, il che sottintende un preciso progetto di compilazione dietro le scelte del traduttore. Ho prima di tutto analizzato la tradizione manoscritta del testo, interrogandomi sulle figure di lettori e destinatari, nonch\ue9 sulle trasformazioni della raccolta progettata dal Benedettino, individuando due linee di diffusione storico-geografiche : una limitata all\u2019area piccarda e ad un pubblico borghese (mss. A e B), l\u2019altra limitata all\u2019area parigina e circolante tra l\u2019alta aristocrazia francese (mss. CDEF). L\u2019analisi si \ue8 dunque occupata dei rapporti tra i 6 mss. : ci\uf2 ha permesso di discernere due famiglie testuali coincidenti con le aree di diffusione storico-geografiche proposte. Lo studio dei rapporti tra il testo francese e la fonte latina ha permesso di identificare con una certa sicurezza la versione che il traduttore aveva sotto gli occhi. Il testo latino della fonte \ue8 stato quindi pubblicato a fronte del testo francese, permettendo cos\uec una comparazione puntuale di 'texte source' e 'texte cible'. Il testo del ms. A (Besan\ue7on, BM 667) copiato nel 1368 nei dintorni di Saint-Omer (dove JLL era abate) \ue8 stato scelto come testimone di base per l\u2019edizione, per la sua elevata qualit\ue0. In seguito, l\u2019analisi traduttologica, linguistica e lessicografica hanno permesso di riconoscere la qualit\ue0 della traduzione. JLL \ue8 un traduttore fedele, che omette poco della sua fonte e aggiunge piccoli passaggi chiarificatori. Soprattutto, ha un\u2019ottima conoscenza dell\u2019Oriente. La lingua impiegata \ue8 un 'moyen fran\ue7ais' intriso di piccardismi ma ormai essenzialmente neutralizzato in direzione standardizzante (come ci si aspetterebbe a met\ue0 del XIV sec.). L\u2019analisi lessicografica ha permesso di individuare une cinquantina di regionalismi e una quindicina di termini rari impiegati dall\u2019autore. L\u2019edizione del testo, condotta su A senza mai prescindere dall\u2019apporto degli altri 5 mss., \ue8 corredata di un ricco apparato di varianti, di un\u2019esaustiva sezione di discussione delle scelte editoriali e di un glossario che registra circa 250 voci