Sottofila: tecniche alternative al diserbo.

Abstract

All\u2019inizio degli anni Sessanta del secolo scorso la comparsa degli erbicidi chimici ha rivoluzionato la gestione del suolo dei vigneti, in modo particolare per la semplicit\ue0 d\u2019impiego, l\u2019efficacia e i costi contenuti. L\u2019uso eccessivo e/o la cattiva gestione di agrochimici come gli erbicidi pu\uf2 per\uf2 anche portare alla esposizione accidentale degli operatori sul campo, all\u2019aumento di residui e deflussi, all\u2019aumento dei danni verso le popolazioni di organismi benefici, all\u2019aumento delle specie erbacee resistenti (Pimentel et al., 1992). Gli erbicidi chimici applicati al suolo percolano nelle acque superficiali e anche in quelle profonde. Il Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque (ISPRA, 2014), relativo ai dati delle analisi effettuate nel 2011-2012, riporta nella Sintesi dei risultati (pag. 12) il seguente testo: \u201cNelle acque superficiali, 253 punti di monitoraggio (17,2% del totale) hanno concentrazioni superiori al limite. Le sostanze che pi\uf9 spesso hanno determinato il superamento sono: glifosate e il suo metabolita AMPA, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita. Nelle acque sotterranee, 152 punti (6,3% del totale) hanno concentrazioni superiori al limite. Le sostanze pi\uf9 frequentemente rinvenute sopra il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor\u201d. L\u2019ordine dei principi attivi formulato dall\u2019ISPRA si basa sulla frequenza di rilevamento nei campioni di acqua esaminati. Le soluzioni possibili contemplano l\u2019inerbimento del sottofila con essenze a bassa crescita che non richiedono sfalci, tecnica certamente promettente, ma al momento la capacit\ue0 adattativa delle specie proposte alle condizioni di molte aree viticole del Nord Italia \ue8 ancora da verificare. La pacciamatura con compost derivato dalla sfibratura dei tralci residui della potatura invernale rappresenta una possibilit\ue0 ulteriore, anche se \ue8 necessario un forte spessore per contrastare la crescita delle piante infestanti. L\u2019alternativa rappresentata dal diserbo termico ha qualche limite nel costo di applicazione e nella necessit\ue0 di 3-4 passaggi all\u2019anno, mentre il diserbo ad acqua appare una tecnica promettente al posto alle lavorazioni meccaniche e al diserbo chimico del sottofila dei vigneti. Per il futuro, oltre ai prodotti biopesticidi per i quali si intravedono interessanti prospettive di impiego (Seiber et al., 2014), anche i bioerbicidi potranno essere una valida alternativa alle tecniche attuali di diserbo, gi\ue0 ora con qualche evidenza riportata dalla letteratura scientifica (Anese et al., 2015; Dayan et Duke, 2014), aprendo scenari molto incoraggianti sulla riduzione dell\u2019uso di sostanze chimiche nei vigneti

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