Il concetto di partecipazione, entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo occidentale alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, è stato protagonista nel corso degli ultimi quarant’anni di mutevoli vicende e alterne fortune. Negli anni più recenti abbiamo assistito al diffondersi di processi di partecipazione e al proliferare di sempre nuovi meccanismi di coinvolgimento della popolazione. La letteratura in materia ha, però, sottolineato da tempo come questo successo e la crescente diffusione dell’approccio partecipativo sia stato e continui ad essere del tutto indipendente dalla presenza di adeguate informazioni relative all’efficacia delle strategie e degli strumenti attivati (Rosener 1978; Mitton et al. 2009).
Nel nostro percorso di ricerca abbiamo tentato di affrontare la questione e di offrire un primo, per quanto interlocutorio, strumento di analisi. A partire da un'analisi teorica della polisemia intrinseca ai concetti di riferimento (governance e partecipazione) che ha supportato il processo di definizione dell'orizzonte teorico di riferimento, abbiamo costruito un modello analitico-valutativo orientato a verificare la capacità dei processi partecipativi adottati in ambito sanitario, di operare una re-distribuzione del potere decisionale coerente con l'approccio collaborativo (Community Health Governance).
Il modello elaborato è stato utilizzato per verificare le strategie di partecipazione adottate dai paesi europei - che sono state così tipizzate - e per studiare in profondità i funzionamenti degli organismi di partecipazione previsti dalla Regione Toscana all'interno delle Società della Salute (l.r.40/2005, come modif. l.r.60/2008)