Riassunto analitico Tesi di Dottorato.
Lo studio geopolitico dell’Australia rileva complicazioni interpretative se, accanto all’analisi della sua posizione geografica, si prende in considerazione l’identità nazionale. Combinati, i due fattori offrono molteplici chiavi di lettura. Negli anni passati molti hanno cercato di dare una risposta definitiva alle questioni della posizione e dell’identità, i governi federali in testa. Tuttavia, ancora oggi, nessuno è in grado di stabilire definitivamente il futuro geopolitico dell’Australia, quale possa essere la sua identità e in che modo debba intraprendere relazioni con i Paesi della regione. Questo studio cerca di raccogliere elementi utili che permettano di formulare delle possibili risposte a tutte queste problematiche. Riuscire nell’intento di ritagliare un posto seppur piccolo sullo scacchiere internazionale in termini geopolitici per un Paese che, seppur molto giovane, per lungo tempo si è considerato quasi come un corpo estraneo all’interno della sua area geografica non è senz’altro facile ma nemmeno impossibile. Tra le possibili soluzioni al problema, la ricerca analizza la politica estera australiana alla luce della teoria che, a mio avviso, ha indirizzato meglio il Paese in tal senso: si tratta della teoria della Good International Citizen (GIC) elaborata dall’ex ministro degli esteri Gareth Evans. Con questa teoria Evans voleva dare una connotazione nuova alla politica estera australiana, in modo da ottenere in ambito internazionale una visibilità positiva. Il lavoro è stato suddiviso in tre parti, ognuna delle quali affronterà un argomento specifico: nella prima parte ho ricostruito brevemente la storia dell’Australia, soffermandomi sulle scelte politiche effettuate dai vari governi nel periodo intercorso tra la fine della seconda guerra mondiale e le ultime elezioni politiche del 2010; nella seconda parte ho analizzato le categorie fondamentali con cui si identifica la politica estera australiana: concetti come pivotal power, middle power e good international citizen, fondamentali per chiarire le scelte dei governanti in un determinato momento storico; nella terza parte ho descritto e analizzato alcuni documenti programmatici che i governi australiani degli ultimi vent’anni hanno preso l’abitudine di diffondere all’inizio di ogni legislatura, per dar conto all’elettorato circa le scelte strategicamente più importanti per il Paese. Nell’ultima parte troveranno spazio le mie considerazioni sul sistema Australia, Paese che cerca di conservare nel modo migliore la sua fama, spesso meritata, di “lucky country”. Nonostante la crisi generale delle economie occidentali, l’Australia ha reagito molto bene e gli effetti disastrosi che stanno vivendo molti Paesi europei, per non parlare degli Stati Uniti, non l’hanno minimamente interessata. Rimane l’annosa questione dell’identità del popolo australiano che cercherà probabilmente di riscoprire le proprie radici culturali anche attraverso la valorizzazione di quel poco che è rimasto della cultura aborigena