Epatectomia totale con shunt porto-cava in emergenza come strategia ponte in attesa di trapianto di fegato. L'esperienza ventennale del King's College Hospital di Londra.
Il trapianto epatico (Liver Transplantation, LT) è il gold standard nel trattamento di pazienti affetti da malattia epatica acuta e cronica allo stadio terminale. Inoltre, il trapianto epatico super-urgente rappresenta l’unica procedura salva vita nel malato affetto da insufficienza epatica acuta (Acute Liver Failure, ALF). A causa dell’attuale scarsità di donatori, non sempre è possibile, a fronte dell’esigenza, una pronta disponibilità di un organo da trapiantare. La necrosi epatica massiva che si sviluppa in corso di ALF comporta l’esacerbarsi di gravi sintomi sistemici, noti come Toxic Liver Syndrome (TLS), che includono: instabilità emodinamica, acidosi metabolica, insufficienza renale e respiratoria, scompenso multi-organo fino all’exitus del paziente. In pazienti in attesa di LT ed affetti da ALF, o rigetto acuto di organo trapiantato (Primary Non Function, PNF) o trauma epatico maggiore, l’epatectomia totale con derivazione venosa Porto-Cava (Total Hepatectomy and Porto-Caval Shunt, HpcS) può essere considerata come l’ultima risorsa disponibile per stabilizzare il loro quadro clinico. La HpcS permette di creare una finestra temporale, chiamata anhepatic time (AT), in attesa che un organo si renda disponibile per eseguire un LT mediante una procedura chirurgica “two-stage”. In letteratura però non sono ancora chiari e definiti i parametri entro i quali si può decidere di intraprendere questa difficile strada terapeutica ed inoltre rimane aperto l’interrogativo su quale sia la durata temporale massima a cui un uomo può sopravvivere in assenza di fegato. Questo lavoro di tesi descrive una delle prime e più numerose serie mondiali comprendente 17 pazienti trapiantati in seguito ad un periodo di AT (fino a un massimo di 72 h) presso la “Liver Unit” del King’s College Hospital di Londra tra il 1989 ed il 2011. Di questi, 14 pazienti hanno potuto beneficiare del trapianto di fegato e 9 sono sopravvissuti alla procedura completa. La nostra esperienza clinica e gli importantissimi progressi fatti nel campo della terapia rianimatoria attribuiscono alla HpcS un ruolo salva vita pur rimanendo una procedura chirurgica “estrema” in cui è imprescindibile la multidisciplinarietà tra le parti chirurgiche e mediche del team di specialisti che prende in carico il paziente affetto da ALF