Influenza di differenti livelli di attivita' fisica sulle alterazioni vascolari dei pazienti ipertesi non trattati farmacologicamente

Abstract

L’ipertensione arteriosa è caratterizzata da alterazioni vascolari precoci quali la disfunzione endoteliale e l’aumento della rigidità arteriosa, che sono oggi considerate predittori indipendenti dello sviluppo di eventi cardiovascolari. La sedentarietà rappresenta un importante fattore di rischio cardiovascolare. Studi d’intervento hanno dimostrato che l’esercizio fisico, specie se di tipo aerobico, riduce il rischio cardiovascolare e i valori di pressione arteriosa. Tuttavia, non è ancora chiaro se tali effetti si verifichino anche in pazienti con ipertensione arteriosa essenziale. Pertanto lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare il rapporto tra l’attività fisica svolta abitualmente e le alterazioni vascolari nei pazienti ipertesi. A tale scopo sono stati reclutati 238 pazienti ipertesi essenziali non trattati farmacologicamente suddivisi in tre gruppi in base all’età: 55 anni. L’attività fisica abituale è stata valutata mediante un questionario validato, suddividendo poi i pazienti in sedentari (assenza di una qualsiasi attività sportiva) e attivi. La funzione endoteliale è stata valutata a livello dell’arteria omerale con tecnica ecografica come vasodilatazione indotta dall’aumento di flusso causato dall’iperemia reattiva post-ischemica (FMD). La vasodilatazione endotelio-indipendente è stata ottenuta con la somministrazione di nitroglicerina (NTG, 25 microgrammi) sublinguale. Per la valutazione della rigidità arteriosa è stata utilizzata tecnica tonometrica con analisi della morfologia dell’onda pressoria (con calcolo dell’augmentation index, AIx, indice di riflessione dell’onda in periferia) e calcolo della velocità dell’onda sfigmica (pulse wave velocity, PWV) carotido-femorale, indice diretto della rigidità aortica. Nei pazienti con età < 40 anni la funzione endoteliale, valutata con la FMD, è risultata significativamente ridotta nei sedentari rispetto ai coetanei fisicamente attivi. Tale differenza si riduceva però con l’aumentare dell’età. La vasodilatazione endotelio-indipendente indotta dalla NTG non ha invece mostrato differenze significative tra i soggetti attivi e quelli sedentari. Analogamente alla funzione endoteliale, i pazienti attivi mostravano livelli più bassi di AIx rispetto ai loro coetanei sedentari, ma questa differenza si riduceva progressivamente con l’aumentare dell’età. Al contrario la PWV carotido-femorale è risultata più bassa nei soggetti fisicamente attivi in tutti i gruppi, indipendentemente dall’età. Questi risultati suggeriscono che nei pazienti ipertesi giovani, in assenza di terapia farmacologica, una regolare attività fisica si associa a una preservata funzione endoteliale e a una ridotta rigidità arteriosa. Con l’aumentare dell’età, l’attività fisica abituale non sembra più associata a un effetto benefico sulla funzione endoteliale mentre rimane in relazione ad una minore rigidità aortica. Saranno necessari futuri studi per valutare l’effetto dell’eventuale terapia farmacologica nell’interazione tra attività fisica e alterazioni funzionali e strutturali che caratterizzano l’invecchiamento e l’ipertensione arteriosa

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