Effetto a Lungo Termine del Controllo della Pressione Arteriosa sui Parametri di Alterazione Vascolare in una Popolazione di Pazienti Ipertesi Essenziali.
L’ipertensione arteriosa rappresenta uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare e numerosi studi clinici hanno dimostrato il beneficio della riduzione dei valori pressori sulla mortalità e della morbilità cardiovascolare. Tale beneficio è stato dimostrato valutando la pressione arteriosa periferica misurata al livello dell’arteria omerale.
I pazienti con ipertensione arteriosa presentano alterazioni vascolari precoci come una ridotta vasodilatazione endotelio-dipendente a livello del circolo periferico e una aumentata rigidità arteriosa a livello aortico. Recenti studi clinici hanno suggerito che la disfunzione endoteliale e la rigidità arteriosa siano predittori indipendenti dello sviluppo di eventi cardiovascolari e che quindi possano costituire importanti fattori prognostici nei pazienti ipertesi.
Lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare l’effetto del controllo efficace della pressione arteriosa (PA < 140/90 mmHg) sui parametri di alterazione funzionale e strutturale vascolare in una popolazione di ipertesi essenziali dopo terapia antiipertensiva a lungo termine. A tale scopo in 98 pazienti ipertesi sono stati valutati la funzione endoteliale e la rigidità arteriosa in condizioni basali, in assenza di terapia farmacologica e dopo il trattamento antiipertensivo con un periodo di follow-up medio di circa tre anni. La funzione endoteliale è stata valutata a livello dell’arteria brachiale con tecnica ecografica come vasodilatazione indotta dall’aumento di flusso causato dall’iperemia reattiva post-ischemica dell’avambraccio (FMD) e come vasodilatazione indotta dalla somministrazione di nitroglicerina (NTG) sub-linguale. Per la valutazione della rigidità arteriosa è stata utilizzata tecnica tonometrica con successiva analisi della morfologia (con calcolo dell’augmentation index, AIx) e della velocità dell’onda pressoria carotideo-femorale (aortica) e carotideo-radiale (periferica) (pulse wave velocity, PWV). Un efficace controllo della PA è stato ottenuto nel 53% dei pazienti, nei quali i valori pressori si riducevano da 152/94 mmHg a 127/79 mmHg, mentre nei pazienti non controllati i valori pressori in media andavano da 154/94 mmHg a 147/85 mmHg. I pazienti con PA non controllata sono risultati più anziani (52 vs 50 anni) e più frequentemente maschi (80 vs 63%), pertanto le analisi sono state corrette per età, sesso e PA media. La FMD, corretta anche per la risposta endotelio-indipendente alla NTG, era significativamente migliorata nei pazienti controllati (da 5.3 a 6.7%) ma non in quelli non controllati (da 5.7 a 6.3%). La PWV aortica era significativamente ridotta nei pazienti controllati (da 8.7 a 8.0 m/s) ma non in quelli non controllati (da 8.8 a 8.5 m/s). Infine la PWV periferica e l’AIx non erano significativamente modificati nei due gruppi di pazienti ipertesi.
In conclusione, un controllo efficace dei valori pressori si associa ad un miglioramento della funzione endoteliale dell’arteria omerale e della rigidità arteriosa centrale. Questi risultati suggeriscono che il beneficio della terapia antiipertensiva a lungo termine si possa esplicare anche attraverso la regressione delle alterazioni funzionali e strutturali vascolari