Negli ultimi anni sono stati realizzati numerosi studi atti a descrivere e valutare negli esseri umani le componenti biologiche associate all’attrazione. Molti di questi studi si sono concentrati sui volti, che rappresentano per la percezione umana degli oggetti di particolare interesse. Per quanto riguarda i volti femminili, sono stati evidenziati in particolare due parametri correlati con l’attrazione: la similarità al volto medio e la presenza di un accentuato dimorfismo sessuale.
Gli studi sui volti maschili, invece, hanno prodotto risultati più ambigui e spesso contrastanti, principalmente per ciò che concerne la correlazione tra dimorfismo sessuale ed attrazione. E’ stato suggerito a questo proposito che possa esistere una variabilità nelle preferenze femminile influenzata dal cambiamento ormonale legato al ciclo mestruale.
In questo lavoro è stata applicata la morfometria geometrica all’analisi della forma di 33 profili di volti maschili allo scopo di individuare quali componenti geometriche del volto maschile siano associate con l’attrazione. Sono stati considerati in modo particolare la media geometrica, il dimorfismo sessuale geometrico ed un indice del dimorfismo sessuale percepito.
La morfometria geometrica è un metodo di analisi multivariata della forma che permette di preservare l’integrità della forma biologica in due o in tre dimensioni e che è diventato negli ultimi decenni uno strumento molto utilizzato nelle analisi antropometriche. La morfometria geometrica descrive la forma come un set ordinato di coordinate di punti omologhi chiamati landmarks. Dopo una serie di trasformazioni matematiche le differenze di forma tra gli oggetti possono essere descritte dalle differenze in coordinate dei landmark corrispondenti. I metodi della morfometria geometrica si basano su uno spazio morfometrico multidimensionale, in cui ogni volto è rappresentato da un vettore. In questo spazio la distanza di Procuste quantifica la differenza di forma di un singolo oggetto, in questo caso un volto, dalla media degli oggetti considerati, e fornisce quindi una misura della vicinanza al volto medio. Il dimorfismo sessuale geometrico è stato calcolato come la coordinata dei volti individuali sull’asse maschile-femminile nello spazio morfometrico.
Per eliminare l’effetto della texture sul giudizio, è stato creato attraverso un programma di morphing (GtkMorph) un profilo medio maschile e la mappa di colore così ottenuta è stata adattata alla geometria dei profili individuali, ottenendo in questo modo stimoli di texture uniforme.
E’ stata valutata inoltre una componente, chiamata Femminilità Percepita, con lo scopo di misurare quanto un volto fosse percepito come maschile o femminile indipendentemente dal sesso dell’individuo e dal dimorfismo sessuale geometrico.
Le fotografie sono state sottoposte al giudizio di soggetti femminili (n=111, età 19-30) utilizzando una scala di Likert a 7 possibilità (1=molto brutto, 2=brutto, 3=abbastanza brutto, 4=normale, 5=abbastanza attraente, 6=attraente, 7=molto attraente).
Per valutare l’influenza dell’orientamento sessuale sul giudizio di attrazione, sono stati reclutati soggetti maschili omosessuali (n=16) che hanno giudicato 33 profili di volti maschili e 33 profili di volti femminili.
Si è osservata una forte correlazione tra il giudizio sui volti frontali e sui profili, così come tra il giudizio sui profili a texture reale e sui profili a texture normalizzata.
I giudizi sui profili maschili non risultano correlati in modo significativo con la distanza di Procuste, con il dimorfismo sessuale geometrico e con la Femminilità Percepita.
I giudizi di attrazione attribuiti dai soggetti omosessuali ai profili maschili risultano altamente correlati con i giudizi attribuiti da soggetti femminili, così come i giudizi sui profili femminili mostrano una forte correlazione con i giudizi di soggetti maschili eterosessuali osservati in uno studio precedente (Valenzano et al., 2006).
Alcuni tratti correlati con l’attrazione sono comuni sia ai volti maschili che ai volti femminili